Il mito degli “ebrei che rubano gli organi ai palestinesi” e la “maledizione del sangue”

di Bufale.net Team |

bufala sindaco di lonigo
Il mito degli “ebrei che rubano gli organi ai palestinesi” e la “maledizione del sangue” Bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti una “card” di una testata palestinese, talora descritta come associata a gruppi militanti, che descrive “ebrei che rubano gli organi ai palestinesi” citando delle fosse comuni come prova.

In realtà, come abbiamo avuto modo vedere relativamente alle fake news sul trapianto di organi, il furto di organi è una delle leggende metropolitane più diffuse e più inveritiere, cosa che cancella la credibilità dell’intero assunto.

Il mito degli “ebrei che rubano gli organi ai palestinesi”

Ne abbiamo già parlato quando in un improbabile post Facebook si invitava a boicottare le donazioni di organi per scoraggiare il presunto “furto di organi”, e quando in era COVID furono i medici ad essere accusati di “raccapricciante furto di organi”, fake news questa che portò a inevitabili tutele legali.

Il mito degli "ebrei che rubano gli organi ai palestinesi" e la "maledizione del sangue"

Il mito degli “ebrei che rubano gli organi ai palestinesi” e la “maledizione del sangue”

La stessa bufala è riapparsa anche in tema filorusso, con gli Ucraini accusati di tale pratica disumana.

Sappiamo invece dalle ricerche effettuate per tutti i precedenti articoli che in realtà un espianto va fatto in condizioni controllate e sotto test rigidi.

Trascinare un moribondo in un “laboratorio sotterraneo” o, peggio, direttamente su un campo di battaglia sotto le bombe, significa di fatto ottenere organi inutilizzabili e correre il rischio di trapiantare nel fantomatico “ricco ebreo” un organo infettato da malattie sconosciute, danneggiato e di incerte condizioni.

Nessuno sano di mente organizzerebbe un racket criminale rubando organi da soldati feriti in battaglia: avrebbe tanto senso quanto cercare di vendere automobili saltate sulle mine dopo averle incollate con l’attack.

Come funziona in realtà

Ovviamente, no puoi semplicemente tenere un morto in frigorifero e poi espiantargli gli organi.

E non puoi uccidere persone a caso per gli organi.

Sapete perché in un espianto di organi sono presenti gli anestesisti? Non perché secondo alcune teorie del complotto non meno bizzarre di questa ti espiantino gli organi da vivi, ma perché è necessario che gli organi in qualche modo continuino a ricevere nutrimento e movimenti inconsulti non più legati alla vita non rendano disagevole l’operazione di espianto.

Sostanzialmente, in condizioni ordinarie il cervello ha bisogno di sangue ricco di nutrienti e di ossigeno per vivere.

Il sangue glielo pompa il cuore, l’ossigeno ce lo mettono i polmoni.

Il cervello si procura l’ossigeno “ordinando” ai polmoni di continuare a respirare, ma non ha bisogno di dare “ordini diretti” al cuore. Il cuore continua a battere finché gli passa sangue ossigenato dentro, grazie all’attività del nodo senoatriale, il c.d. pacemaker naturale.

Quando infatti il nodo senoatriale smette di funzionare come si deve, un essere umano può subire l’impianto di un pacemaker artificiale e vivere felice per diversi anni, una vita intera, con una “scatoletta” che dice al cuore come deve battere pompando sangue ben ossigenato in tutto il suo corpo e tenendo quindi vivi e in salute tutti i suoi organi.

Un corpo morto in condizioni atroci come la guerra, buttato su un tavolo e aperto come una valigia, senza un equipe di medici che si occupi di mantenere gli organi idonei al trapianto sarebbe una sorgente inidonea.

A 24 ore dalla morte, senza mantenere ossigenazione e afflusso di sangue gli organi diventano inutilizzabili. Se prelevati da un campo di battaglia e in condizioni non sterili lo diventano in ogni caso.

Un ipotetico “business ebreo degli organi” rischierebbe di rivendere organi destinati al rigetto od ad ammazzare direttamente il ricevente per gravi malattie.

E qui torniamo all’origine di tutto.

La “maledizione del sangue”

Avrete tutti sentito la leggenda metropolitana dell'”ebreo che avvelena i pozzi”, dell’ebreo malfattore naturale.

Deriva tutto da un fortissimo antisemitismo connaturato nella società, che emerge con spiegazioni pseudobibliche, tra cui la “maledizione del sangue”.

La teoria, derivante da una rilettura del Vangelo di Matteo secondo cui dicendo “Il sangue suo ricada sulla nostra gente” gli Ebrei “collettivamente” si sarebbero autodenunciati come assassini del Cristo e meritevoli di ogni punizione da qui all’Eternità, e quindi si sarebbero autodichiarati esseri malvagi pronti a compiere ogni crudeltà e meritevoli di ogni punizione da parte di ogni altro popolo.

Da allora nella storia l’Ebreo fu accusato di ogni infamia: avvelenare i pozzi, spargere pestilenze, provocare guerre e malattie, fare parte di una cabala di dominatori del mondo solo ultimamente spodestata dai “Poteri Forti” e, attualmente, rubare organi a caso.

Cosa che, come vedete, non è mai andata fuori moda.

Aggiornamento: Il portale Geoconfirmed, ad ulteriore riprova degli elementi dubbi della vicenda, conferma come si tratti di una sepoltura di massa precedentemente nota. Fermo restando tutti gli altri profili decisamente oscuri.

Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o con una donazione PAYPAL.

Ultimi Articoli