Sequestrate mille Pandora Box: la questione delle rom precaricate

di Shadow Ranger |

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Sequestrate mille Pandora Box: la questione delle rom precaricate Bufale.net

Sono state sequestrate mille console “Pandora Box” a Novi Ligure. Ed è subito il momento del ricordo. Infatti il problema non è la console, ma il contenuto con la quale arrivava.

I più anzianotti tra voi ricorderanno i sequestri di giochi pirata o di compilation di “rom” per MAME, il principale emulatore di console arcade su PC, compagno ubiquitario di molti retro-giocatori per tutti gli anni ’90 e 2000 fino ad oggi.

Tutti gli altri ricorderanno che è perfettamente legale comprare e vendere console in grado di far girare videogames (salvo la presenza di particolari brevetti), ma il contenuto potrebbe essere un problema.

Cos’è una Pandora Box

Dall’evocativo nome dello “scrigno di Pandora”, il mitologico ricettacolo di tutti i mali dell’umanità (anche identificato come “Vaso”) custodito dall’omonima creatura mitologica nasce il “Pandora Box”.

Nel mito il “Vaso” conteneva infatti ogni male dell’umanità, e il suo scopo era da fungere da equivalente alla “mela del peccato” della religione ebraica. Un vendicativo Zeus secondo la mitologia Esiodea, desideroso di punire la razza umana per aver accettato da Prometeo il dono del fuoco ed Epimeteo, suo fratello, per punire la stirpe del Titano, gli aveva mandato una donna bellissima e affascinante quanto curiosa.

La donna avrebbe dovuto custodire un vaso contenente ogni male che affligge l’umanità, e tenerlo chiuso per perpetuare la mitica età dell’oro: a cagione della sua curiosità Pandora decise di aprire lo scrigno e liberare così ogni male. Terrorizzata, lo richiuse per cercare di limitare i danni, intrappolando la speranza, condannando così il genere umano al dolore assoluto senza speranza, oppure a seconda dei casi donandogli almeno la possibilità di ritrovare prima o poi la speranza e lenire il proprio dolore.

La “Pandora Box” del mito prende solo la natura di contenitore pressoché infinito.

Parliamo di una soluzione “tutto in uno”: mentre con RetroPie e altre soluzioni simili devi comunque premurarti di assemblare e programmare il necessario, con una Pandora Box hai tutto quello che ti serve già pronto.

Una soluzione “chiusa”: su RetroPie puoi programmare un Raspberry Pi, cercarti controller di tuo gusto, magari aggiungere un case di tuo gradimento ed eventuali accessori (come la capacità di ottenere uscite SCART o RGB per i monitor vintage a qualità superiore del Videocomposito fornito…). Su Pandora Box hai tutto quello che ti serve già pronto, più una selezione di giochi.

Selezione di giochi che puoi ingrandire a tuo piacimento aggiungendo ulteriori “Rom”, copie delle memorie di gioco.

Ti ritrovi quindi una soluzione “tutto pronto”: una scatola dall’aspetto della console di un cabinato con un iconico joystick arcade di buona fattura, tutti i tasti che ti servono, ogni genere di uscita video e audio.

Ma qui casca l’asino.

La questione delle rom precaricate

Proprio il fatto di poter aggiungere un numero illimitato di ROM rischia di far incappare nel rischio pirateria informatica.

Molti dei giochi più iconici del passato sono infatti ancora legati dal diritto d’autore ai rispettivi titolari.

Ogni casa editrice ha una sua politica interna: SEGA consente ai fan di creare e diffondere liberamente giochi basati sulle loro proprietà, purché il creatore “secondario” lo faccia solo per hobby e non guadagni un centesimo dalle IP (“Proprietà Intellettuali”) SEGA.

Puoi quindi creare nuovi giochi di Sonic e farli girare su qualsiasi emulatore: vendili anche a solo 50 centesimi e avrai la compagnia addosso.

Nintendo, da questo punto di vista, preferisce affidarsi a se stessa, attivamente bloccando la distribuzione di “versioni alternative” dei giochi che preferisce continuare a vendere sulle proprie console.

È ancora possibile giocare a Super Mario sulla propria Nintendo Switch al costo dell’abbonamento ai servizi online o su un nuovo Game&Watch, riproduzione moderna delle console portatili vintage della casa.

Ogni produttore ha infatti una sua politica su cosa fare dei propri giochi, e tutte convergono sul fatto che le norme sul diritto di autore continuano ad applicarsi, e la vigilanza è tanto più severa quando scatta il lucro.

Possiamo parzialmente rettificare quanto avrete letto in questi giorni: comprare una “retroconsole”, assemblare un RetroPie, comprare una Pandora Box non è illegale.

Comprare una compilation di giochi piratati? Quello sì. E vi creerà problemi.

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