Lotta ai furbetti del FAP: distribuiti i primi kit alla Polizia
Per ora si tratta solo di una sperimentazione va detto: se sono rose, fioriranno. È presto per dirlo, ma comincia la lotta ai furbetti del FAP. Parliamo del Filtro Anti Particolato e dell’EGR, l’Exaust Gas Recirculation.
Dispositivi inseriti nei Diesel delle generazioni a partire dall’Euro 4 per ridurre l’emissione di polveri sottili: il FAP o DPF (si parla di nome comune contro nome commerciale) sostanzialmente “cattura” il particolato per bruciarlo non costantemente, ma solo in alcuni tratti ad alta percorrenza.
Lotta ai furbetti del FAP: distribuiti i primi kit alla Polizia
Nonostante l’utilità degli stessi, col tempo sono diventati lo spauracchio di diverse teorie complottiste e paracamplottiste, col FAP diventato l’equivalente automotive del vaccino e una folta comunità di “noFAP” pronti a far rimuovere il filtro antiparticolato accusandolo di ogni anomalia nel veicolo.
È pur vero che la presenza del FAP rende il Diesel meno adatto alle corte percorrenze e ai tratti meramente urbani: la “rigenerazione del filtro”, ovvero l’incinerazione delle particelle catturate si attiva solo su lunghe tratte e a percorrenza veloce, rendendo il Diesel competitivo per il trasporto su gomma e per professioni che richiedono lunghe tratte auto ma nonostante il costo inferiore del carburante meno adatto alle corte percorrenze per cui diventa indicata la benzina.

Lotta ai furbetti del FAP: distribuiti i primi kit alla Polizia
La “soluzione” è arrivata dai “noFAP”: una congerie di utenti poco scrupolosi e spesso meccanici compiacenti pronti a rimuovere il Filtro Anti Particolato e il sistema di riciclo dei gas esausti millantando aumenti di prestazioni del veicolo, cercando di spacciare tale scelta per la panacea universale per ogni piccolo problema automobilistico descrivendo l’auto “noFAP” come un veicolo miracoloso che cessa di necessitare di manutenzione (falso), ottiene prestazioni degne di un’auto da corsa (falso) e inquina meno di un veicolo con tutte le parti in ordine (falso).
Ovviamente “deFAPare” un veicolo è un illecito che comporta una multa da 422 a 1697 euro, il ritiro della Carta di Circolazione e una denuncia penale che comporta reclusione da 2 a 6 anni e una multa che può variare da 10mila a 100mila euro.
Fino ad adesso l’automobilista “furbetto” poteva pascersi del fatto che l’unico modo per valutare l’assenza del filtro stesso era la Revisione Auto, con tanto di post social per chiedere (o millantare) di centri revisione poco ligi.
La Sottosezione della Polizia Stradale di Palmanova, in provincia di Udine ha ricevuto cinque kit con interfaccia ODB, ovvero il connettore usato da centri revisione e riparatori auto per leggere la centralina.
Il senso è che, se la sperimentazione riuscisse, la Polizia Stradale potrebbe paragonare i dati della “centralina rimappata” con una centralina usuale e quindi stanare il furbetto, o quantomeno indirizzare l’auto ad un controllo più approfondito nei casi sia di emissioni fuorispecifica che di dati anomali, segno di una “rimappatura” per occultare il malfatto.
Ovviamente nei commenti alla notizia troviamo già le “soluzioni” creative della comunità noFAP, dal consiglio di tagliare i pin dell’interfaccia sulla macchina (rendendo così impossibile la diagnosi dal meccanico e mettendo dinanzi all’agente accertatore un campanello di allarme così grosso che sarà di fatto autorizzato a portarvi via direttamente l’auto col carro attrezzi per farla esaminare) e la teoria complottistica del “Ma scarica le particelle tutte assieme”.
Teoria del tutto falsa perché, in sede di rigenerazione, le particelle stesse vengono incinerate a temperature intorno ai 400 gradi.
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