Coronavirus, ricercatori in Usa e in India: «Il Covid-19 si rifugia nei testicoli, ecco perché muoiono più uomini»

di Shadow Ranger |

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Coronavirus, ricercatori in Usa e in India: «Il Covid-19 si rifugia nei testicoli, ecco perché muoiono più uomini» Bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti una notizia dal titolo Coronavirus, ricercatori in Usa e in India: «Il Covid-19 si rifugia nei testicoli, ecco perché muoiono più uomini»

Premessa essenziale e fondamentale: ogni singola richiesta che ci fate su uno studio scientifico ancora in corso non potrà che sfociare in un Analisi in Corso con Approfondimento o Precisazioni. Sempre.

Inutile che ci chiediate se è buffala o non buffala, se vero o falso.

La scienza non funziona con la logica binaria: una volta terminato uno studio, sottoposto a peer review e raccolte prove sì. Fino a quel momento si parla di modelli scientifici, tentativi di costruire un modello valido per spiegare il reale.

Tempo fa ci segnalaste un articolo: Le donne sono meno colpite dal Coronavirus: uno studio scientifico spiega perché. Che potrete considerare l’antecedente logico di questo.

Va fatta una premessa: parlando di uno studio scientifico, i tag analisi in corso e precisazioni sono obbligatori a prescindere.

Citando un ormai datato anime passato in televisione anni fa

A quel tempo noi eravamo sicuri che fosse anche la verità della vita. Invece, il mondo reale è imperfetto e non esiste davvero una legge che sia in grado di spiegare tutto quanto, nemmeno il principio dello scambio equivalente.

Ogni studio scientifico, finché non perviene dalla teoria ad un risultato certo, ripetibile e verificabile in laboratorio è da intendersi come un modello, un tentativo di interpretare il reale cercando quella legge in grado di spiegare il tutto.

La teoria alla base di Il Covid-19 si rifugia nei testicoli, ecco perché muoiono più uomini

La teoria precedente, che collega una maggior morbilità umana, partiva dal punto di vista che la selezione umana ha sostanzialmente prediletto donne con un sistema immunitario maggiormente attivo: se non altro come incentivo alla procreazione, la maggior presenza di estrogeni ed una spinta evolutiva che nei millenni ha favorito donne dal sistema immunitario iperattivo (sino al limite del rischio di malattie autoimmuni) come incentivo della specie umana alla sopravvivenza degli infanti, dipendenti dalle cure e dal latte materno nei primi mesi di vita.

Questa teoria parte dal fatto che in un campione statistico di uomini e donne esaminati, a distanza di tempo, i tamponi effettuati alle donne sono diventati negativi in meno tempo rispetto a quelli degli uomini.

In assenza di studi basati sulla peer review, sostanzialmente in assenza di prove di laboratorio ripetute ed esaminate da altri scienziati, si è fatto ricorso al modello teorico.

Un po’ come Dottor House con la lavagnetta che escluso il Lupus (perché non è mai Lupus nel mondo del Dottor House) i ricercatori si sono semplicemente posti una domanda: cosa hanno gli uomini che le donne non hanno?

"Quale terapia?"

“Quale terapia?”

La risposta avrà suscitato un risolino in molti di voi, ma non è neppure scontata: i pochi mesi di studio di SARS-CoV-2 che abbiamo dalla sua nascita ad oggi ci spiegano che SARS-CoV-2 si attacca per vivere a dei recettori particolari, ACE2.

Recettori presenti in cuore, polmoni, reni e testicoli, ma non nelle ovaie.

Il modello teorico suggerisce quindi che SARS-CoV-2 sia meno restio ad abbandonare un corpo maschile perché ci sono molti più recettori ACE2 dove “appendersi”, e che la discrepanza sia nei testicoli.

Certo, si parla di un incremento del tempo di guarigione ancora esiguo: una media di sei giorni al tampone negativo rispetto ai quattro femminili, e la spiegazione è degna di ulteriori esami, anche solo per porsi il problema di una possibilità di trasmissione sessuale del COVID19.

Ma le possibili precedenti spiegazioni restano ancora valide: ovvero il fatto che il sistema immunitario femminile sia mediamente più “solido” del maschile, che in diverse economie e società le donne siano tagliate fuori da vizi come fumo ed alcol (che generano un generale indebolimento sifico), che in diversi contesti sociali l’uomo sia portato ad attività di contatto dove il contagio è maggiore… sono tutte possibili spiegazioni, e tutte altrettanto valide.

Tenete conto che SARS-CoV-2 esiste sulla faccia della Terra da meno di un semestre: siamo letteralmente, ancora al livello di Dottor House con la lavagnetta.

Aggiornamento: i modelli contrari alla presenza di SARS-CoV-2 nei testicoli

Come preventivato, gli studi sul modello ipotizzato continuano.

E

Dalle “evidenze ad oggi disponibili” non si può imputare ai testicoli il fatto che gli uomini vengano colpiti più delle donne dal Coronavirus. A sostenerlo è il gruppo di studio dell’unità di Andrologia e Medicina della Riproduzione dell’Azienda Università di Padova diretto dal prof. Carlo Foresta, ordinario di Endocrinologia che contesta quanto affermato da uno studio condotto negli Usa dal Montefiore Health System e dall’Albert Einstein College of Medicine, in collaborazione con l’Ospedale di Malattie Infettive Kasturba di Mumbai in India

Sostanzialmente il dottor Foresta evidenzia una piccola, sostanziale realtà: come già indicato i modelli statistici dimostrano una maggiore incidenza di COVID19 negli uomini, ma non dimostrano la capacità di SARS-CoV-2 di spostarsi nel sangue fino ad arrivare ai testicoli.

E di sicuro SARS-CoV-2 non si teletrasporta liberamente per il corpo umano.

Non sono state trovate inoltre tracce di SARS-CoV-2 nel liquido seminale.

Restano validi i modelli legati alle espressioni diverse di testosterone ed estrogeni nel corpo femminile, che ha sempre più ACE2 disponibili per il corpo anche sotto attacco del SARS-CoV-2.

Ci allontaniamo quindi dalla teoria di SARS-CoV-2 come uso a rifugiarci nei testicoli, ma restiamo nel campo delle differenze sessili tra malati.

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