PRECISAZIONI Nomade rapisce bambino
Ci viene segnalata dai nostri contatti la seguente notizia:
«Mio figlio più grande mi ha chiamata: corri mamma c’è un uomo che sta prendendo Andrea (nome di fantasia) dal seggiolino. Sono corsa nel cortile: ho visto un individuo che prendeva in braccio il mio bimbo di otto mesi. Ho urlato a squarciagola. Lui, dopo avermi minacciata di spararmi in testa, è fuggito su un furgone». Gli equipaggi della polizia, intervenuti nel giro di pochi istanti in quel tratto del Casilino, sono riusciti ad intercettare i due presunti sequestratori ancora a bordo del furgone: si tratta di due nomadi del campo di Salone, un uomo e una donna: Vitez S., 42 anni e Zumra A. di 47. La coppia è stata riconosciuta senza ombra di dubbio dalla vittima che aveva descritto agli agenti in modo dettagliato il furgone, bianco con un braccio meccanico di colore rosso. Per i due nomadi è scattato l’arresto in flagranza di reato convalidato dal pm di turno .
La notizia sembrerebbe rilevante per una serie di ragioni di cui noi stessi ci siamo lungamente interessati: si insinua nel ricco filone dei “rapimenti ad opera di zingari”, echeggia i recenti fatti di cronaca avvenuti proprio nei quartieri periferici romani e solletica il naturale sentimento del lettore verso l’infanzia.
Il problema è che vi abbiamo già parlato della tendenza di Facebook a “congelare” le notizie nel momento in cui l’istruttoria interna è più favorevole ad una determinata tesi, ignorando ogni risvolto successivo fornito dalla stampa e dalle autorità.
In questo caso la condivisione “incontrollata” ha preso il primo articolo della nota rivista online Leggo omettendo completamente la seconda nota, rilasciata in giornata dalla stessa testata ed atta a gettare luce sui nuovi elementi pervenuti alla redazione:
ROMA – Adesso è giallo sul tentato rapimento di un bimbo di 8 mesi denunciato dalla madre del piccolo sabato scorso e avvenuto in un casale in via di Tor Tre Teste, a Roma. Gli investigatori della polizia stanno cercando di ricostruire quanto accaduto: l’uomo arrestato dalla polizia che avrebbe tentato di portare via il piccolo si è giustificato dicendo di essere il padre del bambino. Sabato scorso la madre del bimbo, anche lei rom, ha chiamato il 113 dicendo che un uomo e una donna si erano introdotti nel suo cortile tagliando il lucchetto di ferro che blocca il cancello d’ingresso e che avevano tentato di portare via suo figlio di 8 mesi.
A dare l’allarme è stato il fratello maggiore del bambino, che ha chiesto aiuto alla mamma gridando che un signore, entrato nel cancello, stava cercando di slacciare la cintura del passeggino su cui era seduto il fratellino, afferrandolo poi per un piede. La mamma del bimbo allora è scesa in strada con il suo compagno: tra le due coppie è iniziata una lite e l’uomo si è poi allontanato minacciando però di ripresentarsi.
I due sono infine fuggiti a bordo di un furgone. Gli agenti delle volanti sono riusciti a rintracciare la coppia di rom all’interno del campo nomadi di via Salviati. I due, V. S. di 42 anni e Z. A. di 47, sono stati arrestati per violazione di domicilio mentre l’accusa di sequestro di persona è ancora al vaglio della polizia. Il 42enne ha detto alla polizia che il bimbo di 8 mesi sarebbe nato da una precedente relazione. L’uomo responsabile del gesto e la madre del piccolo si conoscono da tempo, avendo coabitato in uno stabile occupato per diverso tempo.
Gli investigatori stanno valutando l’ipotesi che Tra le ipotesi investigative emerse, pertanto, vi è anche quella che il tutto sia avvenuto in quanto l’uomo ritiene di poter vantare diritti di paternità sul neonato.
Correttamente, i giornalisti precisano che ciò che preliminarmente, ad ogni evidenza, sembrava essere un caso di rapimento di un bambino ignaro da parte di nomadi come quelli descritti ne “Il Trovatore” e diverse fonti nelle Leggende Metropolitane è in realtà la triste e turpe cronaca di un litigio tra ex compagni di vita relativo alla paternità di un bambino presumibilmente concepito di primo letto.
Nondimeno, la versione aggiornata dell’articolo ha l’imprimatur della Questura di Roma, che vi riportiamo di seguito. Elemento che, comprensibile non è sfuggito ai giornalisti di Leggo, che ne hanno tenuto conto, ma è sfuggito a chi invece ha preferito fermarsi ad una lettura frettolosa, basata solo sul titolo dell’articolo e sugli elementi a lui graditi.
La vicenda non è meno amara, specialmente per quanto riguarda il minore: nondimeno cogliamo l’occasione per ricordarvi che mentre le testate giornalistiche ed i portali online costantemente aggiornano le loro stesse notizie, aggiungendo ulteriori elementi utili ai loro testi e pubblicando testi di integrazione e rettifica ove necessario, le “condivisioni online” non ottemperano mai questo necessario onere.
Pertanto si consiglia di controllare sempre, e più volte nell’arco di pochi giorni, la fonte ufficiale di una notizia di cronaca recente.
EDIT: Articolo aggiornato per includere il riscontro della Questura di Roma.
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