Attentato sul bus: riepilogando… il bambino più coraggioso

di Shadow Ranger |

bufala sindaco di lonigo
Attentato sul bus: riepilogando… il bambino più coraggioso Bufale.net

Durante l’attentato sul bus di San Donato di cui abbiamo lungamente parlato indubbiamente i piccoli scolari tutti hanno dato al mondo una dimostrazione di coraggio, collaborazione e valore civico.

Non così gli adulti, che hanno deciso di ostentare in tutti i modi la crudele meschinità tipica del mondo adulto. Il mondo dei bambini che emerge da questa vicenda unito e coraggioso, nobile nei valori dell’amicizia e del coraggio: il mondo degli adulti è un mondo di meschini Suprematisti, reali o mancati, che giocano a dividere quei piccoli eroi per il meschino calcolo politico.

Ed è proprio tale brutalità adulta che ci costringe ad affrontare questo meme

Il meme contro i piccoli eroi di Prato

Vi abbiamo più volte detto come il meme sia diventato da ilare battuta un mezzo sciocco, crudele e brutale usato da adulti molto cattivi per gettare fango sui loro nemici.

Ma quando il nemico di turno è un piccolo eroe? Ecco che siamo costretti a leggere tentativi di seminare zizzania come questo:

Attentato sul bus: riepilogando

Riccardo, il più coraggioso, nasconde il telefono e lo passa a Ramy e Adam che chiamano i soccorsi. Niccolò, ancora più coraggioso si offre al terrorista come ostaggio per liberare i compagni.

Chi va da Fabio Fazio? Ramy e Adam. Riccardo Nicolò sono Italiani non se li fila nessuno.

Tentativi riassumibili con un meme forse, ma buono

La parola al nostro esperto Jedi Luke Skywalker

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L’intera ricostruzione dopo Attentato sul bus, riepilogando è un triste tentativo di seminare zizzania tra tanti bambini eroici, uniti e coraggiosi, creando una scala di valori alternativa in cui il coraggio è una funzione dell’Italianità ed in cui lo straniero, solo in quanto tale, deve diventare un’appendice succube e sottomessa dell’Italiano.

Altrove dicemmo che il Male non può comprendere il Bene, proprio parlando del piccolo Ramy: e questo è un caso da manuale.

Il Bene non ha alcuna difficoltà a credere nell’azione corale di un gruppo di piccoli eroi di diverse estrazioni sociali ed etnie, una storia vera al cui confronto il Libro Cuore impallidisce.

Il Male invece non capisce, non comprende i concetti basi di eguaglianza, giustizia, amore ed amicizia: deve vedere tutto in termini di Supremazia, in una scala di valori dove esistono i più degni (casualmente bianchi) ed i sottomessi al Piano (casualmente stranieri).

E quindi, il Male che non può comprendere il Bene modifica a suo uso e consumo la ricostruzione degli eventi.

Una azione corale che ha trasformato l’attentato sul bus in un successo del lavoro di squadra di tutti e della ricchezza della cooperazione.

«Ho pensato solo ai miei compagni, volevo salvarli, ho cercato di tranquillizzarli, non mi importava cosa poteva succedere a me». Sembra quasi non accorgersi del coraggio e della lucidità che ha avuto mentre era prigioniero sull’autobus Ramy, il 13enne che ieri ha nascosto il cellulare all’autista sequestratore ed è riuscito a fare la prima telefonata al 112. «Non voglio farvi del male, diceva l’autista, ma voglio vendicare mia moglie e le mie tre figlie morte in mare», racconta lo studente rivivendo la giornata di ieri.

«Stavamo tornando a scuola dalla palestra. È arrivato quel tipo che non avevamo mai visto e ci ha detto di stare zitti e fermi – racconta Ramy -. Abbiamo pensato ad uno scherzo, ma dopo ha legato i professori e gli studenti davanti. Poi ha preso i telefonini di tutti, io sono riuscito a nascondere il mio così ho potuto chiedere aiuto. Ho chiamato due volte la polizia, tre volte i carabinieri e uno volta mio padre finché sono arrivati. A quel punto ho dato il telefono all’autista perché non si sentisse in pericolo, gli ho detto che l’avevo trovato per terra». Intanto tranquillizzava gli amici spiegando loro che aveva parlato con i carabinieri che erano vicini. «Il momento più difficile è stato quando ha messo il coltello addosso ad un nostro compagno, già solo vedere il coltello ci ha fatto paura – continua -. Poi ci ha spaventati gettando la benzina per terra. Io ho temuto il peggio proprio quando sono arrivati i carabinieri perché lui era molto nervoso, aveva in mano l’accendino e ci minacciava dicendoci che era pronto ad accendere il fuoco. Ma i carabinieri sono arrivati al momento giusto e quando hanno spaccato i vetri abbiamo capito di essere salvi».

