Trump propone di abolire Section 230: Scandalo #DiaperDon, autogol dei QAnon

di Shadow Ranger |

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Trump propone di abolire Section 230: Scandalo #DiaperDon, autogol dei QAnon Bufale.net

La questione di Section 230 dimostra quello che abbiamo sempre avuto: i QAnon, semplicemente, non hanno la precisa cognizione di quello che i “Drop” del Patriota Q dicono.

Siamo nella fase storica, vedi nostro precedente editoriale, in cui il Patriota Q o chi per esso letteralmente cerca di mandarli allo sbaraglio, sacrifici necessari di una “guerra virtuale” in cui il loro ruolo è cadere come birilli, contenti di farlo.

Un esempio è la misteriosa esultanza per una proposta di Trump che, ove fosse avverata, sostanzialmente autorizzerebbe i Social a misure ancora più stringenti contro i gruppi dei QAnon di quelle che sta già prendendo.

Section 230, Trump e #DiaperDon

Nasce tutto da un tweet del Presidente Uscente

Come risposta allo scandalo #DiaperDon, ovvero una serie di meme in cui Trump viene ritratto in una posa poco adulatoria.

A partire da una foto del discorso del Ringraziamento in cui Trump sembra seduto su una sedia più piccola del normale e con le pieghe del pantalone a formare una sorta di pannolone, i Social sono impazziti nell’ilarità.

Sono così nati diversi memes basati sull’accomunare quello scatto all’immagine di un bambino scacciato dalla “tavola dei Grandi” e costretto a sedere al “tavolo dei piccoli”.

Uno scarto di passo enorme rispetto ai meme di QAnon, dove Trump è invece raffigurato come un muscoloso e virile Mister Olimpia dal petto nudo e i muscoli possenti, sogno erotico e modello del “Maschio Beta”.

Immediatamente la replica di Trump, che ha accusato Twitter di “manda[re] in giro trend che non hanno nulla a che vedere con quello che veramente sta facendo trend nel mondo. Si inventano le cose e solo cose negative”.

Per poi arrivare, accusando i Social di parzialità contro i suoi fans e lui stesso, di proporre l’abolizione di Section 230, la norma che rende i Social neutrali rispetto ai loro contenuti.

Decisione accolta con grande esultanza dai QAnon, che in massa si sono affollati sotto il tweet dichiarando che “Finalmente abolire questa norma impedirà ai Social di censurarci”.

Ma in realtà se l’abolizione andasse in porto, i Social non potrebbero fare altro che stringere il pugno sui pochi gruppi dei QAnon rimasti fino a provocare l’escalation dei ban nei loro confronti in vera e propria guerra.

Il motivo è semplice.

Section 230 e le sue origini

Nonostante il Patriota Q sia una sorta di golem della comunità Nerd di 4chan che ha preso vita, come golem ha una memoria storica cortissima.

Section 230 nasce da una pagina che i Nerd e gli appassionati di tecnologia ricorderanno come l’età oscura di Internet: il Grande Crackdown della Rete.

Sostanzialmente, prima del 1996 i provider di servizi erano corresponsabili dei post e dei contenuti diffusi sulle loro Reti come se fossero degli editori di un giornale.

Il che rendeva ad esempio possibili operazioni come l‘”Operazione Sundevil” in America, affine all'”Internet Crackdown” Italiano.

Nonostante non ci fossero forum e Facebook c’erano le BBS: gruppi di messaggistica e diffusione di programmi dove, come prevedibile, capitava del software piratato. Numerose BBS furono spinte alla chiusura perché considerate corresponsabili della diffusione di tecniche e messaggi sulla pirateria informatica.

Proseguendo nella storia di Internet, con l’avvicinarsi di mezzi di messaggistica più evoluta era diventato sempre meno possibile per i gestori di servizio vigilare sulla presenza di contenuti illegali, dalla pornografia alla pirateria, passando per le liti tra utenti.

Nacque così Section 230: una norma che dichiara che

“Nessun fornitore o utente di un servizio informatico interattivo dovrà essere trattato come l’editore o il responsabile di qualunque tipo di informazione pubblicata da un altro soggetto”

Section 230 e i desideri di riforma

Ironicamente, ma non troppo come vedremo, anche Joe Biden aveva auspicato una riforma di Section 230. Riforma, si badi bene, non abrogazione assoluta in quanto tecnicamente improbabile e latrice di più problemi di quanto crea.

E il motivo era proprio l’ascesa dei QAnon: modificando Section 230 Biden spera di poter rendere perseguibili le continue fake news che QAnon o chi per esso continuano a vomitare senza sosta sui Dem.

E se volete chiederci quali, ne abbiamo l’imbarazzo della scelta. Tra Hillary Clinton pedofila mangiatrice di Pizze con bambini e bevitrice accanita di Adrenocromo, Joe Biden pedofilo e Obama satanista pedofilo nipote di Adolf Hitler e probabilmente concepito sull’UFO di Eva Braun ne avremmo abbastanza per un libro intero senza scomodare la bufala di Kamala Harris transessuale satanista Libica.

Ma non solo #DiaperDon: ancora prima Trump aveva cercato di mettere mani su Section 230 per lo stesso motivo, sia pur di segno opposto. Costringere i Social a bloccare contenuti a suo sfavore.

Il che ci porta alla conclusione

Abolire Section 230 renderebbe la presenza virtuale di QAnon impossibile

Analizziamo il quadro della situazione attuale.

Quello in cui QAnon ha fieramente colonizzato hashtag come #savethechildren e l’intera blogosfera o universo dei sostenitori di Trump, mitizzandolo come una sorta di Dio Imperatore Pagano che in una Apocalisse Pagana ascenderà alla divinità dopo un’era di arbitrario oscuramento e tribolazioni sottomettendo i suoi nemici.

Una roba così, un filo meno pacchiana. Forse.

Una roba così, un filo meno pacchiana. Forse.

Cosa resa possibile proprio perché in fondo i Social non hanno nulla da perdere.

Di tanto in tanto, un QAnon “finisce bevuto”. Una seguace di ideali legati a QAnon si è ritrovata a pagare migliaia di dollari ad una deputata australiana per averla accusata di Pedofilia.

Un QAnonista Italiano è stato denunciato da un onorevole di Italia Viva.

Nonostante questo, e nonostante i numerosi Ban, i QAnonisti spuntano come funghi.

Immaginate una legislazione in cui ogni volta che un QAnonista scrive le parole “Biden Pedofilo”, anche se lo fa con un pseudonimo, anche se lo fa dal più anonimo degli accessi, a Biden non importa niente.

Chiama i suoi avvocati, denuncia Mark Zuckerberg e gli chiede qualche milioncino di danni per non aver bannato qualsiasi cosa abbia una Q o una W nell’immagine avatar prima che qualcuno gli abbia dato del Pedofilo.

Moltiplicate per la bufala di Kamala Harris transessuale satanista, Hillary Clinton bevitrice di Adrenocromo e arriverete al finale della storia: l’abolizione completa di Section 230, da distinguersi da una rimodulazione, di fatto spingerebbe i Social a tutelarsi da eventuali azioni legali bannando per sempre utenti sul minimo sospetto di litigiosità.

Il che comporterebbe che il già risicato spazio di manovra che hanno i diffusori di teorie basate su accuse frontali e penalmente rilevanti contro l’avversario politico evaporerebbe del tutto.

I Social deciderebbero che non vale la pena “finir bevuti” con chi ha appena dato del pedofilo al Presidente degli Stati Uniti d’America, e la censura non diminuirebbe. Aumenterebbe.

Foto di Pete Linforth da Pixabay

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