Azioni legali contro chi utilizza male WhatsApp: tolleranza zero confermata, chi rischia

di Redazione Bufale |

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Una vera e propria svolta quella emersa oggi 12 giugno per i tantissimi utenti che utilizzano WhatsApp. Lo staff ha infatti confermato la volontà di mettere da parte truffe e bufale tramite la tanto amata app di messaggistica, annunciando la “tolleranza zero” contro coloro che alimenteranno un certo tipo di informazione nelle conversazioni private e pubbliche. Subito balza in mente una delle ultime catene che abbiamo trattato sulle nostre pagine, quella chiamata “Buongiorno e buonanotte” nel gergo degli utenti con conoscenze più avanzate su queste dinamiche, tra le tante che si sono susseguite negli ultimi tre anni.

La conferma arriva direttamente da una fonte autorevole, come Techcrunch. In pratica, dal prossimo 7 dicembre entrerà in atto una sorta di regolamento condiviso dal team WhatsApp, tramite il quale il colosso americano intraprenderà azioni legali contro coloro che verranno ritenuti colpevoli (in modo diretto o indiretto) di precisi abusi. Si parla nello specifico di comportamenti che violano i Termini di servizio. Basti pensare all’invio di messaggi automatici o di massa,

Tutto si concentra dunque sull’uso non personale di WhatsApp per Android e iPhone, nonostante questo tipo di valutazione si basi “su informazioni disponibili solo al di fuori della piattaforma”. Insomma, non si conoscono ancora le metodologie che verranno utilizzate dai tecnici, ma nei prossimi mesi ne sapremo sicuramente di più sotto questo punto di vista. Per rafforzare il concetto, è stato contestualmente annunciato che di recente si è riusciti “bannare 2 milioni di account al mese a livello globale”.

Dal ban alle azioni legali il passo è breve. Chiaramente ci sarà un occhio di riguardo per il tipo di Comunicazione utilizzato dalle aziende per scopi commerciali, sia per la natura stessa dei loro contenuti, sia per una crittografia che evidentemente è più facilmente aggirabile dai “controllori”. L’annuncio, però, vale a tutti gli effetti anche per “soggetti privati” come tutti noi.

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