Morti sul lavoro: l’inesattezza sui dati delle donne nel discorso della Casellati

di Bufale.net Team |

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Morti sul lavoro: l’inesattezza sui dati delle donne nel discorso della Casellati Bufale.net

A meno di 48 ore dalla festa del Primo Maggio, giorno in cui è d’obbligo sensibilizzare sui diritti dei lavoratori, i nostri contatti ci segnalano lo screenshot di un comunicato del Senato pubblicato il 1° maggio che tratta l’argomento delle morti sul lavoro. Secondo tale comunicato tra le donne si registra il “maggior numero di vittime di incidenti mortali sul lavoro”, ma il discorso firmato dalla Presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati è ora scomparso dal portale istituzionale del Senato. Chi ci segnala lo screenshot ci suggerisce che il discorso conterebbe un’inesattezza, per cui proveremo a fare chiarezza con questo articolo.

Il discorso

Come segnalano i nostri lettori, il discorso della Presidente Casellati non è più consultabile dal sito istituzionale del Senato. I discorsi sono raggruppati in questo link, ma se dal menu a tendina sulla destra selezioniamo il mese di maggio 2022 non troviamo alcun comunicato. Tra le bacheche lo screenshot si presenta così:

Tuttavia, il discorso esiste ed è consultabile a questo indirizzo della cache. Riportiamo il testo di seguito:

In questo primo maggio ha un valore particolare ricordare quanto il lavoro sia per gli individui sinonimo di dignità, indipendenza, sicurezza. Oggi che cominciamo a sperimentare l’allentamento delle restrizioni legate alla pandemia, pensiamo a quanto l’emergenza sanitaria ci sia costata anche da questo punto di vista.

Il covid ha cancellato 1,2 milioni di posti di lavoro, e solo adesso, lentamente, iniziamo a recuperare; e riponiamo grande fiducia nei fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che ha tra i suoi obiettivi quello di riformare le politiche attive del lavoro e di incrementare l’occupazione dei soggetti più vulnerabili, come donne e giovani.

Proprio alle donne va oggi un mio particolare pensiero: tra esse si registra il maggior numero di vittime di incidenti mortali sul lavoro, che sono in aumento così come gli infortuni. E penso anche alla parità salariale, ancora da conquistare, benché la Costituzione riconosca alle donne gli stessi diritti e le stesse retribuzioni che spettano agli uomini.

Nel rivolgere il mio augurio di buona festa, auspico una sinergia sempre maggiore tra Istituzioni, imprese e mondo formativo per rendere l’Italia un Paese più efficiente, innovativo e sostenibile nella piena tutela dei diritti di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori.

Abbiamo evidenziato in grassetto la parte contestata dai nostri lettori, che ci chiedono di verificare. Secondo la Casellati, quindi, tra le donne si registrerebbe il maggior numero di vittime, ma dai dati Inail l’affermazione risulta inesatta.

Morti sul lavoro: i dati per le donne

L’affermazione della Casellati è inesatta in parte: la Presidente del Senato ci dice che le morti delle donne sul lavoro sono “in aumento”, e questo è il dato reale e dimostrato. È inesatto, piuttosto, sostenere che le morti sul lavoro delle donne sono nel “maggior numero”, perché questo primato riguarda gli uomini.

L’Inail, come scrivono su Valigia Blu, ha recentemente comunicato il bollettino dei primi mesi del 2022. Lo troviamo in questo comunicato stampa aggiornato al 28 aprile. Nel paragrafo “Casi mortali” leggiamo quanto segue:

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di marzo 2022 sono state 189, quattro in più rispetto alle 185 registrate nel primo trimestre del 2021 e 23 in più rispetto alle 166 del periodo gennaio-marzo 2020.

A livello nazionale i dati rilevati al 31 marzo di ciascun anno evidenziano, pur nella provvisorietà dei numeri, un incremento per il primo trimestre del 2022 rispetto al pari periodo del 2021 solo dei casi in itinere, passati da 31 a 51, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono scesi da 154 a 138. L’aumento ha riguardato solo l’Industria e servizi (da 158 a 160 denunce) e l’Agricoltura (da 16 a 20 casi), mentre il Conto Stato registra due casi in meno (da 11 a 9).

Dall’analisi territoriale emerge un incremento di 11 casi mortali nel Centro (da 34 a 45), di sette nelle Isole (da 8 a 15), di tre nel Nord-Est (da 38 a 41) e di due nel Nord-Ovest (da 47 a 49). Il Sud è il solo a registrare un calo (da 58 a 39). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano la Lombardia e la Toscana (+8 decessi per entrambe) e il Veneto (+6), con i maggiori decrementi l’Abruzzo (-8 casi), la Campania (-7) e il Piemonte (-5).

L’incremento rilevato tra i primi trimestri del 2021 e del 2022 è legato solo alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 14 a 24, mentre quella maschile scende da 171 a 165.

Si parla dunque di incremento dei casi mortali legati alle donne, che nel primo trimestre del 2022 sale a 24 rispetto ai dati rilevati nel primo trimestre del 2021, che ne registrava 14. Numeri, questi, che risultano comune inferiori rispetto ai casi mortali dei lavoratori uomini, che nel primo trimestre del 2021 erano 171 mentre nel primo trimestre del 2022 sono scesi a 165.

Inail, come ricorda anche RaiNews, precisa che gli open data sono provvisori dal momento che “il confronto effettuato su un breve periodo potrebbe rivelarsi poco attendibile rispetto al trend che si delineerà nei prossimi mesi”. Aggiungiamo che in questo documento pubblicato dall’Inail possiamo vedere trovare più dettagli sulle morti sul lavoro tra le donne del periodo gennaio-dicembre 2020 e 2021. A pagina 7, sotto il titolo “Denunce per infortunio con esito mortale per accadimento e per genere” troviamo la seguente tabella:

Come si può notare, le cifre che interessano le donne sono inferiori rispetto ai dati riguardanti gli uomini.

Quindi?

L’affermazione sulle donne in merito ai morti sul lavoro riportata (e poi rimossa) della Casellati è vera solo in parte: secondo il rapporto Inail del primo trimestre del 2022 è reale l’incremento dei casi mortali tra le donne, ma le cifre restano inferiori ai casi registrati tra gli uomini.

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