“Milena Gabanelli cacciata dalla RAI perché Report raccontava la verità”

di Aspasia |

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“Milena Gabanelli cacciata dalla RAI perché Report raccontava la verità” Bufale.net

La segnalazione arriva un po’ in ritardo, come anche il clamore aveva suscitato sul gruppo Facebook Raggi Forever. Tuttavia non è mai troppo tardi per un chiarimento. Il post del 22 febbraio denuncia il presunto licenziamento di Milena Gabanelli dalla RAI. Il motivo dell’allontanamento della giornalista dai canali televisivi nazionali risiederebbe nella sua passione per la verità, che ha portato avanti nei 20 anni in cui è stata direttrice e conduttrice di Report. Ma è vero che Milena Gabanelli  è stata cacciata dalla RAI?

Ripercorriamo insieme le tappe che hanno portato alla fuoriuscita volontaria di Milena Gabanelli dalla RAI. Tutto risale a settembre del 2017. Era già passato quasi un anno da quando la giornalista aveva passato il testimone di Report a Sigfrido Ranucci, considerando conclusa quell’esperienza per cui tutti abbiamo avuto modo di conoscerla e di apprezzarla.  Milena Gabanelli decide di andare in aspettativa non retribuita dopo aver valutato quali fossero le reali condizioni dell’essere codirettrice insieme ad Antonio Di Bella del nuovo portale web Rai24.it.

Perché Milena Gabanelli decise di prendere tempo per valutare la proposta di entrare nel team di Rai24?

La direzione di Viale Mazzini finalmente aveva reputato necessaria la presenza sul web di una testata, la decima affiliata alla Rai, che avrebbe fornito aggiornamenti h24. Milena Gabanelli era ben felice della svolta digitale dell’informazione nazionale, un adeguamento che si rendeva necessario ormai da tempo.

Le divergenze tra Milena Gabanelli e Mario Orfeo, allora dirigente Rai, erano su come inquadrare e organizzare Rai24

Secondo l’ideatrice di Report il lancio di un’ulteriore testata online nelle modalità proposte da Orfeo non avrebbe portato ai risultati sperati. Per Milena Gabanelli Rai24 sarebbe dovuta essere l’unico portale di news online in cui dovevano confluire le energie della totalità dei giornalisti e tecnici Rai.

Inoltre, la giornalista non aveva gradito l’idea di essere solo codirettrice di Rai24, con una squadra di 40 giornalisti già scelti da altri. Anche da direttrice non avrebbe messo la firma e la faccia su un progetto che non può funzionare per come è stato pensato.

Così dichiarava Milena Gabanelli al Fatto Quotidiano il 7 settembre 2017:

«La soluzione individuata dal cda (n.d.r. Consiglio d’Amministrazione) è quella di trasferirmi, in attesa di tempi migliori, dentro al sito di Rainews.it […]. Senza una definizione dei tempi, con risorse inadeguate a coprire le 24 ore, e senza nessuna possibilità di decollare proprio perché è sbagliato il presupposto: i colleghi non anticipano le loro notizie dentro al sito di una testata vissuta come concorrente».

«Da un lato c’era la viva esigenza di snellire i costi, risparmiando proprio sulla nomina dei direttori. Dall’altra, Il mio lavoro è da tempo ultimato e il piano prevede quasi esclusivamente l’utilizzo di risorse interne – ha detto – L’ostacolo è questo: le testate sono troppe (Tg1Tg2Tg3, Tgr, Tg Parlamento, Rainews 24, Gr, Rai sport) e finché non se ne accorpa qualcuna non si può varare una nuova testata» (qui il link per visualizzare l’intero articolo del Fatto Quotidiano).

Dunque Milena Gabanelli non è stata licenziata dalla RAI, ma si è prima autosospesa e poi dimessa

Forse le si potrebbe rimproverare di non aver avuto pazienza circa i tempi della Rai. Come fa notare Paolo Conti del Corriere della Sera, nell’arco di 6 mesi avrebbe varato il piano news con il vero portale Rai24, chiudendo altre testate. Effettivamente, come si può vedere dall’organigramma delle testate RAI, non esistono più RaiNews24 e Gr. Inoltre, sembra che Orfeo non abbia minimamente supportato l’idea di Milena Gabanelli di una striscia di 4 minuti di dati statistici, felicemente adottata dal Corriere della Sera. Secondo il direttore generale RAI sarebbe potuta andare in porto solo dopo le politiche. Una condizione insostenibile che per l’indole indipendente di Milena Gabanelli.

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