Cittadinanza al piccolo Rami: perché dovreste smetterla di scrivere “Basta una Playstation”

di Bufale.net Team |

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Cittadinanza al piccolo Rami: perché dovreste smetterla di scrivere “Basta una Playstation” Bufale.net

Da quando abbiamo postato l’articolo sulla divisiva boutade del Ministro dell’Interno nei confronti della cittadinanza al piccolo Rami siamo stati subissati di indinnazione popolare.

Il solito coacervo indegno di laureati all’Università della Vita, con Master in leccare il sedere al potente fino a farlo scintillare che hanno cercato di spiegarci compatti come un sol’uomo (ma non troppo vispo) che non era una boutade, che la cittadinanza “non è un premio” e che la cittadinanza al piccolo Rami sarebbe arrivata al compimento degli anni diciotto.

Dimostrando che se la cittadinanza fosse mai concessa sulla base della conoscenza delle leggi dello stato, loro dovrebbero essere i primi ad esserne privati per sempre, assieme, boutade per boutade, alla qualifica di essere umano.

Ma partiamo per ordine

“La cittadinanza al piccolo Rami non può essere un premio! Comprategli una Playstation e fatela finita lì”

Commento che ci hanno realmente rivolto e che i nostri solerti Social Media Manager hanno rimosso a tempo zero perché noi rutti e peti nel dibattito non li vogliamo.

Commento che denota una colossale ignoranza perché la cittadinanza, in determinate circostanze, se non un premio può essere il riconoscimento che un aspirante cittadino abbia agito in modo assai meritorio, onorevole e cooperando al benessere ed alla crescita della nazione più di tutti.

Basta studiare la Legge 5 febbraio 1992, n. 91, rubricata non a caso nuove norme sulla cittadinanza, o, per i somaristi pigri, almeno l’articolo 9 di essa:

Art. 9.

1. La cittadinanza italiana puo’ essere concessa con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato, su proposta del Ministro dell’interno:

a) allo straniero del quale il padre o la madre o uno degli ascendenti in linea retta di secondo grado sono stati cittadini per nascita, o che è nato nel territorio della Repubblica e, in entrambi i casi, vi risiede legalmente da almeno tre anni, comunque fatto salvo quanto previsto dall’articolo 4, comma 1, lettera c);

b) allo straniero maggiorenne adottato da cittadino italiano che risiede legalmente nel territorio della Repubblica da almeno cinque anni successivamente alla adozione;

c) allo straniero che ha prestato servizio, anche all’estero, per almeno cinque anni alle dipendenze dello Stato;

d) al cittadino di uno Stato membro delle Comunità europee se risiede legalmente da almeno quattro anni nel territorio della Repubblica;

e) all’apolide che risiede legalmente da almeno cinque anni nel territorio della Repubblica;

f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.

2. Con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro degli affari esteri, la cittadinanza puo’ essere concessa allo straniero quando questi abbia reso eminenti servizi all’Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato.

Soffermatevi sul comma 2.

A questo punto vi sottoponiamo ad un piccolo test di logica o educazione civica.

Test: quale potrà mai essere un eminente servizio per la nazione?

  1. Collaborare al periglioso salvataggio di un gruppo di bambini dalle mani di un Suprematista decisamente assatanato
  2. Vomitare rabbia dietro un monitor, inchiodati alla sedia fino a farsi venire le piaghe da decubito alle chiappe
  3. Avere la pelle bianca
  4. Due o più risposte

Barri il candidato la risposta giusta: e se tale risposta non sarà stata la risposta uno, cancellatevi dai Social Network e restituite il diploma di Terza Media. Forse vi ridanno ancora i soldi indietro.

Giustamente, con quel forse un po’ insolente coraggio tipico dei ragazzini puri di cuore, Rami ha accettato e rilanciato la candiatura chiesta da suo padre all’acquisizione della cittadinanza per eminenti servigi.

Con quell’insolenza ricca di generosità dei puri di cuore che non sono stati ancora contaminati dalla viltà tipica del modo degli adulti, il nostro eroe non percepisce “cittadinanza al piccolo Rami” come un premio per lui solo. C’erano tanti bambini con lui, di diverse etnie, e tutti l’hanno aiutato.

Bianchi, neri: se il triste e smorto adulto medio che ha perso quello spensierato coraggio da tempo vede quella differenza fino all’ossessione, un bambino coraggioso vede ancora il mondo a colori e non in bianco e nero come una vecchia televisione.

Quindi si fa delle domande, come è logico sia per un bimbo

Ma se io ho compiuto degli eminenti servizi ed ho dei grandi meriti e gli adulti me lo dicono, perché non dicono la stessa cosa dei bambini come me che hanno gli stessi meriti?

Ovviamente, non puoi dare due volte la cittadinanza alla stessa persona, ma l’articolo 9 comma 2 parla chiaro: chi rende eminenti servigi ad una nazione diventa eligibile di cittadinanza.

La Playstation lasciamola all’annoiato troll di Internet, videodipendente drogato di memes e virtualità: lasciamo che la corona d’alloro cinga ila fronte degli eroi e non degli ignavi.

