Questa foto della bandiera palestinese allo stadio è creata con l’AI
Ci risiamo: una foto della bandiera palestinese allo stadio creata con AI ci mostra che se gli uomini del 1920 sognavano un futuro in cui la scienza ci avrebbe portato lontano dalla Grande Guerra e pronti a sconfiggere orrori e malattie, noi uomini del 2023 abbiamo deluso le loro aspettative usando strumenti evolutissimi per portare la frase “Eh, ma tanto è il concetto quello che conta” a livello di farsa.
Il lungo elenco di “pare che..” seguito dalla descrizione di folle oceaniche contro Israele echeggia la martellante propaganda filorussa che, a colpi di falsi, ha descritto in Occidente la stessa situazione inventando folle a favore di Putin e della distruzione Ucraina.
L’immagine contiene elementi che riconoscerete: le braccia dei tifosi che si descrive essere a Madrid ad esempio sembrano tentacoli deformi con dita “frattali”, ammassi di carne degni di un incubo di Cronenberg più che di una foto.
Perché si tratta di un falso costruito in CG.
Questa foto della bandiera palestinese allo stadio è creata con l’AI
La tecnica è la stessa che abbiamo visto con la foto del “bambino palestinese in lacrime” che ad una seconda e più attenta osservazione rilevava una mano curiosamente polidattila ed una maglietta deforme con una bandiera palestinese malformata sul torso, e la foto dei “due bambini abbracciati soto le bombe”, dove entrambe le figure avevano visi parimenti sformati e il “piccolo palestinese” aveva una improbabile kefiah fusa ad una bandiera fusa alla maglietta.
Si tratta di creazioni in computer graphics, fatte con intelligenza artificiale che, come visto in entrambi in casi, difetta al momento delle capacità di disegnare arti convincenti trasformando la curva sportiva in una foresta di carne deforme degna di Videodrome.
Si tratta ovviamente di una creazione autoconfessa di un gruppo dedito a montaggi, basata sul senso di “il concetto è quello che conta”.
Ma come per le “fonti russe”, i colleghi fact checkers indiani hanno rintracciato il filo della distribuzione. Che dall’account originale arriva ad account Telegram filo-Hamas e pro-Pal, per poi spostarsi su canali social filopalestinesi e poi passare da “creazione in CG” a “realtà di fatto la cui prova è sui social”.
Esattamente come nelle fonti russe, di cui si riprende lo stesso stilema.
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