Vuoi anche tu un CyberDeck? Ecco come costruirlo (senza impegno)
Uno degli stilemi della sci-fi, dalla Trilogia dello Sprawl di Gibson alla saga di GdR Cyberpunk di Pondsmith è il Cyberdeck. Mistico oggetto a metà tra un laptop e un computer, tra un Commodore 64 e un “trasportabile”, è un caposaldo di ogni fantasia sci-fi e suggestione cyberpunk.

Vuoi anche tu un CyberDeck? Ecco come costruirlo (senza impegno) – RPI DEV
In un mondo, quello degli anni ’80, in cui i trasportabili, antenati dei computer portatili, erano pesanti come grosse valige e fortemente limitati, il “punto di ucronia”, quello in cui la fantascienza si stacca dalla fantasia, è immaginare che Apple non abbia mai cominciato a produrre i Macintosh per continuare a sviluppare i computer a 8 bit come l’Apple II in forme innovative come l’Apple IV (esistente solo, ovviamente nella sci-fi, il cui nome tiene conto del fallimentare Apple III).
Computer compatti, facili da trasportare in una valigetta, con supporto per floppy e cartucce (all’epoca abbiamo visto già un ottimo viatico per programmi ed estensioni), da usarsi per collegarsi alla prima presa telefonica o al primo pezzo tecnologico disponibile per diventare un grande netrunner o hacker.
Nel gergo moderno quindi un CyberDeck è un piccolo portatile, autocostruito, creato con tutte le funzioni che possono servire all’aspirante fan del cyberpunk perlopiù basato su “coltellini svizzeri virtuali” come i Raspberry Pi (o qualsiasi minicomputer possa entrare nella scocca).
Vuoi anche tu un CyberDeck? Ecco come costruirlo (senza impegno)
Il Raspberry Pi è un sistema economico (salvo bagarinaggi), compatto, con processori ARM RISC, porte HDMI, USB, e GPIO (pin con uscite programmabili) creati per insegnare nelle scuole il coding e avere piccoli computer multifunzionali e per smanettare.
Prima del Pi500, non a caso costruito all’interno di una tastiera nello stile degli 8bit dei tempi andati (e di alcuni 16 bit come gli Amiga 500, 600 e 1200), i Raspberry ti venivano venduti nudi, con la possibilità di acquisire dalla Raspberry Pi Foundation un guscio di plastica, oppure stamparlo in 3D.
Se fai trenta puoi fare trentuno: se puoi stampare un guscio, puoi stamparne uno che ospiti anche un monitor e tutti gli accessori di cui hai bisogno per avere un sistema compatto e portatile per smanettare con una buona distribuzione di Linux, RiscOS o altri sistemi operativi, e tutte le suggestioni Cyberpunk di cui hai bisogno.

Il Cyberdeck, con valigetta Pelican
Come RPI DEV: con guscio stampato in 3D liberamente disponibile con spazio per doppio monitor, sensori di vario tipo da programmare forniti da Adafruit, manopole e cursori.
O progetti fanmade chiaramente ispirati all’estetica di Cyberpunk, questa volta il GDR Talserian/CD Projekt RED (nella sua variante videoludica), con un singolo monitor però incasellato in una valigetta stile militare Pelican ridipinta con colori vivaci e fluorescenti.

Il fanmade di Marco Valleggi, MVVBlog
O una variante “molto fatta in casa” dell’italiano Marco Valleggi (MVVBlog) composta quasi esclusivamente da elementi di recupero, come una vecchia valigetta metallica da attrezzi, una tastiera bluetooth, casse di recupero e altro.
Il risultato è sempre lo stesso: quello che prima era un Raspberry Pi nudo e crudo diventa un portatile o un trasportabile pronto all’uso e dalla chiara estetica Cyberpunk.
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