PRECISAZIONI Il ristorante per italiani di don Gianni Antoniazzi – Bufale.net

di David Tyto Puente |

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Ci chiedono di verificare la storia del ristorante per soli italiani di don Gianni Antoniazzi in merito all’intervista rilasciata al programma “Dalla vostra parte” in onda il 15 settembre 2015 (link al video, minuto 34:50).
Don Gianni non è un “prete leghista”, non dice “prima gli italiani” o slogan del genere. Ecco cosa dichiara Don Gianni a “Dalla vostra parte”:

Aiutiamo le persone a seconda della necessità che hanno. Agli extracomunitari noi diamo gli appartamenti, abbiamo aumentato, rispetto a quanto abbiamo scritto, abbiamo dato un appartamento in più: tre con la parrocchia e adesso sono due con il don Vecchi, non uno. Si cerca di aiutare gli uni secondo lo strumento di cui loro hanno bisogno e gli altri nell’altro modo.

Anche il Gruppo editoriale TV7 ha intervistato don Gianni Antoniazzi, il quale ha spiegato in maniera precisa l’opera di solidarietà della sua parrocchia, sia per migranti che per italiani, e dell’iniziativa proposta. Ecco la trascrizione dell’intervista pubblicata il 17 settembre 2015, seguita dal video:

TV7: Don Gianni, sembra che gli italiani poveri siano meno poveri dei poveri che stanno arrivando nel nostro Paese, quindi i migranti. Come aiutare gli uni e non dimenticare gli altri?
Don Gianni: In questo periodo sembra che noi abbiamo aiutato soltanto gli italiani, mentre invece cerchiamo di fare tanto anche per i migranti. Per esempio la bottega solidale della nostra parrocchia da da mangiare, insieme con quella del don Vecchi, a 3850 persone e quasi tutti sono migranti che arrivano qui. Diamo vestiti, diamo mobili, l’arredo per la casa e abbiamo cercato anche di dare 5 alloggi, fin qui, per le persone che sono in difficoltà. Ci accorgiamo che però bisogna anche andare in contro a quegli italiani che hanno delle difficoltà notevoli nella loro famiglia, e siccome qui in Italia è cresciuta e molto la dignità personale nessuno di loro chiede e pochi si ricordano delle loro difficoltà. Per questa è nata l’idea di fare una..un ristorante, chiamiamolo in questo modo, a bassissimo prezzo a un euro per le persone che abbiano una certa maturità e anche gratis per chi è sotto i 16 anni, famiglie che… di italiani noi chiediamo che vengano a mangiare da noi, 100 posti la sera a sedere per tutti quanti.
TV7: Lei pensa che la fame, quindi le problematiche, cancellino quella dignità che in anni e anni è stata costruita da noi italiani?
Don Gianni: Ma la fame non cancella mai la dignità, anzi. La povertà italiana non è così grave perché la povertà è una questione prima di tutto razionale, e gli italiani hanno una certa composizione, una certa forza, un decoro razionale che gli impedisce di essere poveri fino in fondo. Non vanno dimenticati, vanno sostenuti li dove avessero un momento di particolare fatica e questo mi pare che sia, qui penso soprattuto alla città di Mestre, un momento di particolare fatica per molte famiglie.
TV7: Chiesa e Stato, o sempre e solo Chiesa?
Don Gianni: Ma le cose belle si costruiscono sempre insieme, e anche avendo tanta fiducia gli uni verso gli altri, e qui bisogna aprirsi a tutte le persone che a livello politico possono dare un contributo. Imparare a dialogare con grande fermezza anche con chi la pensa in modo diverso da noi a livello di fede e a livello di politica, non c’è nessun problema. Noi riusciamo a dialogare con tutti fino ad ora.

Ecco il video:

Le parole di Don Gianni dicono tutto. La parrocchia aiuta già 3850 persone, di cui quasi tutti sono migranti, ma l’idea del ristorante è nata per gli italiani che evitano di “chiedere aiuto” per dignità (“siccome qui in Italia è cresciuta e molto la dignità personale nessuno di loro chiede e pochi si ricordano delle loro difficoltà. Per questa è nata l’idea di fare una..un ristorante“).
Visitando il sito Parrocchiacarpenedo.it, parrocchia di Don Gianni, alla pagina “carità” leggiamo:

Negli anni la nostra parrocchia ha avviato decine di iniziative in favore dei bisognosi, dai Centri don Vecchi per anziani in difficoltà economica ai magazzini solidali dove vengono offerti mobili, abiti e ausili per disabili.
Oggi queste attività sono portate avanti dalla Fondazione Carpinetum, promossa dalla parrocchia e dalla Curia veneziana e gestita in autonomia da don Armando Trevisiol e da un competente staff di consiglieri economici e volontari.

Ora leggiamo dal sito della Fondazione Carpinetum:

La Fondazione Carpinetum di solidarietà cristiana onlus aiuta le persone indipendentemente dalla loro provenienza e dal loro credo. Tramite l’impegno di volontari e le donazioni della cittadinanza offriamo a chi è in difficoltà economica:
Alloggi protetti per anziani autosufficienti
Generi alimentari
Mobili, oggettistica e indumenti usati
Sedie a rotelle e ausili per la deaumbulazione usati

Sia la parrocchia che la Onlus lavorano per chiunque, che siano migranti o italiani. Riportiamo la descrizione della bottega solidale:

Arredata a mo’ di bottega, offre frutta, verdura e generi alimentari ai concittadini indigenti. Vi operano una trentina di volontari che a turno servono le persone che, munite di un apposito “pass”, ritirano quanto è messo a disposizione.

Dal sito del Comune di Venezia:

Bottega Solidale
Un’iniziativa di volontariato sociale ideata e gestita dalla Parrocchia di Carpendo. La Bottega Solidale offre la possibilità a chi si trova in difficoltà economiche di fare una spesa gratis alla settimana. Offre frutta, verdura e generi alimentari.
Per accedere è necessario munirsi di apposito pass rilasciato dalla parrocchia su presentazione di una lettera dell’assistente sociale che certifichi lo stato di bisogno o del parroco della propria parrocchia. Ogni nucleo familiare può ricevere una spesa ogni 8 giorni.

Gli italiani venivano già aiutati da Don Gianni. Nella sua parrocchia sta ospitando e sfamando dei migranti e sta seguendo l’appello di Papa Francesco, ma allo stesso tempo ha pensato come dare una mano in maniera strategica a quei italiani che evitano di chiedere per dignità personale, affinché vengano ad usufruire del servizio senza sentirsi giudicati (come dice lo stesso Don Gianni a “Dalla vostra parte”: “A questo ristorante allora prima invitiamo le famiglie decorose, che così chi viene non si sente affatto giudicato“).

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