No, la “quarta rivoluzione industriale” non è hackerare l’essere umano

di Bufale.net Team |

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No, la “quarta rivoluzione industriale” non è hackerare l’essere umano Bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti una condivisione per cui la “quarta rivoluzione industriale” non è hackerare l’essere umano. Un video diffuso su Telegram, di cui vi mostriamo un estratto, ottenuto con la solita tecnica di montare due spezzoni.

No, la "quarta rivoluzione industriale" non è hackerare l'essere umano

No, la “quarta rivoluzione industriale” non è hackerare l’essere umano

Nel primo Klaus Schwab, alla presenza di alcuni VIP (sappiamo che le teorie del complotto vedono Klaus Schwab come un occulto dominatore e tutti i VIP della Terra parte della legione di “Poteri Forti” il cui scopo è umiliare, angariare e deridere i complottisti, i quali si sentono i veri “Lupi e Guerrieri” destinati ad una vita di grandezza e gloria che un Leonardo di Caprio a caso gli ha strappato crudelmente…) dichiara che la “quarta rivoluzione industriale” è in arrivo, e sarà una rivoluzione in cui l’uomo cambierà se stesso e non solo i mezzi di produzione.

Nella seconda parte il dottor Harari, presentato come “Transumanista e consigliere di Schwab” parla dei progressi della scienza e di “hackerare l’essere umano”.

I due pezzi, montati e rimontati, creano contenuti mistificati, di cui in parte ci eravamo già occupati.

No, la “quarta rivoluzione industriale” non è hackerare l’essere umano

La Quarta Rivoluzione Industriale, o “Industria 4.0” è sostanzialmente l’uso della tecnologia moderna nel processo produttivo, inizio dell’era dell’Immaginazione.

Il cambio di paradigma che prevede “cambiare l’essere umano” non include l’hackeraggio dello stesso, ma l’uso massiccio di Intelligenze Artificiali e Metaverso nel processo produttivo, passando da un modello “da banco di prova” ad un modello in cui diventa possibile avere prototipi nel Metaverso, quindi esclusivamente virtuali, per poi passare alle AI ed alla stampa 3D per avere prototipi fisici da studiare nelle situazioni di tutti i giorni, premiando quindi il lavoratore in grado di tenersi al passo con le nuove tecnologie rispetto al lavoratore genericamente in grado di “lavorare sodo”.

Nel momento in cui scriviamo la Quarta Rivoluzione Industriale è già superata dalla quinta, l’integrazione nel sistema produttivo di AI e Internet delle Cose, sostanzialmente portando l’adagio “Work smarter, not harder” (lavora in modo più astuto, non più duro) al suo estremo

Sì, ma l’hackeraggio?

Ne abbiamo già parlato a suo tempo.

In primo luogo Yuval Noah Harari non è in alcun modo braccio destro di Schwab, bensì un mero ospite a Davos. In secondo luogo il discorso riportato difetta del nucleo centrale: Harari non sta dicendo che dovremmo hackerare le menti umane, ma sta dicendo che siamo al livello cognitivo in cui simili obiettivi sono a portata di mano ma proprio per questo bisogna vigilare che la scienza venga usata in modo etico.

In sintesi, siamo sempre sull’orlo di abusare della tecnologia e delle sue possibilità in modo poco etico, potendo così acquisire poteri “simili a quelli di un dio”, ma non la saggezza divina in quanto sempre a rischio di confondere “potere con saggezza”.

Il contrario di quello che la condivisione virale fa ritenere.

Conclusione

La “quarta rivoluzione industriale” non prevede hackerare e controllare l’essere umano, ma usare con saggezza gli strumenti della modernità come le AI generative e le connessioni a banda larga, il metaverso e la stampa 3D.

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