La vignetta di PK sulle opinioni da non rispettare: falso di (nessun) autore

di La Redazione |

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La vignetta di PK sulle opinioni da non rispettare: falso di (nessun) autore Bufale.net

Le opinioni dei nostri collaboratori sul meme sono note: quando si arriva a parlare della vignetta di PK sulle opinioni da non rispettare si sfocia in uno dei mali dell’informazione moderna. Quella che chiamiamo Infodemia.

L’informazione corretta richiede tempo. Richiede parole, richiede contenuti. Richiede, sì, dobbiamo dirlo: annoiarsi di fronte a molteplici parole che spieghino concetti complessi.

Un meme è rapido, colpisce l’occhio e ti inietta direttamente nel cervello un’affermazione. Anche la più falsificata possibile.

Come per la falsa vignetta di PK sulle opinioni da non rispettare.

La vignetta di PK sulle opinioni da non rispettare: falso di (nessun) autore

La vignetta di PK sulle opinioni da non rispettare: falso di (nessun) autore

Una vignetta in cui Angus Fangus, nella storia un personaggio alla J.J.Jameson di Spider-Man, un giornalista brutale e privo di etica nello scatenare una vera e propria macchina del fango contro i suoi nemici, elargirebbe “massime di sapienza”.

Suona un po’ strano sentire dire “Un’opinione senza una solida base conoscitiva dietro non è un’opinione e non va rispettata” da un individuo pronto, nell’economia della storia, a pubblicare le voci di corridoio più infondate, le notizie più incerte e caricare i pezzi pur di dimostrare che PK, l’ultima e più tecnologica incarnazione di Paperinik, l’alter-ego da supereroe di Paperino, sia una minaccia per la società.

Quindi, come Facta che primo ha denunciato la cosa, faremo un breve excursus che copre tutti i piani della narrazione

La vignetta di PK sulle opinioni da non rispettare: la storia nella storia

La storia di “PK” è tra i parti della mente di sceneggiatori di pregio come Francesco Artibani (segnate il nome, ci torniamo).

Siamo negli anni ’90, ed in quel periodo nasce il desiderio di riprovare il periodico tentativo di dare un volto più maturo e nuove sfide ad icone amate.

Tra le IP, le proprietà intellettuali di Disney ne spicca una tutta Italiana: Paperinik, il Diabolico Vendicatore (arrivato poi negli USA come Duck Avenger).

Nelle sue prime storie, a firma Guido Martina, Paperinik non è altri che Paperino: l’umile, vessato Paperino, che entrato in possesso nell’unico vero colpo di fortuna della sua vita dell’eredità del Ladro Gentiluomo Fantomius (personaggio ispirato ad un Diabolik primonovecentesco, ricco papero di buona famiglia con una affascinante e devota partner incline al furto ed all’avventura) decide di usarla per vendicarsi dei torti e le vessazioni subite dall’avido Zio Paperone, i nipotini critici verso il suo desiderio di vivere tranquillo lavorando il meno possibile e la boria del fortunato Gastone.

Nello scorrere degli anni, Paperinik subisce un’evoluzione diventando non più il Diabolico Vendicatore di se stesso, ma il Diabolico Vendicatore di tutta Paperopoli, diventando così da antieroe caratterizzato dall’unione dell’iracondo carattere di Paperino e il genio di Fantomius un vero e proprio supereroe che unisce il desiderio di serenità e giustizia di Paperino col genio combinato di Fantomius e Archimede (convinto a partecipare alle imprese a patto di usare periodicamente una delle invenzioni del Vendicatore, le “Caramelle Cancellin”, per dimenticare l’identità segreta di Paperino e i gadget più pericolosi) per difendere i suoi concittadini, con un occhio di riguardo per i suoi cari.

In PK di Artibani e altri Paperink fa un salto di qualità: quando Paperino viene inviato da Zio Paperone a fare da custode della Ducklair Tower, costruita dall’eclettico miliardario e scienziato Everett Ducklair, questi viene a conoscenza del fatto che Ducklair si è lasciato dietro un sofisticato computer intelligente (Uno) ed una serie di armi ipertecnologiche.

A questo punto, Uno e Paperino scoprono un’invasione aliena da parte degli Evroniani, una razza di paperi spaziali che si nutrono delle emozioni dei senzienti: Paperino cerca di usare, fallendo, le armi e le abilità di Paperinik per fermare l’invasione, spingendo Uno ad aiutarlo mettendogli a disposizione tutte le risorse di Everett Ducklair, trasformando così Paperink il Vendicatore in PK l’eroe.

PK, rispetto a Paperink, perde molto del suo cast originale: se Paperino era già nelle storie precedenti restio a rivelare la sua identità segreta ai suoi cari, la superiore minaccia Evroniana lo spinge a distanziarsi dai nipotini (che spariscono dalle storie di PK in quanto Paperino pianifica le sue missioni dalla Ducklair Tower), limitare i contatti coi suoi familiari a parte Zio Paperone (proprietario della Ducklair Tower fino all’ultima stagione, ancora in corso, dove dapprima Solomon Hicks, un androide programmato da Ducklair come custode finale della Torre, poi Ducklair stesso, riprendono il controllo dando a PK nuove armi e strumenti) e incontrare un nuovo cast di personaggi.

