Cassiera “troppo aggressiva” col rapinatore, nessun risarcimento: alcune precisazioni

di Luca Mastinu |

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Cassiera “troppo aggressiva” col rapinatore, nessun risarcimento: alcune precisazioni Bufale.net

In queste ore si moltiplicano commenti e post sulla cassiera che sarebbe stata ritenuta “troppo aggressiva” dal giudice mentre affrontava un rapinatore sul posto di lavoro. Per questo dal tribunale si è deciso che la donna non riceverà alcun risarcimento, e dovrà addirittura sostenere le spese processuali. Questo è quanto scritto da Mario Giordano su La Verità in un articolo pubblicato ieri, giovedì 9 dicembre.

Il tribunale di Lucca ha negato il risarcimento a una cassiera, vittima di una rapina nel supermercato, per aver «urlato troppo». La donna era rimasta ferita da 200 pallini esplosi da un fucile a canne mozze. Adesso dovrà pagare anche 5.800 euro di spese legali.

L’articolo è riservato agli abbonati. Tuttavia, troviamo la stessa notizia sul Giornale. “Oltre al danno pure la beffa” è il commento più ricorrente. Dai toni con cui viene presentata e commentata la notizia sembrerebbe che la cassiera abbia perso la causa contro il rapinatore che l’aveva ferita, perché secondo i giudici la donna sarebbe stata troppo aggressiva contro l’aguzzino e per questo avrebbe provocato in lui la reazione violenta.

La rapina nel 2014

Era il 29 maggio 2014 quando Ombretta Cordoni, 60enne, stava svolgendo regolare servizio alla cassa di un supermercato della catena Penny Market di Pontetetto (Lucca). La notizia è ancora online. Verso le ore 20 un uomo si era infiltrato tra i clienti e si era disposto in fila. Improvvisamente aveva tentato di mettere le mani sulla cassa, approfittando del momento in cui la signora Cordoni stava consegnando il resto a un cliente. La cassiera era riuscita a chiudere la cassa e ad impedire che il rapinatore allungasse ulteriormente le mani.

Indispettito per non essere riuscito nell’intento, il rapinatore aveva estratto un fucile a canne mozze – depotenziato, scriveva la stampa locale – da una borsa a tracolla che portava con sé. A quel punto aveva puntato l’arma contro la cassiera e dopo aver detto: “Grulla, mi dovevi dare i soldi” aveva sparato contro il torace della donna. Subito dopo si era dato alla macchia.

Il tutto era avvenuto in presenza di almeno 12 clienti, i quali avevano soccorso la donna subito dopo l’accaduto allertando il 118 e le forze dell’ordine. Nel 2015 un 49enne inizialmente indagato per rapina e tentato omicidio era stato assolto per prove carenti.

Cassiera “troppo aggressiva”?

Il focus di oggi è sulla sentenza del giudice, che avrebbe negato il risarcimento alla donna in quanto considerata troppo aggressiva nei confronti del rapinatore. La notizia è riportata anche da Quotidiano.net (attenzione: per leggere il pezzo è necessario loggarsi). L’articolo riporta le dichiarazioni di Aldo Costantini, marito di Ombretta Cordoni, che racconta:

Abbiamo chiesto un risarcimento al datore di lavoro, ma ci è stato respinto dal Tribunale di Lucca perché il comportamento di mia moglie, durante quell’incubo, non sarebbe stato in qualche modo adeguato.

Il marito, infatti, precisa che “abbiamo chiesto i danni alla catena di supermercati, dunque non al rapinatore. Richiesta respinta dal giudice. La donna dovrà pagare 5800 euro di spese legali, per questo la coppia sta valutando il ricorso in appello insieme all’avvocato di fiducia. Perché la sentenza? Lo precisa Il Tirreno, ma l’articolo è riservato agli abbonati. L’occhiello riporta:

L’episodio in provincia di Lucca. La donna inveì contro il rapinatore che le sparò con un fucile: ma il tribunale di Lucca respinge la sua richiesta di risarcimento danni e ora dovrà pagare le spese legali all’ex datore di lavoro.

Sui social, tuttavia, circola anche lo screenshot della versione cartacea:

Il tribunale civile di Lucca ha respinto la richiesta di risarcimento danni (250mila euro) presentata dalla donna contro la società Penny Market e ha motivato la decisione con il comportamento tenuto dalla dipendente che sarebbe andata oltre i suoi compiti in occasione della rapina.

[…]

Nelle sue memorie difensive, la società ha argomentato che la politica aziendale è quella di intimare al personale di non prendere iniziative considerata la copertura assicurativa in caso di furti o rapine. Quello che la cassiera fece la sera del 29 maggio 2014 nel punto vendita di Pontetetto (Lucca), secondo il verdetto, fu una scelta autonoma i cui effetti non possono essere imputati a presunte negligenze nella sicurezza a carico della proprietà del supermarket. Il punto contestato dalla cassiera era l’assenza di guardie esterne e più in generale a livello di presidi di videosorveglianza. Elementi ritenuti non plausibili per giustificare un risarcimento.

Infine, una citazione della sentenza:

Non può non osservarsi che l’esplosione del colpo da fuoco risulta nel caso in esame piuttosto conseguenza del comportamento decisamente aggressivo assunto dalla ricorrente che funzionale all’effettuazione della rapina. E d’altra parte il comportamento tenuto dalla ricorrente, quando ormai il ladro aveva sottratto le banconote, appare privo di qualsivoglia utilità e a vario titolo dannoso, anche, infine, per l’eccesso di aggressività suscitata nel rapinatore.

Quindi?

È certamente una sentenza che può suscitare indignazione e far storcere il naso, ma riteniamo doveroso precisare che Ombretta Cordoni ha perso la causa contro l’azienda, non contro il rapinatore. Secondo la sentenza e secondo le memorie difensive dell’azienda, la donna non si sarebbe attenuta alla politica aziendale che regola il comportamento dei dipendenti in caso di rapina, politica che si attiene alla copertura assicurativa. Agendo di istinto, la donna sarebbe andata oltre tali disposizioni sollevandosi dunque dal diritto di risarcimento previsto dalla copertura assicurativa.

Si parla di “cassiera troppo aggressiva”, dunque, in termini di politica aziendale di risarcimento: per vincere la causa contro l’azienda, la donna non avrebbe dovuto prendere iniziative. Dell’identità del rapinatore, infine, non esistono notizie.

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