Rovigo, “copriti o ti uccido”: i messaggi su Whatsapp prima di strangolare la moglie
Scriviamo questo fact checking non perché la realtà sia in qualche modo migliore della bufala. Ma perché è anche peggiore.
Scriviamo queste parole per rendere onore alla memoria di Giulia Lazzari, vittima di un brutale e crudele femminicidio. Vittima di una violenza dalla quale ha cercato di allontanare se stessa e la sua piccola, senza cedere alla gelosia dell’uomo che avrebbe spento con cattiveria la sua vita.
Persona che ha postato, prima di compiere il suo brutale gesto, il seguente messaggio
Riportato dalla stampa, questo scambio ha dato l’idea, come vedremo falsa, di una Giulia Lazzari acquiescente rispetto all’ambiente tossico creato da chi diceva di amarla, e invece voleva solo possederla e controllarla.
Come si fa con le cose, come si fa con chi essere umano non è.
La verità è in realtà ancora peggiore.
Davanti ad una Giulia Lazzari che lottava per allontanarsi da una relazione tossica, quello che sarebbe diventato poi il suo carnefice raccoglieva divertenti messaggi da Facebook, dalle varie pagine che raccolgono testimonianze del genere per ridere, ripubblicandole con risatine e battute.
Avanti lettori, vi sfido.
Ditemi. Cosa. Ca**o. C’è. Da. Ridere.
Ditelo velocemente che se avete riso davanti ad una simile testimonianza di orrore poi ci tocca segnalarvi dove di dovere, scacciarvi dalla nostra pagina e fare in modo che siate banditi per sempre da ogni pagina a noi amica.
Non possiamo però che far nostro l’appello di Carmen di Lauro, da lei affidato al suo profilo FB
Se sul vostro telefono avete messaggi simili, se queste parole vi suonano familiari, scappate. Scappate più lontano possibile, perché questo non è amore.
Questo è un profondo disagio psicologico che non spetta a voi curare.
E ogni momento passato con una persona incline al controllo, a fantasie di potere e violenza è un momento di troppo. Non si può salvare chi non ha che azioni malvage da dare.
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