L’America sei mesi prima della Seconda Guerra Mondiale…

di Bufale.net Team |

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Ci segnalano i nostri contatti un video che mostra un raduno nazista in America, deducendo erroneamente che l’America è nazista. Erroneamente perché, dato storico alla mano, sarebbe come dedurre che la vocale presenza di filoputiniani inclini alla distruzione dell’Ucraina nel dibattito social e dintorni europeo e anche Italiano (compreso di improbabili appelli a Putin per rovesciare la classe politica Italiana…) renda l’Italia stessa una nazione culturalmente filorussa, ostile alla NATO e asservita a Putin.

L'America sei mesi prima della Seconda Guerra Mondiale...

L’America sei mesi prima della Seconda Guerra Mondiale…

In realtà la situazione ora come allora è la stessa: c’erano movimenti anti-interventisti e filo-tedeschi anche in quell’America che dopo Pearl Habour sarebbe scesa militarmente in campo contro l’Asse.

L’America sei mesi prima della Seconda Guerra Mondiale…

Le scene vengono prese da un raduno del German American Bund, formalmente una associazione di Americani di provenienza tedesca, formalmente dedita a promuovere relazioni migliori tra le due madre patria ma di fatto decisamente sbilanciata (eufemismo) verso la Germania Nazista.

Così tanto da dover cambiare il suo nome iniziale, “Amici della Nuova Germania”, per evitare le accuse di essere una associazione antiamericana che, tranquilli, nella sua storia arriverà.

Al contrario della fake news diffusa nell’audio mostratoci, che parla di “cinque milioni di nazisti” il German American Bund nella sua massima espansione di circa 25mila membri.

Rifondato dopo il fallimento della sua iterazione precedente, già entrata nell’occhio delle commissioni americane, Il GAB è il motivo per cui in America è esistito l’ HUAC, il “comitato contro le attività antiamericane”, creato apposta per definire il GAB una associazione “razzista e sin troppo vocale”, stabilendo di non poter però bloccarli alla radice proprio a causa del Primo Emendamento.

Insomma, il paradosso della tolleranza che impone il tollerare gli intolleranti finché essi si limitano alle parole e non ai fatti. Martin Dies Jr., il capo della commissione che definì il GAB Anti Americano fu insignito nel 1938 di un premio per il suo Americanismo.

Le immagini contenute nel video risalgono al 1939: momento di massima espansione del GAB e, non troppo ironicamente, della sua dissoluzione. Leader dell’epoca era tale Fritz Julius Kuhn, reduce bavarese della Prima Guerra Mondiale vistosamente affine alle idee di Hitler che si spinse a prendersela col Presidente degli USA, gli ebrei e la maggioranza della popolazione Americana vagheggiando il solito “complotto giudaico” e invocando un presunto nazifascismo di Washington.

La fine del GAB ha molti punti in contatto con la fine di Al Capone: il Procuratore Distrettuale di New York decise di decapitare il GAB arrestando Kuhn per appropriazione indebita dei fondi raccolti del GAB stesso e altri reati fiscali legati. A tempo di record egli fu incriminato, condannato ed espatriato in Germania dove morì nell’oblio nel 1951.

Il GAB deprivato di fondi e di un leader perse trazione: con l’ingresso in guerra degli USA fu formalmente costretto a sciogliersi e i suoi ufficiali arrestati. Il successore di Kuhn, tale Gerard Kunze fu catturato in Messico come sovversivo e condannato a 15 anni. Ventiquattro ufficiali seguirono, altri preferirono suicidarsi prima della cattura, altri ancora si ritrovarono privati della doppia cittadinanza e spesero il resto del conflitto in campi di prigionia.

Proprio nell’ultima fiammata del GAB, la manifestazione al Madison Square Garden, un migliaio di protestanti al grido di “Scacciate i nazi dall’America” e “Dateci maschere antigas, non vogliamo la puzza di nazismo” riuscirono a sfondare i picchetti dell’organizzazione filotedesca. Associazioni simili come America’s First di Charles Lindenberg parimenti chiusero i battenti nel conflitto.

Il caso Ford

È pur vero che Henry Ford effettivamente nutrì per molto tempo idee antisemite che lo resero tra gli idoli personali di Adolf Hitler, che aveva un suo ritratto alla sede del Partito Nazionalsocialista, spingendosi a pubblicare una intera testata dedicata alla diffusione di teorie del complotto antiebraiche.

Nel 1927, complice anche il fatto che nel mercato americano che il testo che è stato chiesto di esaminare definisce con sin troppa leggerezza “nazista”, ma che di fatto non lo era, la diffusione di simili contenuti avrebbe probabilmente ridotto alla bancarotta la Ford stessa, Henry Ford pubblicò una abiura e ritrattazione di tutti i suoi contenuti con scuse, ben recepite dalla comunità ebraica americana, scrivendo altresì una lettera di scuse alla Anti-Defamation League rinnegando e distanziandosi dalle passate idee.

Non staremo qui a discutere sulla bontà della redenzione di Ford (c’è ancora chi ritiene, vedi “Pool&Pool”, che le lettere siano state scritte a suo nome allo scopo): faremmo notare che in uno “stato nazista” non ci sarebbe stato bisogno per il Ford imprenditore di abiurare posizioni apertamente naziste.

Nella biografia di Lacey Robert, Ford, del 1986, a puntello della teoria del pentimento viene descritta la scena probabilmente agiografica di Henry Ford che ormai vecchio e malato viene costretto a guardare video dei campi di sterminio e, assumendosi la responsabilità di aver contribuito ad essi con le sue idee, crolla per terra stroncato da un ictus che ne accelererà la fine.

Non esattamente “cose che fanno curriculum”

Conclusione

Il video esaspera di molto l’influenza del German American Bund escludendo la condanna rivolta ad esso dalla società americana.

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