PRECISAZIONI La scheda elettorale per il Senato – bufale.net

di Shadow Ranger |

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PRECISAZIONI La scheda elettorale per il Senato – bufale.net Bufale.net

schedasenatoCi segnalano molti dei nostri lettori il rumore di fondo insistente intorno alla scheda elettorale al Senato presentata dal Presidente del Consiglio durante il Matteo Risponde del 29 Novembre.

Molte analisi e fiumi di parole sono stati scritti al riguardo: tra le poche analisi che però, dati alla mano ed osservazioni in atto possiamo ritenere legittima e logica, brilla per chiarezza quella del portale Wired.it.

Come mai? Armatevi di una copia della riforma e di una sinossi (la nostra guida potrà fornirvi entrambe, e già da tempo immemore) e seguiteci.

Ci sono essenzialmente una serie di domande che potranno aiutarci:

Domanda: Esiste un modello di scheda per la votazione al Senato già stabilito per legge?
Risposta: No, non ancora.

Nel corso della diretta stessa infatti, all’apparizione della scheda ha fatto seguito il sottotitolo facsimile a video.

Anche se più di facsimile sarebbe stato corretto parlare di mock-up.

In senso improprio, facsimile e mock-up sono termini intercambiabili, ma in realtà il mock-up è qualcosa che, citando la definizione del termine (cit. Wikipedia)

non deve rispettare le funzioni o l’uso dell’oggetto originale, […] è solo un oggetto che assomiglia all’originale o che deve dare un’idea visiva, anche molto dettagliata, di come sarà o dovrà essere l’originale.

Parliamo quindi di un proof of concept, una prova di concetto creata per dare un’idea di come potrebbe essere una ipotetica scheda di elezione dei senatori al termine dell’iter legislativo conseguente l’eventuale approvazione definitiva della riforma costituzionale in primo luogo, delle necessarie norme di attuazione in secondo luogo.

Domanda: Perché un facsmile (o mock-up che dir si voglia)?
Risposta: Ovviamente, come si fa ad esibire qualcosa che ancora non esiste? Mostrando un mock-up che dia un’idea di come potrebbe essere.

Guardando l’estratto del video, che potrete visionare direttamente sulla pagina istituzionale del Governo udirete il seguente passaggio:

È un facsimile, eh? Anzi, scriviamoci facsimile perché sennò diventa un problema (NdShadow: No, tecnicamente è un Mock-Up, ma il concetto è quello…), no, mettiamoci un bel facsimile sopra che… è fon-da-mentale…mmm.. eccolo qua! Il punto qual’è? Se passerà la legge elettorale che ha proposto… poi naturalmente dipenderà da come sarà la legge elettorale… ma il punto fondamentale è che il cittadino potrà scegliere, all’interno del suo partito, quale consigliere personale invitare a svolgere la funzione di senatore anche qui quindi si vota, c’è la scheda elettorale, non c’è trucco non c’è inganno, voi dovete votare, votate per chi vi pare

Come potete leggere, e come spero abbiate riscontrato di persona (il video lo avete, per favore, guardatelo) la formula dubitativa è un obbligo.

Obbligo che, ricorda Wired, dipende dall’ellissi.

Avrete notato che dopo le parole che ha proposto… il Presidente del Consiglio si blocca e, autoelidendo una parte del ragionamento, passa a descrivere il mock-up precisando ulteriomente che dipenderà da come sarà la legge elettorale.

Chi ha proposto cosa? Interviene Wired:

Si tratta di un documento firmato da 24 senatori che fanno capo al Partito Democratico, tra cui i due più citati sono Federico Fornaro (il primo firmatario, a cui spesso si fa riferimento per individuare il provvedimento proposto) e Vannino Chiti. Il disegno di legge è stato presentato a gennaio di quest’anno e contiene, come da titolo, le “norme per l’elezione del Senato della Repubblica”. Finora l’unico step superato dalla proposta è stata l’approvazione interna al Partito democratico, che il 10 ottobre di quest’anno ha individuato nel testo Fornaro una soluzione che potesse mettere d’accordo tutto il partito, minoranza inclusa.

Cliccando sulla parola contiene, sia nel testo originale di Wired che nel nostro estratto, sarete condotti al PDF con la proposta di legge Fornaro-Chiti. La quale però, come ogni proposta di legge, ha una sinossi introduttiva al suo incipit, che vi riportiamo per intero.

