Body shaming su Patrick Zaki: il punto basso e insensato del complottismo

di Bufale.net Team |

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Body shaming su Patrick Zaki: il punto basso e insensato del complottismo Bufale.net

A volte il complottismo sa essere brutale e cattivo, di quella cattiveria che ignora i fatti per passare alle crudeli illazioni, a volte direttamente al bodyshaming spicciolo.

Body shaming su Patrick Zaki: il punto basso e insensato del complottismo

Body shaming su Patrick Zaki: il punto basso e insensato del complottismo

Nel quale rivediamo echi del razzismo che per decenni ha colpito gli immigrati: quella bizzarra teoria per cui l’immigrato ha diritto di esistere solo sotto le sembianze di un’entità malaticcia e macilenta, poco più che pelle ed ossa, piagata dalla malattia perché se per avventura riuscisse a conservare anche solo la parvenza della possibilità di sopravvivere questo sarebbe per il leone da tastiera minimo un oltraggio intollerabile.

Body shaming su Patrick Zaki: il punto basso e insensato del complottismo

Quindi abbiamo una condivisione che parla di una inesistente “pancetta”, insinuando che l’unico modo per credere al dolore di Zaki sarebbe stato vederlo ricoperto di piaghe e pustole, scheletrico e sofferente e insinando malamente che l’unica tortura ammessa sia “mangiare insetti, pane ed acqua”.

Abbiamo già parlato del percorso carcerario di Patrick Zaki, dove la sua carcerazione preventiva, senza quindi una vera ed acclarata colpevolezza, è durata dal Febbraio 2020 al Dicembre 2021, quasi due anni quindi.

Due anni in cui Amnesty International ha documentato pratiche come interrogatori a base di scosse elettriche e percosse.

A parte il fatto che, ovviamente, da Gennaio 2023 ad oggi è stato in libertà vigilata.

Quindi il body shaming si rivela essere una inutile cattiveria, rancoroso dispetto e piccineria.

 

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