Non ce l’ha fatta Anna Caruso, l’infermiera NoVax risultata positiva: sperava di prendere il virus

di Redazione Bufale |

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Non ce l’ha fatta Anna Caruso, l’infermiera NoVax risultata positiva: sperava di prendere il virus Bufale.net

Arrivano notizie sconfortanti riguardo Anna Caruso, l’infermiera NoVax di 64 anni che purtroppo non ce l’ha fatta dopo essere risultata positiva. La donna è morta di Covid dopo aver rifiutato il vaccino e ci interessa poco l’enorme quantità di contenuti complottisti o non veri all’interno dei suoi canali social, che abbiamo avuto modo di accertare in queste ore. Anzi, come forma di rispetto nei confronti della sua famiglia, non vi rimanderemo al profilo in questione, cercando di limitare l’eventuale shitstorm che non avrebbe alcun senso.

Cosa diceva l’infermiera NoVax Anna Caruso a novembre

Dunque, a distanza di una settimana dalla storia dell’infermiera che ha scoperto l’uomo con il braccio in silicone al momento del vaccino, tocca analizzare nuovamente la categoria. Questa volta per una notizia decisamente meno divertente. Già, perché Anna Caruso aveva una famiglia e le sue idee scaturite da fonti tutt’altro che scientifiche purtroppo si sono rivelate fatali per lei. Non dovrebbe mai essere questo il modo con il quale le persone debbano fare i conti le fake news che purtroppo ancora oggi invadono il web.

La notizia su Anna Caruso morta è stata confermata anche da Repubblica, che per l’occasione ha pubblicato un video condiviso dalla donna a novembre. Prima di risultare positiva. Noi non faremo lo stesso per le ragioni esposte in precedenza. Di sicuro, però, è significativo riportare un estratto del filmato in questione, con una citazione testuale che la dice lunga sul modo in cui ragionava la donna, prima che la situazione precipitasse:

“Questo virus lo voglio prendere perché così si potrà dire ok, sono negazionista, sono complottista, ma sono passata attraverso tutto quello che c’era da passare. Io vedo gente,  ci vediamo, ci baciamo, stiamo insieme  e non ci siamo mai presi niente se non la giusta influenza”.

Al netto delle bufale che ha condiviso Anna Caruso, ci stringiamo attorno al dolore della sua famiglia, sperando che l’episodio possa in qualche modo aprire le menti di coloro che hanno scelto fonti sbagliate. Spesso e volentieri stimolate ad alimentare disinformazione per motivi puramente economici.

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