Ma cosa se ne fanno quei ragazzini della cittadinanza al piccolo Rami ed ai suoi compagni di classe?

Il male non può capire il bene: è una delle possibile traduzioni di Giovanni 1:5, resa nella versione CEI del 1974 in la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l’hanno accolta.

Per spiegarci ad un livello comprensibile da tutti, colti ed incolti, eruditi ed ignoranti, attenti e videodipendenti, esiste sempre nei film d’azione il momento in cui il cattivo deride il buono.

Il buono, a quel punto, gli spiega le sue ragioni, ed il cattivo ride più forte: il malvagio non può comprendere il buono, non è al suo livello, non è in grado di percepire altro che la sua stessa malvagità e vede il mondo come una bolgia infernale popolata da soli malvagi come lui.

Sarebbe perfettamente quindi perfettamente inutile spiegare ai malvagi che vengono ad infestare anche le nostre bacheche cosa possa mai passare per la mente di un Buono: non lo capirebbero.

Ma noi, che buoni siamo, ci proviamo.

Immaginate di essere nati in Italia. Parlate Italiano, giocate con gli italiani, vi impegnate per costruire qualcosa di bello per la nazione dove vivi. Della nazione di cui al momento hai la cittadinanza non conosci assolutamente niente. Per te è un posto fantastico come quello delle favole, qualche volta i tuoi genitori te ne parlano, se hai fortuna hai visto Giacobbo e Zahi Hawass in TV che profanano allegramente tombe di gente che non conosci, ma tu ti senti più affine a Giacobbo che a Zahi Hawass.

Ma, costantemente, orde di somaristi non fanno altro che ricordarti che tu non sei come loro. Gente il cui unico merito è respirare ossigeno per liberare anidride carbonica, o usare Internet per vomitare il suo odio, fa di tutto per renderti la vita un inferno.

Ti senti diverso, e non riesci a capire il perché.

Nonostante questo, cresci e diventi un ragazzino buono ed onesto, sincero e coraggioso. E sogni di servire la Patria: quella dove sei cresciuto, non quella dove sono nati i tuoi avi, gente che per quel che ti riguarda è solo polvere in una tomba che sì, magari senti vicina, ma non sei tu, non puoi essere tu.

Il piccolo Rami, ricordiamo, sogna di diventare un Carabiniere, si vede come un uomo coraggioso che tutti i giorni difende la nazione.

E non ha avuto bisogno di ottenere le stellette per farlo: nel momento del pericolo, lui si è alzato in piedi e l’ha fatto, con la coraggiosa incoscienza dei bambini e degli eroi.

Ed ora, ha la possibilità, finalmente, di essere normale. Di sentirsi normale, come normale è.

E cosa fa? Fa quello che farebbe ogni piccolo vero eroe che ha ricevuto un dono che sente enorme e gioioso: come gli Eroi delle storie, umili e coraggiosi, dichiara che non è vera gioia se non è condivisa con coloro meritevoli come lui.

Non vi sentite ora un po’ più sporchi dentro?

Se il piccolo Rami vuole queste cose, si candidi

Ma sapete che l’elettorato attivo e passivo richiede la cittadinanza? Davvero volete ripetere per piaggeria così tanto la divisiva uscita del vostro leader politico fino a trasformarla in motteggio?

Come vi sentireste se io passassi la vita a dirvi, ogni volta che dite “vorrei avere una bella casa lussuosa”, qualcosa tipo “Se vuoi lavora e procurati i soldi”

Come vi sentireste se io passassi la vita, ogni volta che dite di sognarvi qualcosa, a ricordarvi che non è alla vostra altezza, che non avete il diritto di sognare, sbattendovi in faccia tutto quello che io ho e che voi non potete avere?

Scommettiamo tutti i soldi che magari io ho e voi non avete che ve la prendereste e moltissimo?

Comunque, il piccolo Rami ne avrebbe ben donde di cambiare le leggi, candidandosi.

Se non fosse che in una democrazia rappresentativa un cittadino non deve candidarsi se vuole qualcosa, ma dovrebbe affidarsi a rappresentanti politici che, senza vincolo di mandato, ascoltino quanto ha da dire, tutelato dall’indinnazione degli ignoranti della Rete.

Se non fosse che allo stato attuale delle cose, ben riassunto in questo articolo che siete veramente invitati a leggere

Il decreto sicurezza ha inoltre prolungato da 24 a 48 mesi il termine per la conclusione dei procedimenti di concessione della cittadinanza, di fatto ritardando l’acquisizione della cittadinanza per molte persone in attesa.

Si scrive la cittadinanza al piccolo Rami sarà concessa a 18 anni, ma di fatto si legge la cittdinanza al piccolo Rami sarà concessa in un momento qualsiasi tra i venti anni a quanto la burocrazia lo consentirà, e nel frattempo si goda le sguaiate risa del “Popolo della Rete”.

Un premio amaro per un piccolo eroe, non trovate?

 

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