Il Disegno di Legge prevede, così, che siano definiti per ogni regione tanti collegi quanto sono i senatori-consiglieri regionali da eleggere, con la metodologia di ripartizione prevista dall’articolo 57, comma 4, della Costituzione, così come modificato dall’articolo 2 della “riforma Boschi”.
Il giorno delle elezioni regionali all’elettore sono consegnate dal Presidente del seggio due schede: la prima per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Regione e la seconda per la scelta del senatore-consigliere regionale.
L’espressione del voto dell’elettore in questa seconda scheda avverrà con la semplice apposizione di un segno sulrappresentato in misura non inferiore al 40% del totale delle candidature.
La somma dei voti ottenuti nei singoli collegi dai candidati collegati alla lista regionale, rappresenterà la cifra elettorale di quest’ultima, che sarà utilizzata per l’attribuzione dei seggi spettanti alla Regione con l’utilizzo del sistema proporzionale puro (quoziente intero e migliori resti).
Per individuare gli eletti di ogni singola lista regionale si provvederà, poi, a stilare una graduatoria dei collegi, sulla base del rapporto tra voti ottenuti dal candidato e il totale dei voti validi espressi.
Il consiglio regionale, preso atto dei verbali dello scrutinio e della relativa graduatoria regionale per ciascuna lista, procede all’atto dell’insediamento del Consiglio regionale, all’elezione dei Senatori consiglieri regionali in conformità alle scelte espresse dagli elettori.
Al fine di semplificare la normativa elettorale, per quanto attiene ai requisiti riguardanti l’elettorato attivo e passivo vi ė un espresso rimando alla normativa vigente per l’elezione della Camera dei Deputati, mentre per tutto quel che attiene agli adempimenti per la presentazione delle candidature e gli scrutini il rimando è alle leggi regionali.
Viene, infine, introdotta l’incompatibilità tra il ruolo di senatore-consigliere e incarichi nella giunta regionale e negli uffici di presidenza del Consiglio regionale e delle commissioni consiliari. In caso di decadenza o di dimissioni del senatore eletto, il Consiglio regionale, entro e non oltre i successivi trenta giorni, provvede alla sua sostituzione con il primo dei candidati senatori esclusi della medesima lista. In caso di esaurimento dei candidati della medesima lista subentra il primo dei candidati senatore escluso delle altre liste.
Il disegno di legge prevede, infine, le modalità di elezione dei Senatori che ricoprono la carica di Sindaco. I 21 membri del Senato che ricoprono la carica di Sindaco sono eletti dai Consigli regionali e dai Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori, con una procedura che prevede l’individuazione di una terna di candidati, con la presenza di entrambi i generi, da parte del Consiglo
delle Autonomie Locali della regione, che dovranno essere convocati entro sette giorni dall’insediamento del Consiglio regionale.

Come vedete, la sinossi corrisponde al mock-up, il quale, più che un facsimile in senso stretto è, sostanzialmente, la proof of concept della Fornaro-Chiti.

Un endorsement, sostanzialmente a quella che potrebbe essere in futuro l’attività del legislatore se continuasse a seguire l’indirizzo del Governo in caso di approvazione della riforma.

Una bella stringa di se: che nella parte incriminata del Matteo risponde infatti sono debitamente riportati.

Il problema è che al momento altro non è concesso, in quanto, sempre Wired, con un commendevole sforzo di vera e propria speleologia giornalistica, recupera la stessa affermazione di Fornaro a Formiche.net

La risposta la dà lo stesso Fornaro a Formiche.net: “Non è stato ancora depositato semplicemente perché – dal punto di vista tecnico – non è possibile che ciò accada“. Il motivo? Il fatto che la proposta voglia dare attuazione a una norma – il nuovo articolo 57 comma 6 della Costituzione riformata – non ancora in vigore. Recita testualmente il ddl Fornaro: “La presente legge disciplina, ai sensi dell’articolo 57, sesto comma, della Costituzione, le modalità per l’elezione dei 74 membri del Senato della Repubblica che ricoprono anche la carica di Consigliere regionale e dei 21 membri del Senato che ricoprono la carica di Sindaco“.

Dunque la proposta di legge potrà essere ufficialmente presentata solo nel caso in cui vincano i Sì. Nell’eventualità contraria – con la prevalenza dei No – ciò non potrebbe invece accadere visto che si tratterebbe di dare attuazione a un articolo mai entrato in vigore. Una circostanza confermata anche dall’ufficio stampa del gruppo Pd al Senato.

In legalese si dice simul stabunt, simul cadunt: la norma da cui deriva il mock-up presentato potrà esistere solo nel momento in cui esisterà la riforma.

Non avrebbe senso infatti discutere una norma di attuazione di una legge che all’alba del 5 dicembre potrebbe non esistere.

Immaginate di prenotare da Amazon contemporaneamente un nuovo modello di Playstation e dei videogiochi annunciati per giocarvi e scoprire che, per un disguido di Amazon, la nuova Playstation 5 (che, ripetiamo, non esiste: è solo un esempio) non uscirà più in commercio.

Scoprirete che, oltre ad essere annullato l’ordine della nuovissima console Amazon vi avrà rimborsato anche i giochi per la stessa che, non esistendo la console non avranno alcuna possibilità di esistere.

Ma fino a quel momento avrete visto in TV le pubblicità della nuova console, le screenshot dei giochi al momento in lavorazione e sarà stato possibile preordinarla.

Se la nuova console fosse venduta, voi ricevereste una console assai simile a quella che avete visto in pubblicità e giochi assai simili alle versioni demo che avrete visto su YouTube.

Se la nuova console non vedesse mai la luce, sarebbe stato inutile completare e vendere giochi inutilizzabili.

Tale è la natura della Fornaro-Chiti: perché anche solo approvare una norma che potrebbe non dover mai avere ragione di esistere?

Ciò non impedisce però di spiegare quali effetti potrebbe avere, esibendo un mock-up.

Vi rimandiamo a Wired per una analisi più complessa dei fattori politici e giuridici di una norma che, comunque avrà a quel punto bisogno di essere discussa, approvata ed incardinata in un sistema ancora incognito.

Ma possiamo negare che il Matteo Risponde sia una bufala.

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