La diga a Zaporizya, il “documento russo” e l’improbabilità degli HIMARS

di Bufale.net Team |

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La diga a Zaporizya, il “documento russo” e l’improbabilità degli HIMARS Bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti una serie di condivisioni social che punterebbero ad accusare l’Ucraina della distruzione della diga di Kakhovka. Ovviamente, la ricostruzione delle #fontirusse non può che essere filorussa, e si basa fondamentalmente su un singolo documento.

La diga a Zaporizya, il "documento russo" e l'improbabilità degli HIMARS

La diga a Zaporizya, il “documento russo” e l’improbabilità degli HIMARS

Una lettera dei russi riassumibile con “Aiuto, aiuto, abbiamo tanta paura che gli Ucraini bombardino l’Ucraina per farci dispetto”.

Un po’ poco, oseremmo dire. Ci si perdoni il paragone, è un po’ come se avessimo preso per buoni gli SMS con cui Alessandro Impagliatello si è preparato e costruito un alibi per evitare le accuse di femminicidio di Giulia Tramontana.

Compenetra il presunto documento il presunto video.

Come abbiamo visto un video di repertorio del 2022, usato dalla stampa per raffigurare la diga in attesa delle foto Maxar (ci ritorneremo, è importante) presentato come prova che i terribili missili HIMARS abbiano distrutto la diga.

Cosa, come vedremo, assai disputabile.

La diga a Zaporizya, il “documento russo” e l’improbabilità degli HIMARS

Partiamo ora dai dati contro la teoria: la diga e la centrale idroelettrica sono sotto pieno controllo dei russi da 14 mesi. Alla Kakhovka HPP sono legati il sistema di raffreddamento della centrale nucleare di Enerhodar (tramite la riserva) e i rifornimenti di acqua potabile alla Crimea.

Alle ore sei del mattino, secondo l’agenzia di stampa Ria Novosti, archiviata qui, le autorità civili filorusse negavano l’accaduto.

Solo tre quarti d’ora dopo, contrordine Tovarish! Un’esplosione ci è stata, ma di entità assai contenuta.

Pochi minuti dopo parte la crociata delle Fonti Russe: l’esplosione che prima non c’era diventa un’esplosione, anzi no, un attentato degli Ucraini.

Attentato che comporta, esattamente come per la narrazione relativa alla morte di Daria Dugina, il dichiarare che il “Potente esercito russo” è così incompetente che ignoti ucraini possono sfilargli, ripetutamente, sotto il naso, distruggere tutto e svanire ridendo in una nube di zolfo come tanti satanassi.

Contemporaneamente i “fact checkers” del Cremlino, ovvero il gruppo “War on Fakes”, che abbiamo visto diffondere contenuti di propaganda contrapponendosi ai “colleghi” (categoria non applicabile) occidentali e facendosi garante della verità della Duma, insistono con la storia che niente è accaduto.

Notare, questo contemporaneamente, e aderendo alla narrazione del Cremlino.

Arriviamo alle 8, ora in cui qualcuno che non ha ricevuto il memo festeggia il fatto che il crollo della diga rallenterà l’avanzata Ucraina e annunciando di aver colpito gli Ucraini.

Alla fine appare l’improbabile teoria degli HIMARS.

Per maggiori dettagli su questa ricostruzione potrete vedere qui. E qui passiamo al perché, ci si perdoni la battuta per alleggerire, la teoria filorussa fa decisamente acqua.

Cosa non funziona nella teoria e chi ci guadagna

La teoria filorussa è che i Russi non avrebbero mai danneggiato (e parliamo di un disastro ambientale e civile di livello tragico) un territorio da loro occupato. Dato vedremo non corrispondente al vero.

Mentre gli Ucraini, essendo malvagi, nazisti ecc. ecc. sarebbero stati pronti a farlo. Per carità, in questo stadio del conflitto non si può escludere niente, ma dobbiamo partire da due di dati di fatto.

La Russia ha già manifestato l’intenzione di distruggere quella diga, ha già agito in modo simile in passato ed è lo stato che aveva più da guadagnare dalla devastazione.

Innanzitutto, un ecocidio di tal fatta assicura che, in ogni caso, la Russia abbia portato a casa il suo obiettivo coloniale. In caso di vittoria i territori occupati saranno dipendenti dalla madre patria per decenni, in caso di sconfitta l’Ucraina patirà danni compatibili con la narrativa filorussa di “Punire il nazismo”.

A breve termine, la temuta controffensiva Ucraina viene ora rallentata, almeno in quelle zone.

Inoltre non ci sarebbe neppure stato bisogno di scomodare una distruzione immediata e deliberata: i rilievi Maxar di ieri, 5 Giugno, dimostrano una costante erosione della diga e un deterioramento delle sue condizioni

Lo stato della Diga al 5 Giugno: foto MAXAR

Lo stato della Diga al 5 Giugno: foto MAXAR

Rendendo possibile la distruzione diretta, o la distruzione mediante “omissione”, ovvero ignorando del tutto per incompetenza, incapacità o malizia la manutenzione.

Inoltre, a giudicare dalle immagini satellitari, le uniche che abbiamo ricordiamo, la sezione danneggiata della diga supera i 200 metri.

Ipotizzare un lancio di HIMARS in grado di causare un simile danno è come dichiarare di poter aprire un cratere sufficiente per far passare un essere umano sparando contro un muro di cemento armato con una Beretta.

Sono le stesse leggi della fisica a suggerirti il contrario

Rilievi sulla diga

Rilievi sulla diga

Abbiamo quindi dimostrato che, al momento, la narrazione Russa non regge, e la stessa si è presentata ambigua ed ondivaga fino a pervenire all’attribuire ogni colpa possibile agli Ucraini e che la Russia era quella che più aveva da guadagnare.

Abbiamo inoltre un precedente storico: distruggere infrastrutture come dighe per “fermare il nazismo” fa esattamente parte del modus operandi di Stalin, e la Russia Putinista cerca in ogni modo di dipingersi come erede dell’URSS chiamata a distruggere i Nazisti dell’Occidente e chi si avvicina ai loro valori.

Precedente richiamato dal canale Telegram della 205ª Brigata motorizzata di fucilieri della Federazione Russa, che già ad ottobre prevedeva, in caso di controffensiva Ucraina, la distruzione della diga e l’allestimento di postazioni di tiro per impedire l’evacuazione dei presenti. Evento come abbiamo visto accaduto

Telegram della 205ª Brigata motorizzata di fucilieri della Federazione Russa

Telegram della 205ª Brigata motorizzata di fucilieri della Federazione Russa

Col giornalista Daniele Angrisani che ha proprio recentemente pubblicato testimonianze sulle citate postazioni di tiro.

Un ulteriore argomento quindi ci porta a dubitare: la storia, come tutti sanno, ama ripetersi due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa.

Ovviamente, ripetiamo nulla si può escludere.

Però bisognerebbe contare fino a 120 prima di accettare acriticamente la narrazione filorussa degli eventi.

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