Lui è un gatto imbalsamato usato come oggetto di vanità umana!

di Shadow Ranger |

bufala sindaco di lonigo
Lui è un gatto imbalsamato usato come oggetto di vanità umana! Bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti la foto di una avvenente attrice ritratta con un gatto imbalsamato.

Come al solito, le didascalie indinniate ed indinnianti dimostrano un bizzarro paradosso del mondo animalista nel quale ci siamo imbattuti moderando i commenti di molte notizie simili: persone pronte a difendere con le unghie e coi denti i diritti del gatto imbalsamato sono pronte a minacciare di morte e violenza, se non a ricoprire di pesanti ingiurie, un essere umano a caso senza neppure il beneficio di una analisi delle sue presunte colpe.

La foto del "gatto imbalsamato"

La foto del “gatto imbalsamato”

Con la seguente didascalia indinniata ed indinniante

Lui è un gatto imbalsamato usato come borsa!
Un orribile e inutile oggetto di vanità umana…

L’UOMO non ha bisogno di uccidere gli animali per vanità, né per cibo!

Ma preferisce mettere a tacere la propria coscienza, qualora ne abbia una…

[Firma virtuale dell’autrice del post, come se non si leggesse dal campo nome…]

Fonte: No como animales

Ovviamente, se le tue fonti sono “foto prese da Internet” o da blog a caso, non puoi aspettarti che quello che posti sia vero.

Siamo ad una convergenza tra l’animalismo più deteriore, quello di bersagli contro cui inveire urlando e sbraitando, ed il turpe fenomeno del

la notizia è su Internet: non c’è ragione di dubitare che sia vera

Indubbiamente, una piaga che ci assilla

Indubbiamente, una piaga che ci assilla

Vi lasciamo anche immaginare la qualità dei commenti da noi reperiti in calce alla foto. Anzi no, questa volta vogliamo farvi sanguinare gli occhi come sanguinano a noi quando i nostri Social Media Manager si ritrovano simili commenti sulla nostra bacheca e, dopo averli rimossi, si trovano anche l’onta delle geremiadi di persone che urlano il loro “diritto di parola”, traducibile in minacce di violenza, stupri e brutalità

Le orribili ingiurie rivolte all'attrice

Le orribili ingiurie rivolte all’attrice

Sta schifosa parassita venduta ma ucciditi che è meglio ..un parassita in meno

Le orribili ingiurie rivolte all'attrice

Le orribili ingiurie rivolte all’attrice

VERGOGNA .. SIA LA MODELLA CHE SI OFFRE … CHE LA STILISTA GRANDISSIMA TR…!
VERGOGNA .. BRUTTI SCHIFOSI .. ANCHE CHE ORGANIZZA LA SFILATA ..
VERGOGNA
VERGOGNA
MORITE ALL’INFERNO .

Le orribili ingiurie rivolte all'attrice

Le orribili ingiurie rivolte all’attrice

Sta zoccola che fa una sfilata così non può essere che zoccola vergogna

Siamo triplamente sconvolti: siamo sconvolti da tanta orribile violenza, siamo sconvolti perché tutte le persone screenate sono donne, che a pochi giorni dalla commemorazione della giornata contro la violenza sulle donne decidono di vomitare rabbia e livore sui social incitando violenza contro un’altra donna, e siamo, soprattuto, sconvolti, perché questa è una fake news da manuale.

Non fanno più le gattare di una volta, concedeteci una boutade per alleggerire la greve situazione, perché le gattare di una volta avrebbero riconosciuto la Soap Opera Febbre d’Amore, la sua attrice Stacy Haiduk ed il suo personaggio Patty Williams, squilibrata omicida col vezzo di rivolgere lunghi monologhi ad un gatto imbalsamato di nome “Mr. Kitty”.

Gatto imbalsamato che, ovviamente non esiste, in quanto è un oggetto di scena, un cosidetto prop, un fantoccio realistico usato per le riprese nell’ormai lontano 2009.

La foto, infatti, risale agli Emmy Awards del 2009, dove la Haiduk decise di portare il fantoccio di Mr. Kitty, all’epoca centrale nell’arco narrativo in corso di Febbre d’Amore in quanto al contro di ogni scena riguardante il passato di Patty Williams e Jack Abbott, altro personaggio della Soap Opera.

Già all’epoca la Haiduk si dichiarò sorpresa dalle reazioni delle persone incuriosite dal pupazzo, o convinte che fosse un gatto vero, esprimendo come, a differenza di Patty Williams, lei stessa non avrebbe mai il cuore di conservare un animale imbalsamato in casa propria.

La storia del gatto imbalsamato e della Haiduk si presenta come una moderna riproduzione della storia dei tizi che, indignati contro Rosy Abate, la regina della mafia, decisero che per salvare l’Italia dal crimine organizzato fosse necessario chiamare tutti assieme ad un numero di telefono casualmente apparso nella fiction, e casualmente corrispondente a quello di una coppia piemontese, per ammansire la “regina della mafia” minacciandola di stupro ed ogni altra violenza fisica.

Perché, come tutti gli indinniato sanno, minacciare un personaggio immaginario dichiarandosi perfettamente in grado di augurare la morte, o cagionarla, è un ottimo modo per risolvere i problemi dell’umanità.

Naturalmente, stiamo celiando. Noi.

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