«Era lucido, è stato furbo – ha raccontato Adam, 12enne che frequenta la seconda B e suo amico -: l’autista aveva fatto raccogliere tutti i telefoni, ma lui ne ha tenuto uno e poi ha chiamato i carabinieri». «Poi anche io ho richiamato, ho fatto il 112 e abbiamo cercato di spiegare dove eravamo», ha raccontato il ragazzino uscendo dalla palestra dell’Istituto Margherita Hack di San Donato, dove psicologi e personale sanitario hanno accolto i giovani ancora sotto shock, ma non feriti.

«Rami ci diceva: ‘state calmi la polizia sta arrivando’, poi abbiamo anche provato a rompere il vetro con i calci, mentre lui guidava, e facevamo i segni dal finestrino» indicando «1-1-2», sperando che le persone fuori li vedessero.

Dopo la telefonata al 112 Adam è riuscito anche a chiamare i genitori: «gli ho detto che c’era un uomo che voleva ucciderci, dovevano chiamare la polizia. Poi ho riattaccato subito perché» l’autista «si era fermato» e «ho avuto paura succedesse qualcosa di brutto». «Mi ha chiamato con numeri diversi – ha raccontato poi anche il padre del ragazzo – sentivo le urla dei bambini e diceva chiamate la polizia fate qualcosa. Io poi sono andato subito dai carabinieri con mia moglie e sono rimasto lì mezz’ora».

Azione corale resa possibile dal fatto che la lucidità e la prontezza di Rami, futuro piccolo Carabiniere, ha avuto da contraltare la prontezza di tutti i suoi compagni di classe, incluso Riccardo che, parole sue, dichiara

«Un mio compagno, Rami, aveva nascosto il cellulare, ha fatto le prime chiamate al 112. Ad un certo punto gli è caduto per terra, senza farmi vedere sono andato a raccoglierlo e l’ho passato ad Adam, dietro di me».

Come osate dunque, mematori, pervertire le parole di Riccardo, eroe tra gli eroi che con l’eroico Rami ha collaborato al recupero del cellulare nascosto dal secondo per agevolare la successiva azione di Adam e consentire loro di portare a termine le chiamate propedeutiche al salvataggio, per cercare di mettere i Buoni gli uni contro gli altri?

Come osate svilire il coraggio di Niccolò, che ampio risalto ha avuto nei giornali, cercando di cooptare il cuore buono di un ragazzino che ha sacrificato se stesso per i suoi amichetti non meno coraggiosi per renderlo rancoroso livoroso come il vostro?

Perché non solo non riuscite a concepire la grande generosità ed il cuore di buono di quei piccoli eroi, ma volete calpestarlo per trasformarli in rissosi sovranisti da tastiera come voi, incapaci di vedere nel prossimo altro che non un ostacolo da calpestare per esigere grandezza?

Perché quei ragazzini hanno meritato grandezza: ed il fatto che Rami ed Adam siano andati da Fazio, nulla toglie agli onori che tutti i ragazzini meritano.

Abbiamo già dimostrato come la storia dell’attentato sul bus da cui spariscono Riccardo e gli altri sia una bufala montata ad arte per cercare di dividere una squadra di piccoli eroi.

Ed abbiamo già detto come ci sono molti tipi di encomio che quei piccoli eroi meritano.

Rami ed Adam, loro malgrado, sono balzati agli allori della cronaca perché in tempi per cui la cittadinanza viene ormai ridotta ad orpello per gli ignavi, a loro senz’altro si applica l’articolo 9 comma 2 della Legge 91/92, che rende possibile tra gli onori più grandi rendibli ad un aspirante cittadino eroico l’ottenimento della cittadinanza per i grandi meriti resi alla Nazione.

E quale merito più grande, dicemmo, se non salvare delle vite?

Ciò non toglie che tutti gli altri non possano ricevere le più grandi benemerenze ed onorificenze di merito, e noi stessi caldeggeremo e raccomanderemo perché ciò accada, ed auspichiamo che tutti gli altri lo facciano.

Ma chi semina odio e zizzania dietro un monitor, cos’ha da spartire coi nobili eroi di un mondo futuro che loro possono solo guardare da lontano, senza insudiciarlo con la cattiveria dimostrata volendo dividere coloro che il coraggio rese uniti?

 

 

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