Le fonti russe, i fotomontaggi brutti e lo schermo pubblicitario a New York

di Shadow Ranger |

bufala sindaco di lonigo
Le fonti russe, i fotomontaggi brutti e lo schermo pubblicitario a New York Bufale.net

La foto di uno “schermo pubblicitario a New York” che raffigura campagne simultanee in favore di Ucraina e Palestina è l’ultimo atto della propaganda delle “fonti russe” che ormai come abbiamo visto sta mostrando decisamente la corda.

Le fonti russe, i fotomontaggi brutti e lo schermo pubblicitario a New York

Le fonti russe, i fotomontaggi brutti e lo schermo pubblicitario a New York

È interessate notare come assieme a dimostrazioni di antisemitismo rampante nel suolo ex sovietico, come la grottesca “caccia all’ebreo” in Daghestan con abitanti locali con la testa infilata nel motore di un aereo convinti che il “Savio Sionista” si potesse mutare in un gremlin per sfuggirgli appaiano falsificazioni in cui si invita il lettore a prendere sia le parti della Palestina che della Russia additando Israele e l’Ucraina come nemico nefando e nazista, ma più interessante ancora è notare il meccanismo.

Le fonti russe, i fotomontaggi brutti e lo schermo pubblicitario a New York

Fotomontaggi, niente più che falsificazioni. Articoli di giornali europei falsi, foto di “presunti testimoni occidentali” rivelatesi solo manipolazioni e interi video attribuiti a questo o quel canale televisivo o medium occidentale creati sia ad uso interno che esterno.

Come abbiamo visto ad oggi il cittadino Russo medio non ha più la possibilità di verificare in modo indipendente cosa viene detto all’estero.

Verrà quindi indotto a ritenere che se una giornalista nota per essere sfacciatamente filoPutin dichiara che il Regno Unito è diventato una “terra di nessuno” dove i cittadini ridotti alla miseria sono costretti a cacciare scoiattoli nei prati per sfamarsi essa abbia ovviamente ragione e non stia sfacciatamente mentendo per scopo di propaganda.

E diffonderà tali notizie che arriveranno all’estero per poi essere diffuse da account filoputin per poi arrivare ad account di “boccaloni” nostrani per poi tornare in Russia come prova dell’accaduto.

Non importa che abbiamo i dati della compagnia che si è occupata della cartellonistica pronta a dimostrare che i due messaggi non sono mai esistiti e che la fonte sia stata individuata in un account telegram Russo il 9 Novembre.

E non importa che il video appiccicato al resto del filmato sia visibilmente difforme per qualità e risoluzione al resto dell’immagine: il target di riferimento tanto non ha modo di verificare.

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