Incinta senza tampone: la risposta della SIGO e gli esiti dell’indagine dell’AOU Sassari

di Luca Mastinu |

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Incinta senza tampone: la risposta della SIGO e gli esiti dell’indagine dell’AOU Sassari Bufale.net

Del caso della giovane madre di Sassari ci siamo occupati in un precedente articolo, la donna, incinta ma senza l’esito negativo di un tampone molecolare, si era presentata presso il pre-triage del pronto soccorso ostetrico del capoluogo sardo con lievi perdite e dolori addominali e per questo, insieme al marito, chiedeva di essere visitata in reparto.

Proprio perché sprovvista dell’esito negativo di un tampone molecolare, la donna era stata rimandata a casa ma dall’ospedale le avevano consigliato di ritornare qualora i sintomi fossero peggiorati. Nel parcheggio, infine, la donna aveva abortito. Su questa storia sono state scritte tante speculazioni (un esempio), ma eravamo nell’attesa degli esisti dell’indagine interna condotta dall’AOU di Sassari, che nel frattempo aveva ricevuto la visita degli ispettori del Ministero della Salute.

Premessa

Abbiamo riportato l’intera vicenda in questo articolo. Per dovere di cronaca, ricordiamo che la coppia aveva annunciato l’intenzione di denunciare l’accaduto e l’episodio era stato impugnato da Enrico Aimi, senatore di Forza Italia, che aveva annunciato un’interrogazione parlamentare.

Nel frattempo La Nuova Sardegna aveva riportato le dichiarazioni del primario di Ginecologia Giampiero Capobianco, che ricordava che la donna si trovava nelle prime cinque settimane di gravidanza, durante i quali possono manifestarsi proprio i sintomi accusati dalla giovane mamma. C’è da dire che la coppia aveva richiesto allo stesso ospedale di potersi sottoporre a un tampone al fine di avere accesso al reparto, ma dalla struttura avevano risposto che non sarebbe stato possibile fino al lunedì (l’episodio si era verificato sabato 8 gennaio).

Capobianco, su questo aspetto, aveva precisato:

“Un cluster interno sarebbe un disastro, dobbiamo proteggere le altre donne ricoverate in attesa di partorire. Per questo i casi più semplici, in assenza di un tampone, cerchiamo di risolverli nel pre-triage. La paziente ha parlato di una lieve perdita e di dolori addominali, è una situazione purtroppo frequente a 3-4 settimane di gravidanza, e gestibile a casa. La nostra raccomandazione è stata quella di tornare immediatamente, qualora l’emorragia non passasse o aumentasse”.

Oggi abbiamo gli esiti dell’indagine interna dell’AOU di Sassari e anche una dichiarazione della SIGO, la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, nella persona del presidente Nicola Colacurci.

La nota della SIGO

Nicola Colacurci è intervenuto con una nota inviata a Quotidiano Sanità e pubblicata oggi, 25 gennaio 2022. Nel suo comunicato si legge chiaramente un invito rivolto alla stampa a non strumentalizzare la vicenda e a rispettarne tutti i dettagli in sede di scrittura.

I fatti vanno verificati in maniera obiettiva verificando le fonti, è quello che vorremmo dai mass media. La ricerca dello scoop non paga, soprattutto quando vengono tirati in ballo i medici che devono poter lavorare in tranquillità senza la paura di dover finire sulla prime pagine dei giornali in maniera ingiustificata.

[…]

La Sigo ritiene che il personale ostetrico-ginecologico […] debba essere maggiormente tutelato e non possa essere oggetto di campagne mediatiche.

Colacurci non nega i casi possibili di “malpractice”, ma ritiene che certe notizie vadano affidate a “giornalisti esperti del settore sanitario non disponibili, per fare audience, a diffondere notizie false e che ripugnano una politica scandalistica senza verifica delle fonti.

L’esito delle indagini dell’AOU di Sassari

L’AOU di Sassari, in una nota pubblicata il 21 gennaio 2022 sul sito ufficiale, ha comunicato gli esiti dell’audit interno e ha affidato le dichiarazioni alla direzione strategica. Ecco la nota:

Dall’indagine interna che abbiamo realizzato sulla gestione del caso registrato al pre-triage del pronto soccorso di Ginecologia e Ostetricia risulta il corretto comportamento dei nostri operatori sanitari.

Lo facciamo adesso perché era necessario completare prima un iter che era stato avviato, cioè l’indagine interna e poi la visita degli ispettori ministeriali e regionali. E lo abbiamo fatto nel rispetto della signora e dei nostri operatori.

La signora è arrivata al pre-triage del pronto soccorso di viale San Pietro alle ore 12,35, non ha dovuto aspettare, era tranquilla e non presentava segni di sofferenza. Non vengono riferiti cioè né dolori né perdite.

Al piano terra della struttura erano presenti un’ostetrica e una oss. L’AOU precisa, ora, il dettaglio sul tampone molecolare: alla donna, riferisce l’azienda, erano state rivolte “domande di rito”, compreso se avesse effettuato il vaccino e il tampone. Su questo punto, l’AOU sottolinea:

Il tampone non è necessario per accedere alle strutture ambulatoriali e al pronto soccorso, sia generale sia specialistico. Nel caso viene fatto in pronto soccorso. Come da disposizioni ministeriali, il paziente non ha necessità di presentare il green pass o il tampone.

Al pre-triage la donna aveva riferito di essere alla terza settimana di gravidanza, un “periodo troppo precoce – secondo l’azienda – che non consente di fare una diagnosi certa”, eventualità possibile tramite ecografia e analisi del sangue solo dalla quinta settimana. Quindi? La direzione strategica continua:

L’ostetrica che ha raccolto le informazioni, ha contattato il medico di turno e, constatato che non ci fossero gli estremi di una emergenza-urgenza, ha attribuito alla situazione un codice bianco, [che] individua situazioni che dovrebbero essere gestite dal medico di medicina generale, dal ginecologo o dall’ostetrica in ambulatori/consultori. Alla signora veniva inoltre suggerito, vista la non urgenza, in caso di visita ambulatoriale, la possibilità di eseguire il tampone al box della Ginecologia e Ostetricia, al secondo sottopiano del Palazzo Rosa il lunedì successivo. In caso di accesso urgente al pronto soccorso il tampone nasofaringeo sarebbe stato fatto subito, come da prassi.
Le è stato consigliato quindi di recarsi a casa, in attesa vigile, e di ritornare nel caso fossero presenti dolori e/o perdite. Non è stata prescritta alcuna terapia e non è stata consigliata neanche l’assunzione di una tachipirina. La signora non è mai tornata al pronto soccorso ginecologico per perdite di sangue né presso altri ospedali del nord Sardegna.

Presto, conclude la direzione, si avranno anche report degli ispettori sanitari che “saranno finalizzati a produrre azioni migliorative per quanto riguarda percorsi, procedure e protocolli”.

Quindi?

Secondo l’AOU di Sassari tutto si sarebbe svolto regolarmente, ma la direzione potrebbe ritornare sul caso con i risultati del report degli ispettori regionali e ministeriali.

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