Provvedimenti RAI verso Claudio Lippi dopo le infelici uscite sui gay in TV

di Redazione Bufale |

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Provvedimenti RAI verso Claudio Lippi dopo le infelici uscite sui gay in TV Bufale.net

Non sono tardati i primi provvedimenti da parte della RAI nei confonti di Claudio Lippi, in seguito ad alcune dichiarazioni di quest’ultimo a proposito della presenza dei gay in tv. Un fulmine a ciel sereno dal punto di vista mediatico, considerando il fatto che il conduttore che ha avuto un importante successo in Italia soprattutto negli anni ’90 e nei primi anni 2000. La giornata è stata molto intensa ed occorre fare il punto della situazione per chiarire alcuni aspetti.

La RAI risponde ufficialmente alle dichiarazioni di Claudio Lippi nei confronti dei gay

Come osservato in passato con altri approfondimenti, determinate uscite sugli omosessuali in tv tendono a fare molto rumore. Andiamo con ordine, perché Claudio Lippi non si è limitato ad esprimere apprezzamenti nei confronti del linguaggio adottato da Giorgia Meloni, ma come accennato ha affrontato il tema dei gay in televisione. Con un particolare riferimento alla RAI, sollevando un polverone più che prevedibile in un momento storico di questo tipo.

Si è scagliato contro l’ex direttore dell’Intrattenimento Prime Time, Stefano Coletta, al punto che Claudio Lippi ha esordito con un eloquente “per fortuna non c’è più”. Il motivo? A detta del conduttore, il dirigente avrebbe fatto lavorare “gay e gaie solo per il motivo di esserlo”. Nel ricordare questi soggetti, Lippi ha anche sottolineato che tanti e tante che non avevano alcuna competenza in merito, al punto da ipotizzare che la Rai per un certo perioso sia sata usata per fare coming out.

Come riporta Il Tempo, è arrivata tempestiva la presa di posizione della RAI, che in queste ore ha diramato una nota per le agenzie di stampa che appare molto chiara nei confronti dello stesso Claudio Lippi. Al conduttore, a conti fatti, vengono chiuse le porte lavorative nella tv di Stato: “Alcune affermazioni di Claudio Lippi riportate dagli organi di informazione sono lesive della reputazione della Rai e dei propri dirigenti. Pertanto è da escludere qualsiasi tipo di collaborazione con il conduttore“.

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