I novax contro Conad: aspettativa per i lavoratori senza Green Pass

di Bufale.net Team |

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I novax contro Conad: aspettativa per i lavoratori senza Green Pass Bufale.net

Ci risiamo, coi novax contro Conad si conferma una teoria.

A forza di improbabili boicottaggi sono gli stessi novax che, almeno a parole, si stanno mettendo al di fuori della società civile.

Comincia tutto dall’Ad di Conad a Quarta Repubblica, che da esercente commenta le estensioni del Green Pass

“Sono favorevole al Green pass. Se io ha fatto due dosi di vaccino, perché poi devo rischiare di contagiarmi andando al ristorante o al supermercato? I dipendenti che non vogliono vaccinarsi andranno in aspettativa non retribuita, in modo che possiamo sostituirli”.

Come al solito, i novax tendono ad essere attivissimi sui social, ancorché non sempre a tale presenza virtuale faccia riscontro una azione reale.

Per questo la Conad è entrata nel mirino dei novax, con massiccia presenza negli hashtag, come Sterilgarda prima di loro.

In entrambi i casi va ricordato che dal punto di vista meramente giuslavoristico, la bilancia sembra pendere a favore dell’esercente

I novax contro Conad: aspettativa per i non vaccinati come prospettiva possibile

Problema che affrontammo in tempi ancora precedenti al Green Pass, ricordando che anche se il datore di lavoro non può sapere direttamente dello stato sanitario di un dipendente, il medico del lavoro dovrà comunque fornire al datore di lavoro una dichiarazione di idoneità del lavoratore.

La normativa cui si appoggiano i vari esercenti “contro i novax” è espressamente citata, e sin da Febbraio, dai casi in cui il Garante Privacy ritiene l’intervento del medico del lavoro possibile, di talché

Il Garante ha chiarito inoltre che – in attesa di un intervento del legislatore nazionale che eventulamente imponga la vaccinazione anti Covid-19 quale condizione per lo svolgimento di determinate professioni, attività lavorative e mansioni – nei casi di esposizione diretta ad “agenti biologici” durante il lavoro, come nel contesto sanitario, si applicano le disposizioni vigenti sulle “misure speciali di protezione” previste per tali ambienti lavorativi (art. 279 del d.lgs. n. 81/2008).

Anche in questi casi, solo il medico competente, nella sua funzione di raccordo tra il sistema sanitario e il contesto lavorativo, può trattare i dati personali relativi alla vaccinazione dei dipendenti. Il datore di lavoro deve quindi limitarsi attuare, sul piano organizzativo, le misure indicate dal medico competente nei casi di giudizio di parziale o temporanea inidoneità.

Intervento che sappiamo essere ancora in discussione, ma a giudicare dall’ultima Conferenza Stampa relativa destinato ad arrivare.

Quindi al momento abbiamo che ci sono determinate mansioni in cui siccome il D.Lgs. 81/2008 non è mai stato abrogato, il lavoratore giudicato inidoneo per motivi di salute ad una determinata mansione non potrà svolgere quella mansione.

Quindi bisognerà spostare il lavoratore non più idoneo ad una mansione in cui lo è.

Se tale mansione non ci fosse, ovviamente non potrà essere inventata, e bisognerà passare alla sospensione.

Il Green Pass? Semplicemente lo strumento più efficace al momento per provare l’esistenza di tale idoneità, cosa che sembra incardinare nell’alveo della legge la decisione di Conad e Sterilgarda.

Che, vedremo nei prossimi giorni quanto avrà frutto e quali conseguenze porterà.

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