Forti critiche sovraniste con le recensioni di Tolo Tolo: Zalone finanziato da Soros

di Redazione Bufale |

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Forti critiche sovraniste con le recensioni di Tolo Tolo: Zalone finanziato da Soros Bufale.net

Stanno arrivando un po’ a sorpresa le prime critiche con le recensioni di Tolo Tolo, il nuovo film di Checco Zalone che in occasione della sua uscita nelle sale cinematografiche ha battuto record su record con poco meno di 9 milioni di incasso. In particolare, in linea con quanto avvenuto dopo il post di Salvini su Papa Francesco (ve ne abbiamo parlato nella giornata di ieri), si sono scatenati soprattutto i sovranisti. Se da un lato il trailer della pellicola lasciava intendere che potesse trattarsi di un film contro l’immigrazione, evidentemente le cose non stanno esattamente così.

Tolo Tolo

Tolo Tolo

Le critiche emerse con le prime recensioni di Tolo Tolo

Ad aprire il fronte delle critiche, tramite le prime recensioni di Tolo Tolo, è stato Ignazio La Russa. Tramite un tweet, infatti, ha espresso non poche perplessità sulla qualità del film, pur non menzionando la questione immigrazione: “Ho appena visto la prima di TOLO TOLO: zero applausi alla fine. Oltretutto anche scarso e noioso. Servirebbe “soddisfatti o rimborsati“. Il meglio, però, arriva dai cosiddetti sovranisti, come è stato sottolineato da Next Quotidiano.

A quanto pare, infatti, non manca chi con le recensioni di Tolo Tolo dopo essere uscito dal cinema, parli di “pura propaganda globalista, buonista ed immigrazionista“. In alcuni casi Zalone viene scagionato, considerando il fatto che ci si sofferma su film inquinato evidentemente contro il suo volere. Immancabili i riferimenti ai finanziamenti di Soros e alle menzioni di Carola Rackete, per un film che viene etichettato da alcuni come “pellicola di regime”.

Insomma, è evidente che tra i sovranisti si siano venute a creare delle aspettative poi disilluse, almeno stando alle recensioni di Tolo Tolo che si possono osservare oggi 2 gennaio in Rete. Improvvisamente, Checco Zalone non viene più visto come simbolo della lotta al fenomeno immigrazione, in attesa di altri riscontri sul suo nuovo film.

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