Il governatore Toti e La nuova Padania usano una fake foto di Amatrice: FALSO
Internet è piena di tanti piccoli Johnny Bassotto. Persone che non sanno come funziona dal punto di vista tecnico un crawler, o come Google selezioni le immagini che propone.
Eppure, in un’era postmoderna in cui tutto è complotto, sono lì con le grandi verità in tasca, pronti a “mettersi in tasca” politici e fact checker, giornalisti ed avversari.
Prima di accusare qualcuno di fake bisognerebbe masticare e rimasticare, altrimenti le accuse ti restano in gola come un boccone amaro e scopri che chi è stato lesto ad accusare dovrebbe essere lesto a chiedere scusa. Ginocchioni.
È facile leggere su Internet
Scuola senza banchi?????? impossibile nessun dirigente scolastico lo permetterebbe
Il governatore della Liguria Toti e La nuova Padania usano la stessa foto per propagandare le loro FAKE sulla scuola!!!! Il primo parla di una scuola di Genova il secondo di Amatrice!! almeno mettetevi d’accordo!!
Ma, ripetiamo, basterebbe leggere per capire che Giovanni Toti e La Nuova Padania sono del tutto innocenti. Meno veritiera è questa accusa, del tutto falsa. Per dolo o colpa non sta a noi giudicarlo, ma inveritiera.
Il governatore della Liguria Toti e La nuova Padania usano la stessa foto: la falsa accusa di fake
In primo luogo, come evidenziato in un nostro precedente articolo cui seguirà follow-up quella scena è relativa ad un momentaneo disservizio, riconosciuto dall’amministrazione scolastica ma che sarà risolto già nella mattina di domani e che ha portato ben poche conseguenze.
Citando le parole dell’amministrazione scolastica, per tramite di comunicazione del dirigente
La scuola che dirigo dal 1 settembre ha svolto un grande lavoro nei mesi estivi per organizzare la riapertura. Come molte altre scuole, ha affrontato le difficoltà di questi ultimi giorni con spirito costruttivo e collaborativo: tra queste difficoltà, i ritardi nella consegna degli arredi. I banchi, ordinati con largo anticipo, arriveranno domani pomeriggio e nel primo giorno di scuola, che è stato un giorno di festa, abbiamo solo evitato di rimettere quelli vecchi. La foto ritrae bambini che, durante un’attività didattica, stanno disegnando sereni in libertà: un’ingenuità, da parte dell’insegnante, farla girare, ma sbagliato e grave strumentalizzarla, strumentalizzando, con essa, soprattutto i bambini, in una giornata nella quale avevamo riscontrato solo grande entusiasmo e nessuna criticità. Nel mio Istituto ho trovato docenti preparati e motivati, che difendo, e bambini sorridenti e felici di tornare a scuola. Questa è l’immagine che porto nel cuore da questo primo giorno e che desidero rimanga a famiglie ed insegnanti.
Fortunatamente, tutto andrà a posto in meno di 24 ore, e questo dovrebbe contare.
Inoltre, chi avrà la curiosità di leggere veramente l’articolo de La Nuova Padania vedrà che esso “non contiene foto di Genova spacciate per foto di Amatrice”, né del 2016, né odierne.
Nonostante l’articolo parli di Amatrice, una immagine di Genova è contenuta nel footer, nei link “A pie’ di pagina”, per usare il termine italiano.
Nota a piè di pagina che raccoglie i tre articoli sulla scuola più vicini temporalmente, tra cui uno sul caso di Genova
Perché Google allora riporta tra le immagini dell’articolo su Amatrice la foto di Genova?
Il nostro piccolo Detective Conan fa riferimento a questa anteprima di Google
Ma è un problema nel quale noi stessi di Bufale siamo incappati più volte: talora il crawler, il programma automatico di Google che compone le anteprime, raccatta la prima immagine che trova.
È per questo che talora alcuni dei nostri articoli, quando il nostro articolista di turno si dimentica di verificare che tutto sia al suo posto, escono senza la barra colorata che indica il tag, cagionando commenti beceri e scomposti del genere
Perché qui non vedo il colore di buffala o non buffala? Booooooo! Perché non volete dire se è buffala? Volete che clicco per i soldi?
Quindi, nonostante l’unica foto nell’articolo della Nuova Padania relativo ad Amatrice sia, una foto del Polo Didattico Romolo Capranica
Il Crawler di Google ha pescato dal footer, dal Piè di Pagina.
Bastava controllare.
Controllare prima, “denunciare” poi.
Il vero fact checking si fa così.
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