Le pericolose fake news contro la mammografia

di Shadow Ranger |

bufala sindaco di lonigo
Le pericolose fake news contro la mammografia Bufale.net

Ne abbiamo parlato più volte: le pericolose fake news contro la mammografia non accennano a fermarsi. Improbabili guru, santoni, esperti da tastiera, paladini del “noncielodikeno” affollano i social di messaggi a dir poco terroristici che incitano le donne a privarsi di questo strumento di prevenzione.

Con gravissime conseguenze.

Le pericolose fake news contro la mammografia

Di tumore al seno si guarisce. Come ricorda il medico specialista d.ssa Renata Gili si guarisce grazie alla diagnosi precoce, con una sopravvivenza assicurata nel 90% dei casi qualora il tumore sia individuato negli stadi iniziali.

Le pericolose fake news contro la mammografia

Le pericolose fake news contro la mammografia

Cosa che ovviamente può accadere solo grazie alla diagnosi precoce: autopalpazione, seguita da mammografia ed ecografia mammaria.

E qui rientra l’orrore del complotto. Scopriamo spesso di avere la febbre misurandocela: evitare di misurarla evita la febbre? No!

Secondo i complottisti evitare accuratamente diagnosi precoci di tumore equivale a non averlo: finché il tumore non diventa troppo avanzato per essere curato.

È da quando esiste questa rubrica che leggiamo “notizie shock” che scoraggiano gli esami precoci millantando falsi positivi o addirittura bufale per cui la mammografia provocherebbe il cancro.

Teorie assolutamente false anzi, pericolose.

Come mai?

Partiamo dalla seconda: la quantità di radiazioni necessarie per una mammografia è negligibile e si tratta di un test che si raccomanda ogni due anni. Non esiste nella vita la possibilità di provocare il cancro con una mammografia.

L’alternativa paventata dai complottisti è il falso positivo, ma cosa comporta? Un breve spavento seguito da un momento di grande sollievo, ecco cosa, e i falsi positivi, fonte ANDOS, si aggirano intorno al 3% dei casi.

Anche volendo considerare la stima europea del 17% per follow-up non invasivi e nel 3% per follow-up invasivi, l’alternativa quale sarebbe? Rientrare nel ben maggior numero di effettivi positivi, non saperlo perché si è omesso il test e scoprire il cancro tardivamente.

Esponendosi così ad interventi demolitivi assai più aggressivi e/o al rischio di morte.

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