Tra i quali Angus Fangus, un direttore di giornali senza scrupoli che avendo deciso a tavolino che PK è sicuramente un malvagio con qualcosa da nascondere, non perde occasione per cercare di rivoltargli contro l’opinione pubblica descrivendolo come una pericolosa minaccia, peggiore di tutti i mali da cui difende Paperopoli stessa.

La vignetta di PK sulle opinioni da non rispettare: la storia nel “nostro mondo”

La vignetta originale compare su Topolino, nel 3060 del 22 luglio 2014, e nelle ristampe accluse nella raccolta Potere e Potenza.

Si parla di quella che descrivevamo brevemente e riassumendo (anche troppo) per limitare gli spoiler per i sassi che non avessero letto a suo tempo come l’ultima stagione.

Dopo un lungo periodo di inattività gli Evroniani ritornano alla carica, Paperino si imbatte nel Custode della Camera Omega (il futuro Solomon Hicks) che, sia pur restio a collaborare e poco convinto delle capacità di Paperino, gli concede nuovamente gli strumenti della Ducklair Tower (compresi prototipi di cui lo stesso Uno non era a conoscenza) perché torni ad essere PK e fermi nuovamente gli Evroniani.

Nel frattempo Angus Fangus, snervato dall’assenza di un bersaglio per il suo livore, minaccia di dimettersi e ritirarsi a vita privata: quando le sue dimissioni vengono respinte da direttore della testata dove lavora, Angus Fangus lo critica alle sue spalle, chiamandolo “Pivello” e reiterando il suo desiderio di chiudere col mondo del giornalismo dichiarando di odiare Paperopoli perché “Ai suoi piedi c’è solo asfalto e fango”.

Ironicamente, proprio ai suoi piedi e ai piedi di tutta la città, nei sotterranei della Ducklair Tower, il Guardiano della Stanza Omega sta sottoponendo Paperino ad un brutale allenamento perché diventi un nuovo e perfezionato PK in grado di meritare la sua fiducia e sconfiggere definitivamente la minaccia evroniana

Topolino 3060, pagina 14, Potere e Potenza

Topolino 3060, pagina 14, Potere e Potenza

Facta ha provveduto a contattare Francesco Artibani, ottenendo una risposta netta

A riprova dell’affermazione, Artibani ha fornito a Facta lo script originale della storia, contenente il dialogo reale.

Lo script originale della vignetta oggetto di verifica (per gentile concessione di Francesco Artibani)

«La battuta messa in bocca ad Angus non ha alcun senso» ha poi aggiunto Artibani, «Angus è un giornalista amorale, individualista, con una scarsa attenzione alla deontologia professionale. Quella battuta è troppo elaborata e raffinata per lui, è totalmente fuori carattere. Non so chi l’abbia pensata ma chiunque sia stato non conosce il personaggio e non capisco perché impegnarsi tanto nel diffondere questa boiata».

Ci azzardiamo solo ad aggiungere che il bisogno di Internet del “meme” premasticato per sentirsi più intelligenti di quello che s è ha “giustificato” agli occhi dei diffusori l’eterno ritorno del meme.

Il Meme e la politica

Siamo nel 2016, all’alba del Referendum Costituzionale 2016. E Facta ricorda

se il referendum del 2016 è stato un momento fondamentale per la sua diffusione, l’origine della vignetta è di qualche mese precedente. In un post su Tumblr del settembre 2015 si trova un rimando alla probabile origine della manipolazione, un post sulla pagina Facebook “Reazioni d’Anatra”, nota ai fan Disney per decontestualizzare vignette Disney modificando il testo dei balloons (il post originale non è oggi più disponibile).

Non possiamo sapere oggi quale fosse il bacino d’utenza della pagina a settembre 2015, ma un contributo decisivo alla diffusione della vignetta modificata è certamente arrivato da un’altra pagina Facebook diventata nel tempo un punto di ritrovo virtuale per i fan delle storie Disney, chiamata “Ventenni che piangono leggendo la saga di Paperon de’ Paperoni” e che oggi ha poco meno di duecentomila fan. È qui che la vignetta è stata ripubblicata l’11 ottobre 2016 con il commento «Come dirlo meglio», ottenendo in totale oltre 5mila condivisioni

Sostanzialmente, a quel punto “pagine fan”, appassionati e altra gente in cerca della conferma delle loro idee per bocca dei loro paladini (che peraltro avevano dimostrato di non conoscere) hanno ridiffuso la vignetta alterata, che qualcuno aveva creato per diffondere una sua idea, per mettere a tacere un avversario.

Il meme nasce come una versione, se possibile, ancora più grottesca del meme riassuntivo del Paradosso della Tolleranza di Popper

Il "nonno" della vignetta di Popper, il "Paradosso della Tolleranza"

Il “nonno” della vignetta di Popper, il “Paradosso della Tolleranza”

Il tentativo di riassumere in tre vignette le novecento e passa pagine di La società aperta e i suoi nemici, inevitabilmente banalizzandolo.

Una banalizzazione di banalizzazione ha portato una versione ulteriormente semplificata di un pensiero che, nobilissimo e logico, avrebbe richiesto tutte le 900 pagine usate per descriverlo e non una di meno, a diffondersi per bocca del Kiwi sbagliato.

Come abbiamo visto in questi giorni tutti i meme usati in funzione refendaria nel 2016 sono tornati in auge, e nessuno escluso.

Non poteva mancare questo all’appello.

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