Le “fontirusse” confondono l’inno della Luftwaffe Nazista con canto bretone

di Bufale.net Team |

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Le “fontirusse” confondono l’inno della Luftwaffe Nazista con canto bretone Bufale.net

Le “fontirusse” confondono l’inno della Luftwaffe Nazista con canto bretone: e questo basterebbe a rendere tutto grottesco, se non fosse parte di una costruzione che supera le bufale e diventa mitologia.

Per i pigri riassumiamo qui: i “bambini che cantano l’inno della Luftwaffe Nazista” stanno in realtà cantando l’arrangiamento di un canto della Bretagna.

Premessa: perché l’accusa di Nazismo torna spesso

Ne abbiamo parlato esaminando l’ultimo rapporto EDMO sulla disinformazione a livello Europeo: le c.d. “Fonti Russe” hanno una precisa narrazione che le generazioni future non potranno che studiare con sussiego e disprezzo. Secondo la narrazione filorussa gli Ucraini sono “nazisti per nascita”, anzi geneticamente.

L’Ucraino esiste per spargersi per il mondo, bullo e tatuato, improbabile (e fake) ambasciatore, araldo e testimonial del Nazismo che insegna i valori del Nazifascismo ad una Europa che, comunque, per le fonti russe è già patria del nazisfascismo voglioso di annientare per sempre la Russia sovietica e cancellare sotto il suo stivale i suoi valori e il Popolo Russo stesso.

Una narrazione che sovente si tinge di farsa: abbiamo registrato improbabili interpellanze parlamentari contro presunti “Mutanti Ucraini” che con ogni dose di vaccino Pfizer ricevuto ottengono poteri superiori a quelli del normale essere umano e un “lavaggio del cervello” che li rende ancora più nazisti e pronti a tutto per cancellare sinanco le vestigia del glorioso passato sovietico.

Un “popolo di mostri” (“Guardate negli occhi dei mostri” è una citazione letterale), nazisti sin dalla fanciullezza, con colpe ataviche pronte a giustificare ogni atrocità. Con tanto di registrazioni patetiche del buon soldato russo che, dopo aver telefonato alla madre, riceve mille moine e complimenti per aver ucciso a bastonate degli ucraini “che non sono umani” e quindi nazisti.

Tale odio colpisce anche i bambini. E alla cieca.

Le “fontirusse” confondono l’inno della Luftwaffe Nazista con canto bretone

Possiamo ora passare al video oggetto di analisi, presunti bambini Ucraini che cantano l’inno della Luftwaffe Nazista.

Video che dovrebbe dimostrare la teoria, a pensarci brutalmente xenofoba, alla base dell’intero assioma delle “Fonti Russe”. Esiste un popolo nazista per natura, se non a livello epigenetico, tale che persino i bambini si producono in manifestazioni simili.

Ma esiste una situazione che non esiste

Le "fontirusse" confondono l'inno della Luftwaffe Nazista con canto bretone

Le “fontirusse” confondono l’inno della Luftwaffe Nazista con canto bretone

Da notare che chi ha ricondiviso il video non si è neanche peritato di censurare il volto dei minori, ottima pratica peraltro raccomandata anche nel giornalismo per la tutela dei bambini. Ma, evidentemente, simili tutele ai “cuccioli di nazismo” sembra non applicarsi.

Come sembra non applicarsi alcun controllo: il presunto “inno nazista” è un arrangiamento del canto tradizionale Bretone “Son Ar Chistr”, la “Canzone del Sidro” scritta nel 1929 da due adolescenti locali.

Il testo della canzone, a ben vedere, è quanto di più lontano ci possa essere da un inno militare sul pianeta: si tratta del lamento di un ubriacone che, lasciato anche dalla moglie, si consola pensando che finché il sidro costerà solo un penny al boccale potrà annegarvi ogni dispiacere.

L’adattamento in questione, per essere precisi è “Zeven Dagen Lang” (“Per sette giorni”), del gruppo danese “Bots”. In questa variante/adattamento del testo ancora non ci sono riferimenti al nazismo ed alla Luftwaffe, ma la sbronza diventa ecumenica.

Cosa c’entra una canzone sulle sbronze con l’Ucraina?

Zeven Dagen Lang aggiunge un significato di unità: se in “Son Ar Christr” l’ubriacone di turno dichiara di essere felice di bere sidro a un penny al boccale, il bevitore di Zeven Dagen Lang descrive una parabola pari alla versione da taverna dei tre Pessimismi Leopardiani.

In una prima strofa il cantante esprime il desiderio di potersi sbronzare per sette giorni di fila, ma, aperta la botte, di poter condividere la bevuta coi suoi amici.

Nelle strofe successive il cantante dichiara di voler anche mangiare per sette giorni di fila coi suoi amici e infine di voler lavorare per sette giorni di fila coi suoi amici, e combattere per raggiungere benessere, felicità e poter tornare a casa ed amare la propria compagna per altri sette giorni.

È evidente nelle strofe conclusive il paragone con la situazione ucraina, ovvero l’aspirazione che uno sforzo collettivo e universale possa riscattare dalla tristezza (la parte “alcolica”) del canto gli Ucraini e condurli a lavorare assieme per un futuro dove l’amore trionfi.

Come nel Pessimismo Leopardiano si passa dalla consapevolezza che l’Uomo nasce per soffrire a quella che gli uomini possono unirsi assieme per cercare di soffrire meno.

L’origine della fake news nasce da un account Twitter, che, curiosamente ma assai maldestramente cita come fonte un video in cui “Zeven Dagen Lang” è sovrimposto ad una bandiera nazista dal titolo inglese “National Anthems Air Force the third reich luftwaffe” ma dal disclaimer in russo scritto con l’alfabeto cirillico (quindi meno ovvio per il lettore occidentale) Non è l’inno ufficiale della Luftwaffe.! Iscriviti al canale!”

Una clickbait usata quindi per spingere una bufala.

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