Il video delle pesche ‘verniciate’ non svela un complotto: ecco la verità

di Anna Chiara Desole |

bufala sindaco di lonigo
Il video delle pesche ‘verniciate’ non svela un complotto: ecco la verità Bufale.net

Sono ormai diverse settimane che su TikTok, Facebook e Instagram circola un video in cui si vede un uomo intento a “verniciare” delle pesche disposte ordinatamente in cassette e – così sembrerebbe – destinate al mercato.

Il video delle pesche ‘verniciate’ non svela un complotto: ecco la verità

Bomboletta spray alla mano, l’uomo ricopre i frutti di un rosso acceso, trasformando in pochi secondi delle pesche chiaramente acerbe in prodotti dall’aspetto maturo.

Inutile aggiungere che in breve tempo il filmato ha scaturito indignazione e complotti di molti utenti, preoccupati circa i presunti metodi di lavorazione della frutta.

“Cosa stiamo dando ai nostri figli? O ancora “Vogliono avvelenare il genere umano” sono solo alcune delle frasi che hanno accompagnato la diffusione del video con toni allarmistici.

Il video delle pesche ‘verniciate’ non svela un complotto: ecco la verità

Il video delle pesche ‘verniciate’ non svela un complotto: ecco la verità

Appurato che il video in questione non sia stato generato artificialmente, ne abbiamo rintracciato la sua prima pubblicazione: luglio 2025 su TikTok.

Insomma, non proprio fresco di giornata quindi, ma ancora abbastanza d’impatto.

Chiariamo da subito che il filmato non è stato girato in Italia bensì in Georgia, nel villaggio di Chumlaki, municipalità di Gurjaani.

La conferma ci arriva anche dal personaggio che l’ha postato: Giorgi Utiashvili, agricoltore impiegato presso il consorzio del medesimo villaggio.

La reazione delle autorità:

La National Food Agency georgiana ha immediatamente preso posizione parlando di “contaminazione alimentare intenzionale” richiedendo l’intervento delle forze dell’ordine come riportato da diverse testate locali e nazionali. 

Ovviamente non si parla di una pratica diffusa: siamo di fronte a un episodio isolato diventato virale “per gioco”. La stessa agenzia statale ha precisato che vengono effettuati controlli regolari su frutta e verdura destinate alla vendita con analisi su pesticidi, metalli pesanti e radionuclidi, e che eventuali anomalie vengono rese pubbliche.

In parallelo, alcune pagine social (creator del video compreso) hanno rilanciato la versione secondo cui si sarebbe trattato di un semplice scherzo: pesche danneggiate, spruzzate per girare il video e poi buttate. Una giustificazione che resta comunque non verificabile e non contemplata dalle prassi del settore ortofrutticolo.

Una vernice altamente tossica:

Va ricordato che esistono coloranti alimentari autorizzati, usati in specifici contesti e con normative precise. Ma non è questo il caso. Grazie a un fermo immagine del filmato, infatti, siamo risaliti all’etichetta della bomboletta che riporta l’inconfondibile logo di una vernice spray destinata a metalli e superfici industriali. Un prodotto altamente tossico, assolutamente vietato per qualsiasi utilizzo alimentare.

In altre parole: non parliamo di additivi o trattamenti previsti dalla legge, ma dell’uso improprio di una vernice chimica che nulla ha a che vedere con la filiera agroalimentare.

Le indagini sono ancora in corso. La National Food Agency georgiana ha poi disposto il sequestro del lotto comparso nel video. L’agenzia ha ricordato che vengono effettuati controlli regolari su frutta e verdura in vendita, con analisi su pesticidi, metalli pesanti e radionuclidi, e che eventuali anomalie vengono rese pubbliche.

Al momento, però, non sono stati diffusi i risultati dei test di laboratorio sulle pesche spruzzate né dettagli sulla composizione chimica della sostanza utilizzata. Resta quindi aperta l’indagine, con la polizia che ha già interrogato i responsabili e la magistratura che dovrà chiarire eventuali responsabilità penali.

Questo episodio non rivela alcun “segreto” dell’industria alimentare, ma solo la leggerezza di chi, per qualche secondo di notorietà, ha scelto di manomettere del cibo con sostanze pericolose. Un gesto che rischia di minare la fiducia dei consumatori e di sporcare l’immagine di un intero comparto agricolo. Perché a differenza di un filtro social, certe bravate non si cancellano con un clic.

 

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