“Dichiaro che non do a Facebook Meta il permesso di usare le mie foto”: ci cascano ancora

di Redazione Bufale |

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“Dichiaro che non do a Facebook Meta il permesso di usare le mie foto”: ci cascano ancora Bufale.net

Incredibile a dirsi, ma oggi 27 agosto 2023 apprendiamo che un numero non indifferente di utenti stia ancora credendo alla catena con “dichiaro che non do a Facebook Meta il permesso di usare le mie foto“. Certo, non siamo al cospetto di una truffa che mette a rischio la nostra sicurezza digitale ed il credito che abbiamo su conti e carte, a differenza di quanto osservato alcune settimane fa con un’altra storia da noi trattata, ma ciò non toglie che l’intera vicenda ci faccia storcere il naso.

Non credete alla catena “dichiaro che non do a Facebook Meta il permesso di usare le mie foto”

Per farvela breve, il messaggio virale con “dichiaro che non do a Facebook Meta il permesso di usare le mie foto” contiene un mucchio di sciocchezze. E questo viene a galla semplicemente soffermandoci su un paio di concetti relativi al post che ci è stato segnalato. In primo luogo, si parla di una dritta che sarebbe arrivata direttamente da un avvocato. Chi? Qual è il suo nome? Come sempre avviene in questi casi, siamo nell’universo del “dice mio cugino“.

Come se non bastasse, prima di attaccare con “dichiaro che non do a Facebook Meta il permesso di usare le mie foto”, viene evidenziato che la piattaforma sia in realtà un ente pubblico. Ora, Facebook può essere davvero tante cose, ma non un ente pubblico che richiami qualche fortunata pellicola di Checco Zalone. A volte, al di là dei discorsi sul fact checking, sarebbe sufficiente soffermarsi sul significato di alcuni concetti espressi in questi messaggi per comprendere che ci stanno prendendo in giro.

Il tutto, partendo dal presupposto che la pubblicazione del messaggio “dichiaro che non do a Facebook Meta il permesso di usare le mie foto”, con tutto il pippone che segue, certo non rappresenti un input per la piattaforma. Anche nel caso in cui il contenuto relativo alla nostra privacy fosse vero.

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