DISINFORMAZIONE E ACCHIAPPALIKE Cécile Kyenge: “Fosse per me, trasformerei metà delle chiese in moschee”

di Luca Mastinu |

bufala sindaco di lonigo
DISINFORMAZIONE E ACCHIAPPALIKE Cécile Kyenge: “Fosse per me, trasformerei metà delle chiese in moschee” Bufale.net

Il nostro archivio è gravido di analisi sulla disinformazione a carico di Cécile Kyenge. Oggi, un’utente Facebook ha pubblicato sul proprio profilo un meme, nella piena formula dell’immagine senza fonti (leggi la nostra guida utile), che già ha raggiunto il numero preoccupante di 60 condivisioni:

L’ha detto sul serio!
Ormai è chiaro che vogliono far diventare il nostro Paese una colonia islamica!
Condividiamo tutti questo scandalo per favore.

“Se fosse per me, trasformerei metà delle chiese in moschee così che anche i fratelli islamici possano pregare in santa pace”

Cécile Kyenge in un’intervista del 2017

Il falso, oltre all’assenza di fonti è dato anche dalla decontestualizzazionefalsa attribuzione della citazione. A pronunciare tali parole, infatti, non è stata Cécile Kyenge bensì – secondo RepubblicaIl Giornalepadre Alex Zanotelli citando un discorso di monsignor Raffaele Nogaro, vescovo di Caserta, tenuto in occasione di un’intervista:

Moralmente e da uomo di fede sarei pronto a trasformare tutte le chiese in moschee se fosse utile alla causa e se consentisse di salvare la vita di uomini e donne, poveri e infelici, perché Cristo non è venuto sulla terra per costruire chiese ma per aiutare gli uomini indipendentemente dalla razza, dalla religione, dalla nazionalità. E invece ci sono politici che nei loro comizi continuano a predicare le espulsioni e la cosa peggiore è che lo fanno con la corona e il rosario in mano e nominando il nome di Dio invano, un peccato molto grave.

Zanotelli, nel citare Nogaro, motivava la sua partecipazione al “digiuno a staffetta” organizzato dal mondo della Chiesa per protestare contro la politica migratoria del nuovo governo. La manifestazione prevede un digiuno di 10 giorni con mobilitazioni tra piazza San Pietro e Montecitorio, e ha avuto adesioni anche da Firenze.

Parliamo di disinformazione, dunque, perché l’affermazione esiste ma non appartiene a Cécile Kyenge, che in questo contesto viene sfruttata con la strategia acchiappalike per sollevare l’indignazione degli utenti più disattenti.

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