Tutti i problemi del documento di Natalia Vovk esaminati

di Bufale.net Team |

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Tutti i problemi del documento di Natalia Vovk esaminati Bufale.net

Vi abbiamo parlato più volte dell’attentato a Darya Dugina, ora è il momento di approfondire qualcosa sul documento di Natalia Vovk.

Vi avevamo anticipato comunque nel pezzo in cui ne ne parlavamo che la ricostruzione Russa presenta diverse incertezze, ancorché compatibili con una narrazione già scritta.

Riassunto delle puntate precedenti

Non possiamo che invitarvi a rileggerlo: comunque vi daremo un breve riassunto dei punti controversi. La teoria abbiamo visto si impatta col fatto che se il documento di Natalia Vovk è coerente con un documento della Guardia Nazionale Ucraina, e se il Battaglione Azov ne fa parte, questo ad esempio non significa che il Battaglione Azov coincide con l’interezza della Guardia Nazionale Ucraina.

E peraltro nel Battaglione Azov non risultano esserci presenti donne, tantomeno la fantomatica Natalia Vovk. Che secondo la descrizione filorussa ricordiamo, come un autentico “spettro di Kiev” sarebbe entrata in Crimea su una Mini Cooper con tre targhe, figlia dodicenne e gatto al seguito per farsi riprendere in più occasione dai servizi segreti del tutto impotenti nel fermarla.

Fino al punto della storia in cui Natalia Vovk avrebbe mandato la figlia dodicenne a beffare la polizia, i servizi di sicurezza, le autorità e gli 007 russi infilandosi sotto la macchina della Dugina per farcirla di tritolo, fuggire e assistere la madre mentre, a distanza di visuale, attivava il detonatore per poi fuggire in Estonia.

Possiamo accettare comunque tutto questo, coerente con la teoria del membro medio del Battaglione Azov (teoria certificata dalla Duma) come una specie di incrocio tra Capitan America, la Vedova Nera, gli Universal Soldier e un mostro di Wolfestein 3D.

Ovvero un invincibile mutante che con ogni dose di vaccino ricevuta diventa più crudele, nazista, feroce e superumano, in grado di ribaltare carri armati a mani nude dopo averli inseguiti a piedi, respingere le pallottole e sgominare interi battaglioni russi con atrocità dovute al vaccino che ne cancella la volontà rendendoli odiatori della Russia post-Sovietica.

Tutti i problemi del documento di Natalia Vovk

Possiamo accettare tutto questo, ma cominciamo a vedere delle crepe nel punto principale della teoria: il fatto che questa novella Vedova Nera abbia beffato più volte le autorità e compiuto gesta che di umano hanno ben poco per poi scordarsi il tesserino da qualche parte.

Tutti i problemi del documento di Natalia Vovk

Tutti i problemi del documento di Natalia Vovk

Che distratta, che disdetta.

Fonti ucraine ipotizzarono che si trattasse di un documento della Guardia Nazionale trovato in un archivio a Mariupol, oppure un “Biglietto da visita di Yarosh”.

Con evidente riferimento ad una sparatoria avvenuta nel 2014 dove le “fonti russe” dichiararono di aver trovato il biglietto da visita di un politico Ucraino di estrema destra, incolpandolo così a tavolino dell’avvenuto secondo la teoria per cui un killer ama distribuire bigliettini da visita sul luogo del delitto.

E tra libri autografati da collettivi antirussi (non iscritti: dal collettivo direttamente), biglietti da visita e documenti, le fonti russe sembrano leste a trovare prove.

Ma la computer Forensic in questo caso ci aiuta

Secondo Lauri Linnamäe, analista, il documento di Natalia Vovk presenta tutti gli elementi che ci si aspetterebbe da un falso ritoccato con Photoshop.

E abbiamo tutto il campionario: sfocature “tattiche” nei punti di commensura per nascondere l’opera di copincolla, errori nella sovrapposizione dei livelli tra il viso e lo sfondo della foto, i capelli scontornati con figure geometriche e l’uso del “campionamento a lazo” per tutto il resto.

Unito al fatto che il timbro sulla foto sembra sospettosamente attaccato alla guancia della persona ritratta e, in ogni caso, con errori di livello diversi dal resto tali da rendere evidente l’applicazione come un “layer” fotografico successivo, abbiamo evidenti dubbi sulla veridicità del documento.

Dubbi rilanciati dall’Express e da Anton Gerashenko, che si è spinto a creare egli stesso diversi documenti sullo stile di quello della Vovk, ma coi visi di propagandiste Russe allo scopo di dimostrare la facilità di tale obiettivo.

I precedenti

A parte il citato “biglietto da visita di Yarosh” e questo caso, non sarebbe la prima volta che l’analisi forense mette in difficoltà le fonti russe.

Come è accaduto per le prove di uno smentito vandalismo ad Auschwitz, dove solo il Photoshop aveva aggiunto adesivi che incitavano a “gasare” il popolo Russo.

O come nel caso del “passaporto russo di Zelensky“, un fake oggetto di una bizzarra teoria del complotto che vede Volodimir Zelensky essere un “cittadino Russo disertore”, accusato dai suoi oppositori politici filorussi di aver tradito la sua patria per diventare capo di Stato altrove.

O come nel caso di Vladimir Bondarenko e Irina Kerimova, “fact checker artificiali” con storie improponibili che in comune hanno solo il non esistere, avere volti creati al computer, e essersi svegliati in una improvvisa crisi di mezza età attirati dal fascino magnetico di Putin dal quale hanno ottenuto ruoli importanti nelle “fonti russe”.

Tutto questo rende quantomeno sospetto il già sospetto documento di Natalia Vovk.

Foto tratte dall’account Twitter di Lauri Linnamäe

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