Scaricare ed acquistare un green pass falso è del tutto inutile: l’app non conosciuta dai geni

di Redazione Bufale |

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Scaricare ed acquistare un green pass falso è del tutto inutile: l’app non conosciuta dai geni Bufale.net

Siamo ad agosto 2021 e, in Italia, c’è ancora qualcuno convinto che scaricare o acquistare un green pass falso possa in qualche modo evitare di sottoporsi al vaccino o al tampone. Una situazione paradossale, che tuttavia ci sorprende poco, se pensiamo che in tanti ancora oggi pensino a recensire negativamente le attività che richiedono la certificazione verde, come abbiamo riportato poche settimane fa sul nostro sito. Interessante, oggi 5 agosto, capire per quale ragione procedere in questa direzione sia del tutto inutile.

L’app che rende inutile ccaricare ed acquistare un green pass falso

Per quale ragione non ha alcun senso scaricare o acquistare un green pass falso? Il paradosso del momento consiste nel fatto che qualcuno sia disposto a pagare circa 100 euro per ottenere un documento in realtà disponibile a costo 0. Come? Ovviamente procedendo con almeno una dose del vaccino contro il Covid o tramite tampone negativo. Chi sborsa soldini, però, deve sapere che sta letteralmente buttando i propri soldi, oltre a rischiare dal punto di vista legale.

Tutto merito di un’app, citata anche sul sito del governo. Per farvela breve, esiste una specifica app di lettura del codice QR posto all’interno del nostro green pass, che informa terzi sulla validità dello stesso. Insieme al qr che viene letto c’è anche il nome della persona, altrimenti ci potrebbe essere uno scambio di telefono. Sostanzialmente, qui nasce il problema, in quanto per verificare se il green pass sia o meno di quella data persona devono richiedere il documento.

L’operazione è molto veloce, ma in tanti si chiedono con quale autorità un gestore possa richiedere il documento ad un cliente. Si tratta di un non problema per i titolari che dovranno scaricare l’app necessaria al controllo del green pass, chiamata “VerificaC19“. La medesima procedura, infatti, si conduce coi gestori dei locali che chiedono documenti ai ragazzi per verificare l’età ed il fatto che siano maggiorenni, prima di servire loro alcolici.

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