La bufala della Settimana Santa: “Gesù era Palestinese” (ma anche no)
Ci segnalano i nostri contatti un account in lingua spagnola che diffonde la falsa teoria per cui Gesù era Palestinese. Più che falsa teoria proprio una falsa credenza basata su conoscenze geografiche e storiche piuttosto carenti.
Lo stesso account diffonde infatti anche la bufala da noi affrontata (arricchita da un grottesco fumetto fatto con l’Intelligenza Artificiale…) per cui l’antisemitismo non sarebbe sentimento contro gli Ebrei ma contro Palestinesi, Cananei, Assiri e Fenici (e sinceramente, vorremmo l’autore ci presenti un Fenicio o un Assiro vittima di discriminazione in quanto tale nel 2024).
La bufala della Settimana Santa: “Gesù era Palestinese” (ma anche no)
Nelle Vite dei Cesari di Svetonio, per essere precisi nel capitolo 23 della Vita di Claudio appare una menzione del “Gesù Storico”, escludendo quindi la mitologia religiosa, che descrive espressamente lo stesso come un giudeo sedizioso.
Anzi, per mostrarvi la citazione letterale, viene detto che l’Imperatore Claudio
“Espulse da Roma i Giudei che per istigazione di Cresto erano continua causa di disordine” (Vita Claudii XXIII, 4)
“Cresto” è ovviamente una corruzione di “Gesù il Cristo”: all’epoca il Cristianesimo non era ancora il culto più diffuso, con una stima di circa 2,4 miliardi di fedeli, pari al 30% della popolazione globale nel 2022, ma semplicemente una delle tante religioni “misteriche” un tanto al chilo diffuse sottotraccia nell’Impero e considerate con sussiego.
Gesù “il Cresto” infatti non era neppure ritenuto da Svetonio così importante da assicurarsi di aver compreso bene il suo soprannome, in un caso ante-litteram di “E se questo Cresto vuole fare una sua religione, fondi un suo culto, metta in piedi un’organizzazione, mandi San Paolo all’Aeropago, vediamo quanti fedeli prende e perché non lo fa?“, ma era ritenuto un Giudeo.
La Terza Guerra Giudaica
Non poteva essere altro: fino alla terza guerra giudaica, combattutasi nel biennio dal 132 al 134 d.C., il territorio che ora chiamiamo Palestina faceva parte della provincia Romana di Giudea, parte del Regno di Giudea comprendente le province di Giudea, Samaria e Idumea.
Alla morte di Erode il Grande nel 4 d.C. infatti il precedente Regno Erodiano di Giudea fu scisso in tre parti, e uno dei tre figli, Archelao, ottenne per due anni le tre province indicate.
Nel 6 d.C. il buon Archelao fu buttato fuori in malo modo da Cesare Augusto, accusato di malgoverno dai Giudei, e il suo Regno divenne una provincia Romana retta da una serie di Governatori Romani (il cui primo fu Coponio), fino alla terza guerra Giudaica al termine della quale la Provincia di Giudea fu rimpiazzata dalla provincia di Syria Palaestina, Gerusalemme fu rasa al suolo e sostituita da Aelia Capitolina cominciando la Grande Diaspora.
Possiamo quindi intuire che prima di cent’anni dopo la morte del Cristo non si parlasse di Palestina ma di Giudea, e che a tutti gli effetti Gesù Cristo fosse un giudeo, e che la sua intera predicazione si sia basata sulla provincia romana di Giudea.
Basterebbe aver almeno guardato Ben Hur e Brian di Nazareth per saperlo.
Siamo quindi al livello della famosa bufala filorussa per cui i Nativi Americani erano segretamente Russi partiti dalla Russia e riscoperti da alcuni Russi mandati ad opprimerli in nome della Russia.
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