Tutti i capi di accusa di Donald Trump nel caso Stormy Daniels

di Bufale.net Team |

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Tutti i capi di accusa di Donald Trump nel caso Stormy Daniels Bufale.net

Tutti i capi di accusa di Donald Trump nel caso Daniels sono 34. Collegati tra loro, ma tutti sufficienti a creare diversi guai per il Tycoon, sufficienti alla convalida dell’arresto e al rilascio su cauzione.

Tutti i capi di accusa di Donald Trump nel caso Stormy Daniels

Tutti i capi di accusa di Donald Trump nel caso Stormy Daniels

E sufficienti a fargli dichiarare pubblicamente di essere un perseguitato che ha fatto solo “il bene dell’America”. Opinabile, almeno per quanto riguarda i capi di accusa.

Tutti i capi di accusa di Donald Trump nel caso Daniels

Sostanzialmente il problema in questione non è Stephanie Clifford, la pornostar nota come Stormy Daniels, ma l’accusa di una sistematica distrazione, ripetuta per 34 volte nel corso di dieci mesi, di fondi dell’Organizzazione Trump, il complesso di imprese del Tycoon, in favore della Clifford, per mezzo del legale di Trump.

Fondi che la difesa insiste essere “rimborso per spese legali”, ma l’accusa dichiara essere 130mila dollari usati per “comprare il silenzio” della Clifford evitando così imbarazzanti scandali a ridosso delle elezioni.

Soldi che Stephanie Clifford avrebbe accettato temendo per la propria sicurezza e della propria famiglia, data l’enorme asimmetria in termini di potere e timore reverenziale tra uno degli uomini più ricchi degli USA e, all’epoca, candidato alla Presidenza degli USA ed una semplice attrice del settore pornografico.

Ma questo è solo parte del problema: per quanto moralmente reprensibile dal punto di vista tecnico pagare qualcuno per nascondere scandali o al contrario diffondere buone notizie su un candidato non è illegale negli USA.

Quello che invece è illegale, anzi un vero e proprio crimine è falsificare il motivo dei pagamenti.

L’accusa (contestata naturalmente dalla difesa che ritiene tale teoria un volo pindarico) dichiara che Trump avrebbe coscientemente falsificato la natura dei pagamenti, distraendo quindi fondi dalla campagna, in quanto consapevole della natura di reato delle sue azioni, pronto quindi a spendere soldi per la campagna elettorale ma senza dichiararli come tali.

“L’imputato ha orchestrato un piano con altri per influenzare le elezioni presidenziali del 2016 identificando e acquistando informazioni negative su di lui per sopprimerne la pubblicazione e avvantaggiare le prospettive elettorali dell’imputato”, si legge nell’esposizione dei fatti dell’accusa. “Al fine di eseguire il piano illegale, i partecipanti hanno violato le leggi elettorali e hanno effettuato e causato false registrazioni nei registri aziendali di varie entità a New York”

Alvin Bragg, il procuratore che ha indagato sul caso Trump cita almeno altri due casi che evidenziano un vero e proprio modus operandi compatibile con la presente accusa: la dazione di 30mila dollari ad un portiere per evitare di diffondere voci a lui note su un figlio illegittimo del Tycoon e 150mila dollari per una donna che, nonostante il diniego di Trump, si dichiarava pronta a dichiarare di aver avuto relazioni sessuali con lui.

Cosa potrebbe accadere adesso?

Se il Tycoon viene assolto vi saranno minori conseguenze per lui, perlopiù legate al fatto che il processo comincerà a gennaio, nel pieno della campagna elettorale.

Potrebbe essere usato come mossa per conquistare il supporto dei fan duri e puri del Tycoon, ricordiamo pronti a difenderlo con momenti che rasentano il fanatismo.

Ma in caso di condanna, con una pena massima di 4 anni di galera e la qualifica di reato di classe E (il livello più basso, ma sempre un reato) la corsa alla Casa Bianca del Tycoon potrebbe fermarsi.

Le dichiarazioni del Tycoon riguardo il suo arresto come potenziale causa di “morte e distruzione” inoltre si presentano come un potenziale eco dell’assalto al Campidoglio e proprio le mosse dei suoi fan potrebbero essergli un ostacolo maggiore del beneficio che gli porterebbero.

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