Più vaccini alle regioni ricche, ma la frase è diversa e decontestualizzata – La piaga dei virgolettati inesistenti

di Bufale.net Team |

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Più vaccini alle regioni ricche, ma la frase è diversa e decontestualizzata – La piaga dei virgolettati inesistenti Bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti un post apparso sui social contenente l’affermazione “Più vaccini alle regioni ricche”, attribuita alla Moratti.

Siamo sempre stati molto contrari all’uso del Meme come piattaforma di diffusione politica. Un “riassunto per immagini” è sì di presa, ma il rischio di distorsione è elevato. In questo caso, evidente.

Come siamo contrari alla piaga dei “virgolettati inesistenti”.

Come tutti sapranno, si virgoletta abitualmente una citazione diretta di qualcuno non un riassunto di una interpretazione di un discorso più ampio.

Cosa che purtroppo un certo giornalismo ci ha abituato a vedere. Ma ci fa male vedere nella comunicazione politica.

"Più vaccini alle regioni ricche", ma manca il contesto - Semplificare non è informare

“Più vaccini alle regioni ricche”, ma manca il contesto – Semplificare non è informare

“Più vaccini alle regioni ricche”, ma manca il contesto – Quanto riferisce ANSA

Abbiamo infatti verificato con ANSA (e se non puoi fidarti di ANSA…), scoprendo uno scenario un po’ diverso.

Contributo che le Regioni danno al Pil, mobilità, densità abitativa e zone più colpite dal virus: sono questi i quattro parametri che il vice presidente e neo assessore al Welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti avrebbe chiesto di tenere in considerazione per la ripartizione dei vaccini anti-Covid, con una lettera al commissario Arcuri. E’ quanto filtra dalla riunione di Moratti con i capigruppo, secondo fonti di maggioranza e opposizione.

Non si parla di “ricchezza”, ma di quattro elementi proposti ad Arcuri, che potrebbe o non potrebbe accettare.

PIL, mobilità, densità abitativa e incidenza del virus.

Sostanzialmente

Il riferimento al Pil come uno dei criteri per la ripartizione delle dosi di vaccino anti-Covid suggeriti nella lettera al commissario Arcuri, i cui contenuti saranno oggetto di un confronto in conferenza Stato-Regioni, non è legato al concetto di “ricchezza”, bensì alla richiesta di una “accelerazione nella distribuzione dei vaccini in una Regione densamente popolata di cittadini e anche di imprese, che costituisce una dei principali motori economici del Paese”. Lo precisano dall’Assessorato al Welfare della Regione Lombardia, dopo quanto emerso dal primo confronto tra il neo assessore Letizia Moratti e i capigruppo. “Il concetto – spiegano dall’assessorato – non è quello di dare più vaccini alle Regioni più ricche” ma “se si aiuta la ripresa della Lombardia, si contribuisce in automatico alla ripresa dell’intero Paese”.

Il concetto è più sottile: la Moratti ha cercato di dare una fattorizzazione matematica alla richiesta di “mettere in sicurezza le attività produttive”, usando la vaccinazione per imprimere un’accelerazione alla stessa.

Ora, possiamo obiettare, ma non spetta a noi farlo, sulle incognite usate nella creazione di questa equazione. Spetta farlo alla politica.

Vanno registrate le frasi del ministro Speranza in tal senso

“Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono. In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più”.

E bisognerà trovare un modo che contemperi la messa in sicurezza del tessuto produttivo col concetto di salute come bene pubblico.

Quello che in questo delicato momento non possiamo fare è schiacciare, stritolare e liquidare un discorso più ampio nella piaga dei virgolettati inesistenti nella fonte originale.

Cosa che indispone quando a farlo è un quotidiano, ma non dovrebbe diventare mezzo di azione politica.

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