Maltrattamenti all’ospedale di Taranto, ASL e magistratura indagano

di Luca Mastinu |

bufala sindaco di lonigo
Maltrattamenti all’ospedale di Taranto, ASL e magistratura indagano Bufale.net

I nostri lettori ci segnalano un articolo pubblicato il 4 dicembre 2020 su Storie Maledette che riporta alcuni episodi di maltrattamenti all’ospedale di Taranto. Tre in particolare sono gli episodi riportati nella notizia: un medico che dice “suo padre morirà” a una figlia in apprensione per il padre ricoverato, furti ai danni dei defunti e un anziano ricoverato in un container fatiscente che chiede al figlio di avvertire la polizia. La notizia è riportata anche sui principali quotidiani nazionali.

Come apprendiamo anche dal Giornale la struttura sulla quale ora sono puntati i riflettori è il Moscati di Taranto.

Tra l’1 e il 2 novembre un 78enne viene ricoverato per Covid e il giorno seguente l’uomo, che fino a quel momento si è tenuto in contatto con i famigliari col telefonino, ha detto: “Venitemi a prendere, qui muoio. La figlia del paziente è un avvocato e il 3 novembre riesce a mettersi in contatto con un medico impegnato nell’Auditorium in cui è stato sistemato il padre. Lo riporta Repubblica, che ha sentito la donna: il medico le ha detto “Suo padre non collabora, non vuole mettersi la maschera Cpap, fra dieci minuti morirà, preparatevi”, e da quel momento dall’altra parte del telefono sono arrivate urla come da aggressione. La donna sostiene che al padre non è stata somministrata alcuna terapia, solamente l’ossigeno. Poco dopo il medico che assisteva suo padre l’ha chiamata e ha riferito: Gliel’avevo detto che moriva, ed è morto. Tali dichiarazioni sono ora al vaglio della Procura.

La Procura ha richiesto la cartella clinica all’ospedale e ha aperto un fascicolo su altri casi di morti al Moscati. Repubblica scrive:

I procedimenti sono più d’uno, fanno seguito alle denunce dei parenti, ma sono volti anche a verificare la corretta osservanza delle misure precauzionali sanitarie da parte della dirigenza ospedaliera. Il sospetto è che l’organizzazione, le attrezzature e il numero del personale tra ottobre e novembre non fossero adeguati ad affrontare la seconda ondata della pandemia, lasciando spazio all’improvvisazione, a Operatori socio sanitari utilizzati come infermieri e personale sotto stress, portando a gravi mancanze.

Come riporta Ansa confermando i dati raccolti da Repubblica, i casi sono emersi specialmente con un gruppo WhatsApp creato dal figlio di un uomo ricoverato in condizioni di indecenza all’interno di un container fatiscente. Numerose sono state le denunce per la sparizione di effetti personali dei defunti da Covid, soprattutto telefonini e gioielli. Su questo aspetto la ASL di Taranto ha diffuso una nota che troviamo a questo indirizzo in cui nega che il personale sanitario si appropri degli effetti personali dei pazienti deceduti.

Sul caso si è attivato anche il Tribunale del Malato che, nella persona della coordinatrice Adalgisa Stanzione, riporta l’inadeguatezza della struttura ad affrontare la seconda ondata della pandemia: “C’è stata una sottovalutazione delle autorità competenti”, afferma la dirigente, e continua: “Gli Oss hanno dovuto sopperire al lavoro degli infermieri”.

Sul Giornale di Taranto leggiamo che il Comune del capoluogo pugliese ha convocato il direttore generale della ASL di Taranto per avere chiarezza. Nel frattempo, come già detto, la Procura ha aperto un fascicolo per sette presunti casi di maltrattamenti mentre l’ASL ha avviato un’indagine interna.

Le famiglie contestano maltrattamenti, comunicazioni fuori luogo tra il personale e i parenti dei degenti e morti sospette. Riporteremo in un prossimo articolo tutti gli aggiornamenti sui sospetti maltrattamenti all’ospedale di Taranto.

Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o con una donazione PAYPAL.

Ultimi Articoli