Vince premio con foto generata via AI: lo rifiuta per darci una lezione

di Bufale.net Team |

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Vince premio con foto generata via AI: lo rifiuta per darci una lezione Bufale.net

Vince premio con foto generata via AI, ma agendo in modo onesto lo rifiuta. Questa l’avventura, che interviene a cavallo sul dibattito sulle IA nel mondo della cultura, dell’informazione e della vita quotidiana, del fotografo Boris Eldagsen.

Vince premio con foto generata via AI: lo rifiuta per darci una lezione

Vince premio con foto generata via AI: lo rifiuta per darci una lezione

Che per “fare il furbetto”, citazione testuale tradotta, ha deciso di sottoporre al Sony world photography awards, importante evento di fotografia, una immagine generata mediante Intelligenza Artificiale.

Il famoso falso più vero del vero che abbiamo imparato a conoscere, amare ma anche odiare.

Vince premio con foto generata via AI: lo rifiuta per darci una lezione

Chi ci segue da lunga data avrà riconosciuto nella foto della galleria “Pseudomnesia”, ispirata ai “falsi ricordi” tutti i tratti distintivi che abbiamo visto nelle foto false più grottesche.

La foto, che dovrebbe raffigurare “due donne di generazioni diverse a confronto”, nonostante il fotografo Eldagsen abbia fatto del suo meglio per coprire le magagne con la sua arte ha tutti i difetti visti in gallerie come ad esempio quella “dei fratelli immortali Sasha e Masha” di cui abbiamo avuto modo di occuparci.

Ovvero mani deformi, pupille altrettanto distorte, sguardi persi nel vuoto e pupille innaturali. L’algoritmo generativo su cui le correnti generazioni di AI sono basate infatti si basano sull’esaminare modelli fotografici raccolti dal vasto bagaglio della rete e occhi e mani sono notoriamente i dettagli meno evidenti nelle foto a mezzo e busto completo.

Quindi le Intelligenze Artificiali al momento difettano dell’esperienza per creare sguardi, mani e capelli davvero convincenti. Altresì, come in questo caso, presentando sopracciglia quantomeno deformi

“Partecipando alle chiamate aperte, voglio accelerare il processo degli organizzatori del premio per prendere coscienza di questa differenza e creare concorsi separati per le immagini generate dall’intelligenza artificiale. Grazie per aver selezionato la mia immagine e aver reso questo un momento storico, in quanto è la prima immagine generata dall’intelligenza artificiale a vincere in un prestigioso concorso fotografico internazionale. Quanti di voi sapevano o sospettavano che fosse generato dall’intelligenza artificiale? Qualcosa in questo non sembra giusto, vero? Le immagini AI e la fotografia non dovrebbero competere tra loro in un premio come questo. Sono entità diverse. L’intelligenza artificiale non è la fotografia. Pertanto non accetterò il premio”.

Ha affermato Eldagsen, rifiutando il premio e giustificando la sua beffa al concorso col bisogno di fare luce sui guai dell’AI.

I guai di cui parliamo

Ve ne abbiamo già accennato: al momento le AI consentono a chiunque di creare un “falso più vero del vero”. Noi che siamo professionisti del mondo delle “informazioni non verificate” siamo stati in grado, a occhio, di riconoscere le magagne della foto.

Ma quella foto è arrivata ad un concorso importante.

Esattamente come i social sono invasi da bot con testi scritti da ChatGPT (alcuni che riportano espressamente i messaggi di errore dell’AI di OpenAI quando qualcosa va storto) con volti creati dall’Intelligenza Artificiale.

Viviamo in un mondo in cui non c’è più bisogno di procurarsi uno scatto rubato per rovinare la vita di una donna col “revenge porn”: ci sono app per cellulare che per pochi soldi promettono di montare il viso di una donna di cui fornisci una foto a corpo intero, ad esempio in costume da bagno, su un corpo nudo, di fisico compatibile e in pose risque adatte per il tuo porno fatto in casa.

E se persone che guardano foto tutto il giorno non ne identificano prontamente la differenza, quale possibilità ha l’uomo della strada di farlo?

Le AI rischiano di diventare il miglior amico del complottista, tema di cui abbiamo anche parlato.

Se ogni bufala viene assistita da “Ma io l’ho letto su Internet, quindi deve essere vero”, siamo all’alba di un mondo in cui la più scriteriata teoria complottistica, dai presunti “scandali sul vaccino” alla Guerra in Ucraina, può essere diffusa con la premessa “me lo ha detto ChatGPT” e assistita con “voto più vere del vero” create da Midjourney o, peggio, da legioni di “giornalisti” (come Vladimir Bondarenko e Irina Kerimova) creati e animati dalle AI, manipolati come pupazzi da qualcuno che non avrà il pudore di dirti che era una scherzo.

E questo è un problema che dovremo affrontare.

 

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