La stupefacente credenza dell’acqua solarizzata

di Shadow Ranger |

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La stupefacente credenza dell’acqua solarizzata Bufale.net

L’acqua solarizzata fa parte del ricco filone disinformativo dei supercibi, mitologiche sostanza cui è possibile dare natura di filtro magico che guarisce da ogni male perpetrando una serie di operazioni.

È un semplice esperimento di psicologia spicciola: l’essere umano è una creatura semplice, e non concepisce l’idea di un gesto inutile.

“Se io faccio qualcosa, e se faccio questo qualcosa bene, allora io otterrò qualcosa in cambio”

Del resto è il fenomeno che giustifica il lavoro (“Lavoro quindi sarò pagato) ed ogni attività umana (“Compio una azione tale, mi aspetto il risultato tale”).

C’è un solo problema: l’acqua non conserva informazioni.

La stupefacente credenza dell’acqua solarizzata

L’intero assunto dell’acqua solarizzata si basa su una variante “magica” dell’omeopatia: l’acqua “ricorda l’energia fotonica” e trasmette tale memoria agli organismi viventi.

La stupefacente credenza dell'acqua solarizzata

La stupefacente credenza dell’acqua solarizzata

Siamo alla gag del film Frozen 2 in cui Olaf, il buffo pupazzo di neve parlante, spiega alla principessa Elsa, maga bionda, bella e gentile col potere di controllare la neve, che anche lui comprende la magia perché “l’acqua ricorda ogni posto in cui è stata” suscitando nella stessa un breve cenno di forte disgusto quando le viene fatto notare che detti posti comprendono anche urine e feci di persone ed animali.

La teoria dell’acqua in grado di preservare memorie è un plurismentito caposaldo delle c.d. “scienze alternative”, e se non vi è memoria, non vi è niente da attivare.

Uno dei post sull'argomento

Uno dei post sull’argomento

Esiste un metodo di disinfezione, chiamato SODIS, che nei paesi emergenti sostituisce l’uso di altri metodi di disinfezione con bottiglie di plastica trasparenti esposte per lungo periodo a luce solare diretta in modo da combinare l’azione dei raggi UV all’incremento delle temperature.

Il Metodo SODIS ovviamente non funziona con bottiglie di vetro di particolari cromaticità (buone per dare un certo effetto fumo e specchi e creare un mercato al riguardo, ma che anzi ostacolerebbero l’assorbimento di radiazioni UV), ed ha una serie di limiti che lo rendono diverso dalla presunta solarizzazione. Ad esempio richiede una esposizione di gran lunga superiore (almeno sei ore) e non sostituisce la filtrazione delle torbidità, e neppure il bisogno di stoccare l’acqua in condizioni igieniche adeguate.

Va da sè che esporre acqua già potabile come i vari post Facebook espongono al Sole per un’ora è solo un esercizio di futilità.

Esercizio che non comporta alcun vantaggio concreto, ma l’illusione di un vantaggio.

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