PRECISAZIONI Il video della tartaruga gigante sulla spiaggia
Un video di una tartaruga gigante su una spiaggia sta girando sul web. Si tratta di una tartaruga Leatherback, meglio nota come tartaruga liuto, che appare incredibilmente grande all’occhio della telecamera. Il video è vero, ma manipolato digitalmente. Vediamo quello che sappiamo su questo nuovo fenomeno virale di internet.
Il video
Questo video è online almeno da maggio, quando è stato pubblicato su Facebook dall’utente “Colonel DUDU Fils Inspiration“. Sotto al post numerosi commenti. Molti accusavano il fatto che il filmato era stato manipolato digitalmente. Atri parlavano di prospettiva forzata.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=-MhxZSeopvI]
Alcune tartarughe marine sono molto grandi, lunghe anche più di due metri, e pesanti una tonnellata. La più grande leatherback mai misurata arrivava a tre metri e pesava più di 2 tonnellate. È difficile determinare le dimensioni esatte della tartaruga filmata nel video, ma è di certo grande.
Però il video è ingannevole. Abbiamo comunque un secondo video, con la tartaruga che si dirige verso l’oceano.
Pubblicato dall’utente di Facebook Eric Laurent. fornisce un quadro più chiaro delle dimensioni di questa tartaruga. Il video è stato girato sulla spiaggia “Les Perles”, in Guadalupa, regione francese del Mar dei Caraibi:
Il confronto delle persone visibili sullo sfondo conferma che si tratta della stessa tartaruga, ma le dimensioni sono diverse.
Perché la discrepanza nelle dimensioni? La nostra ipotesi migliore è che il primo video sia stato girato con una lente più lunga e ad una distanza maggiore rispetto al secondo video. Le lenti più lunghe tendono a comprimere la profondità delle fotografie, rendendo gli oggetti sullo sfondo (la folla di persone) più vicini agli oggetti in primo piano (la tartaruga) di quanto non fossero in realtà. In questo caso, il fenomeno ha creato l’impressione che la tartaruga fosse anormalmente grande.
Se il nostro servizio ti piace sostienici su PATREON o
con una donazione PAYPAL.
