CLICKBAIT La verità sulla guerra in Siria detta in diretta sullo speciale della Rai, cala il gelo in studio!

di Elisa Frare |

bufala sindaco di lonigo
CLICKBAIT La verità sulla guerra in Siria detta in diretta sullo speciale della Rai, cala il gelo in studio! Bufale.net

Attivo Tv ci regala la possibilità di approfondire il concetto di clickbait.

Con il roboante titolo di “La verità sulla GUERRA in SIRIA detta in diretta sullo SPECIALE della Rai, cala il gelo in studio!”, condivide il seguente video:

Questo l’unico commento:

“Sentite cosa dice in diretta TV sulla guerra in Siria. Fate ascoltare queste dichiarazioni a tutti”.

Prima di tutto, l’intervistato non si chiama assolutamente Franco Romano come annuncia la presentazione realizzata da Attivo Tv, bensì si tratta di Paolo Romani, l’attuale capogruppo al Senato per Forza Italia.
Già questa non può essere considerata una svista: è molto più probabilmente un tentativo di rendere più difficile il recupero delle fonti. La puntata dello Speciale TG1 risale al 7 aprile 2017, ore 23.20, dal titolo “Trump attacca la Siria”.
Per quanto riguarda il “gelo in studio”, non è calato un bel nulla. Oltre al fatto che il video è tagliato ad intervento non ancora concluso, Romani spiega semplicemente perché secondo lui Trump abbia agito con troppa avventatezza con il raid dei 59 missili, utilizzati contro la presunta base aerea da cui sarebbe partito l’attacco con armi chimiche di Assad.

“La guerra in Siria presenta, a mio avviso, poche certezze, molti interrogativi e diverse dimenticanze. […] Nel 2013 Obama si è trovato fondamentalmente nella stessa situazione in cui si è trovato Trump adesso. C’era stato un attacco chimico a Ghūṭa, un sobborgo di Damasco, e immediatamente tutta la comunità internazionale ha pensato che fosse stato un attacco chimico fatto da Assad. Le esitazioni di Obama in quel caso prevalsero, ma la CIA 20 giorni dopo verificò che i componenti chimici (facendo un’analisi sul terreno) non corrispondevano ai componenti chimici che appartenevano all’arsenale di Assad. […] L’arsenale chimico di Assad è stato riconsegnato […] e gli americani hanno provveduto a smaltirlo. Quindi teoricamente, a mio avviso, è abbastanza difficile […] che quello che dice la comunità occidentale possa essere avvenuto. […]
Che in Siria ci siano depositi di armi chimiche a mio avviso è ragionevolmente certo: c’è stato un attacco chimico a Khan Shaykhun, ma Khan Shaykhun innanzitutto non è sulla linea del fronte. Il governo di Assad stava e sta vincendo la guerra con l’aiuto dei russi e non ha nessun senso in questo momento (visto che Assad aveva recuperato nella considerazione soprattutto degli Stati Uniti, per le parole stesse di Trump, un minimo di riferimento internazionale): che interesse può avere Assad a fare un attacco chimico in una zona che non aveva nessuna valenza militare? Io penso, e di questo sono abbastanza convinto, che l’attacco di Trump da questo punto di vista, visto le considerazioni che ho appena espresso, sia quantomeno prematuro. Penso che sia stato un errore”.

Si tratta di un intervento piuttosto tranquillo, per niente sensazionalistico o scandalistico. Romani ha già espresso le sue considerazioni sulla guerra siriana, come riporta un comunicato AGI riportato da Libero Quotidiano:

(AGI) – Roma, 27 ott. – “Disdegnare con sufficienza la necessita’ primaria di separare l’opposizione ad Assad dai gruppi terroristici, quali Jabhat Al Nusra, o come oggi voglia chiamarsi Jabhat Fatah Al Sham, Ahrar Al Sham e affiliati, e’ figlio dell’incapacita’ di questo governo di analizzare la situazione sul territorio siriano”. Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani. “Il primo obiettivo di una coalizione internazionale deve essere quello di combattere il terrorismo di matrice fondamentalista islamica in tutte le sue forme ed espressioni e con ancora maggiore fermezza quando, dissimulato in ribelli, intende instaurare sistemi di potere e di controllo delle persone e del territorio che poco divergono dalla ferocia utilizzata dal Daesh”, aggiunge Romani, “Ogni auspicabile soluzione diplomatica non puo’ quindi non essere preceduta dall’eliminazione di questi gruppi armati criminali e terroristi e non potra’ prescindere dagli equilibri sul campo e dal consenso mostrato dalla maggioranza dei profughi interni al territorio siriano che hanno scelto di trasferirsi nei territori sotto il controllo governativo.”

Per un approfondimento sull’attacco a Ghūṭa nel 2013 rimandiamo al seguente servizio di Rai News. Khan Shaykhun è invece il luogo dove è avvenuto l’attacco chimico che ha portato il presidente statunitense Trump alla reazione di cui sopra.

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