Arriva il DSA: dal 25 Agosto più trasparenza e meno fakenews e profilazione

di Bufale.net Team |

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Arriva il DSA: dal 25 Agosto più trasparenza e meno fakenews e profilazione Bufale.net

Arriva il DSA e non ho niente da mettermi. O meglio, qualcosa da mettere lo troveremo. Le criticità da affrontare sono tante, ma finalmente qualcuno ascolta il fact checking e guarda gli elefanti nella stanza. Le fake news, la disinformazione e la profilazione selvaggia che trasforma l’utente finale in un bagaglio di dati da razziare quando va bene, nel predatorio oggetto della martellante campagna di attori esteri come le celeberrime “fonti russe” con le loro troll farm, carico di frottole e legioni di fantasmi digitali improvvisate o meno.

Arriva il DSA: dal 25 Agosto più trasparenza e meno fakenews e profilazione

Arriva il DSA: dal 25 Agosto più trasparenza e meno fakenews e profilazione

Le criticità ci sono, e sarebbe da sciocchi negarle. I passi però sono nella direzione giusta. Una direzione che vede l’utente finale in controllo dei suoi dati, e non “orientato” dal “Team Jorge” di turno, profilato con ogni acquisto online, inquadrato e tempestato di fake news in grado di sovvertire ordinamenti e devastare la vita politica e sociale di una nazione.

In un certo senso, levandoci dalle spalle un bel po’ del peso lasciato sul fact checking con l’abbandono del peso del mondo gettato casualmente sulle spalle di Atlante.

Arriva il DSA: dal 25 Agosto più trasparenza e meno fakenews e profilazione

Alibaba AliExpress, Amazon Store, Apple App Store, Booking.com, Facebook, Google Play, Google Maps, Google Shopping, Instagram, LinkedIn, Pinterest, Snapchat, TikTok, Twitter, Wikipedia, YouTube, Zalando, Bing e Google Search. Queste sono le “big tech” sotto lo scrutinio del DSA.

Come vedete si parla dei principali social network, motori di ricerca e portali di eCommerce, principali nel senso di “statisticamente più rilevanti nell’attuale panorama”, ovviamente.

Nel senso quasi sociale di “maggiormente rappresentativi”.

Cosa potrebbe cambiare

Tra gli obblighi che gli stessi saranno tenuti a rispettare appaiono la protezione dei minori, tema tornato in auge coi provvedimenti contro TikTok, reo di non vegliare sull’esposizione e accesso ai minori di contenuti spesso lesivi, come le “challenge”, dalla “cicatrice francese” alla “Tide Pod”, veri e propri inviti all’autolesionismo.

Ma anche legati alla profilazione, che senza controllo consente di bombardare il minore con pubblicità mirate di giochini e servizi online.

Anche per gli adulti le pubblicità mirate avranno una stretta, consentendo a loro una vera e propria possibilità di scegliere di non essere profilati e l’esclusione di dati come l’origine razziale o etnica, l’orientamento sessuale o le opinioni politiche.

Vi è mai capitato doverci segnalare “di urgenza” una fake news perché i sistemi di segnalazione dei social hanno allegramente ignorato bufale, fake news e contenuti violenti e deprecabili? La sensazione che vi siano utenti a cui è consentito minacciare persone a caso, diffondere fake news anche grottesche e risibili e, generalmente, agire nell’impunità di una moderazione assente?

Fine dei giochi per le “troll farm”: le piattaforme analisi dei rischi connessi ai loro servizi in termini di diffusione di contenuti illegali, violazione della privacy o della libertà di espressione, ma anche in materia di salute o sicurezza pubblica.

Il che significa non trovarsi proliferazioni di notutto  e tornare all’epoca in cui mentre il mondo combatteva  la Pandemia noi di Bufale.net dormivamo quattro ore al giorno per combattere l’Infodemia.

Cosa comportano le violazioni

Essenzialmente multe: il 6% del fatturato o, per i recidivi, il divieto di operare nel suolo Europeo. Multe che nel Regno Unito potrebbero salire fino al 10%, complice il desiderio di evitare le distorsioni che di fatto hanno trasformato anche da loro l’universo social in una trappola di fake news, profilazione e disinformazione.

Obiettivi e criticità

Al mondo niente è perfetto, e dei nodi da sciogliere ci sono. Interpreti come il “Centro per le Riforme Europeo” hanno salutato con piacere il passare dall’autoregolamentazione della Rete ad un mezzo di controllo.

Anche perché l’autoregolamentazione, specie alle prese con la Guerra Ibrida filorussa sta mostrando i suoi limiti e noi fact checker, spesso enti volontari cominciamo a sentirci come il Bilbo Baggins “burro steso su una fetta di pane troppo larga”.

Ma non è ancora chiaro come le singole piattaforme dovrebbero agire, cosa che richiederebbe un controllo ancora più fine per riconoscere in primo luogo informazione da disinformazione e, in secondo luogo, evitare scenari da “stalle chiuse con i buoi ormai fuggiti”.

Ovvero intervenire in modo coeso, comune, con standard simili e rapido, sia pur rispettoso dei diritti all’informazione.

Speriamo di arrivare alla scadenza di Agosto con le buone intenzioni applicate in un buon modo.

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