Tribunale di Padova ribalta l’ordinanza: confermata sospensione lavoratori novax
Il Tribunale di Padova ribalta l’ordinanza: viene confermata la sospensione di due lavoratori novax, un’OSS e una centralinista. Cosa possibile nel mondo del diritto, ancorché un bastone tra le ruote nelle strumentali interpretazioni novax.
Riassunto delle puntate precedenti
La storia risale ad Aprile 2022. Una OSS aveva deciso di adire un provvedimento di urgenza (che i novax hanno trasfigurato sui social in sentenza, vedremo la differenza nel prosieguo) chiedendo di poter essere reintegrata nel lavoro.
Sappiamo che per medici e operatori sanitari la norma allora in vigore imponeva la sospensione senza stipendio del personale non vaccinato, purché non fosse disponibile una diversa mansione a cui riassegnarli.
L’operatrice suddetta aveva replicato eccependo di essere madre di famiglia con un figlio maggiorenne ed un minorenne ancora a carico, nonché con mutuo da pagare.
La differenza fondamentale tra sentenza e provvedimento di urgenza è tutta qui: il provvedimento di urgenza “non entra nel dettaglio”, ovvero fissa con una motivazione succinta una situazione che, ove si affrontasse un giudizio, potrebbe causare pregiudizio nell’attesa.
Si parla di “fumus boni iuris” e “periculum in mora”. Ovvero basta l’esistenza di un diritto di cui si discuterà e la necessità di agire immediatamente, anticipando quindi le necessarie “lungaggini” di un processo.
L’operatrice chiedeva quindi di essere reintegrata sul posto di lavoro, anche demansionata, con periodici e ripetuti tamponi. La struttura negava di avere posti per il ricollocamento, il Tribunale deliberava con ordinanza di reintegrare la lavoratrice con tamponi a sue spese.
Stante l’esito e la presenza di numerose parti incidentali del processo argomentativo relative alla validità dei vaccini stessi, l’ordinanza è diventata malgrado la volontà di tutti i coinvolti (che, ovviamente, desideravano solo fare chiarezza e giustizia) una sorta di bandiera novax.
Ammainata dalla sentenza di merito.
Tribunale di Padova ribalta l’ordinanza: confermata sospensione lavoratori novax
Per prima cosa i tre giudici del collegio ricordano che non è compito del magistrato del Lavoro valutare le scelte legislative, quindi le sue argomentazioni sull’efficacia del vaccino sarebbero «del tutto irrilevanti».
Spingendosi poi a specificare che, a differenza di quanto sostenuto nei ricorsi, non si tratta di terapie «sperimentali» ma autorizzate tanto da Roma quanto da Bruxelles. Cosa, questa, con alle spalle una risalente giurisprudenza di cui abbiamo avuto modo di trattare.
Anche la comparazione tra vaccino e tampone, trasfigurata sui social nella superiorità del tampone continuo come mezzo di prevenzione, è stata nel merito smantellata. Le due misure sono state definite “Diverse per natura e obiettivo”.
Parimento, il merito ha in via incidentale confermato l’utilità del Green Pass come mezzo per facilitare la circolazione intraeuropea evitando misure restrittive e confermato la presenza di sole 22 morti “correlabili” al vaccino rispetto a quasi 170mila morti sicure da COVID19, con proporzione tra rischi e benefici.
Superate le incidentali, anche il merito ha comportato per l’OSS e il centralinista il ritorno alla sospensione senza stipendio.
Ma di questo, temiamo i novax non vorranno far bandiera.
La situazione sia da monito: abbiamo infatti un altro provvedimento “promosso sui social” a sentenza pendente presso il Tribunale di Firenze, che a settembre potrebbe darci sorprese.
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