L’assurda e stereotipata clickbait del trucco napoletano del sugo sulla targa
Ci segnalano i nostri contatti un articolo assurdo e stereotipato: il trucco napoletano del sugo sulla targa, con tanto di “we uagliù”, trascrizione fonetica sterotipata del dialetto partenopeo.
Non è la prima volta che lo stesso circuito fonde la clickbait con un malcelato razzismo aperto alla ragebait: questo testo è il “sequel spirituale” del “Trucco del maranza per spiare gli Autovelox” e del “Segreto dell’ingegnere Napoletano che non paga il bollo da 15 anni“.

L’assurda e stereotipata clickbait del trucco napoletano del sugo sulla targa
Articoli che prendono una categoria oggetto di stereotipo di furbizia, ignoranza e crimine (il “maranza”, il “napoletano”) e lo descrivono con accenti sempre più caricaturali inventando furbizie sempre più caricaturali.
L’assurda e stereotipata clickbait del trucco napoletano del sugo sulla targa
In questo caso l’articolo inventa un’emergenza degna di una gag di Totò o dell’Italiano stereotipato alla “Mario e Luigi”: orde di Napoletani armati di sugo della Pizza (!!!) che aspergono le targhe dello stesso diventando invisibili alla ZTL.
Vi sfido ora a controllare su Google News quante testate abbiano parlato della presunta emergenza partenopea.

La ricerca su Google News
Chi ha risposto esattamente zero ha indovinato.
La presunta emergenza esiste solamente nella testata che l’ha pubblicata, assieme ad un immaginario “Obbligo di immatricolazione da 16mila euro per le macchine con la E nella targa” (spoiler: la storia di un automobilista che ha raccattato diverse sanzioni usando una targa manomessa che ad origine iniziava con e) e “400 Euro di obolo Salvini per il nuovo bollo targa” (un intero articolo supercazzola privo di significato e senso logico, un “non sequitur” che non ti rivela nel finale quali sarebbero i 400 euro).
E fine: un’emergenza che nessuno conosce non è un’emergenza.
È un’invenzione, e più grottesca avrebbe potuto essere solo descrivendo gli automobilisti armati di sugo come un esercito di Pulcinella mascherati col mandolino in una mano e la pizza sull’altra che suonavano canzonette davanti alle telecamere.
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