Libro ‘Anche i mostri si lavano i denti’ trovato con Giulia Cecchettin: chiarimenti su Turetta

di Redazione Bufale |

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Libro ‘Anche i mostri si lavano i denti’ trovato con Giulia Cecchettin: chiarimenti su Turetta Bufale.net

Sta facendo il giro del web la notizia secondo cui, accanto al corpo di Giulia Cecchettin ritrovato poco più di una settimana fa, ci fosse anche il libro “Anche i mostri si lavano i denti”. Come spesso avviene in questi casi, il pubblico tende a romanzare qualsiasi dettaglio di una storia che ha profondamente colpito gli italiani. E così, dopo aver smentito nei giorni scorsi la voce secondo cui Filippo Turetta si fosse suicidato in carcere in Germania, ora tocca affrontare più da vicino la notizia del giorno.

Cosa sappiamo sul libro ‘Anche i mostri si lavano i denti’ trovato accanto a Giulia Cecchettin: precisiamo sulle assocciazioni con Filippo Turetta

Se da un lato non ci sono dubbi sul fatto che sia stato Filippo Turetta a togliere la vita alla sua ex fidanzata, al contempo vanno aggiunte alcune informazioni per coloro che, in queste ore, stanno dando per scontato che il ragazzo abbia deciso di lanciare un messaggio dopo aver abbandonato il corpo senza vita della ragazza. In particolare, il libro ‘Anche i mostri si lavano i denti’ trovato con Giulia Cecchettin con ogni probabilità non è stato lasciato appositamente dal giovane.

A favore della tesi che il libro “Anche i mostri si lavano i denti” fosse della vittima e non del probabile assassino, ci sono alcuni elementi di analisi molto importanti. In primo luogo, Giulia Cecchettin era appassionata di fumetti ed ambiva a diventare un’illustratrice. Non a caso, il libro in questione è caratterizzato proprio da tanti disegni per i più piccoli. Era iscritta alla scuola di grafica di Reggio Emilia e potrebbe aver acquistato il libro proprio la sera dell’omicidio, come è stato ipotizzato anche da Fanpage.

Non sono stati trovati altri effetti personali della vittima, ma è forte la convinzione che il libro “Anche i mostri si lavano i denti” si trovasse nella tasca della giacca al momento dell’aggressione. Così fosse, perderebbe credito la tesi secondo cui sia stato tutto orchestrato da Filippo Turetta, con messaggio in codice inviato tramite il suddetto libro.

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