Lo studio che dimostra che “il preparato Pfizer si integra nel DNA”: prospettive di fact checking
Ci segnalano i nostri contatti un articolo per cui “il preparato Pfizer si integra nel DNA”.
Riconosciamo che la complicazione del tema richiede un intervento tecnico, e abbiamo avuto modo di raccogliere e collazionare i pareri di chi, professionista, ha dato risposte soddisfacenti ai dubbi evidenziati.
Studio in vitro vs studio in vivo
Tra i primi dubbi espressi da chi ha avuto modo di riscontrare lo studio uno dei dubbi cardinali riguarda la metodologia usata. Sostanzialmente l’analisi di cosa accade aggiungendo vaccino Pfizer in un terreno di coltura.
Terreno di coltura basato su una singola linea cellulare, peraltro con un elemento Line1 particolarmente attivo.
Cosa che rende la proposizione alquanto aneddotica: in vitro ogni pezzo di RNA in una linea cellulare ha chances di essere trascritto e integrato. In vivo?
In un fegato umano completo e non una linea cellulare?
Linea cellulare che peraltro…
Il problema di LINE1
Torniamo all’analisi offerta da Marco Pregnolato (Drops of Science).
Che vi riportiamo in integrale.
Basano tutto lo studio su UNA linea cellulare di fegato. Le cellule usate in vitro sono molto diverse da quelle del nostro corpo. Quindi già hanno una rilevanza limitata, se poi ne si usa solo un tipo, il rischio di bias è gigantesco (ci sono eccezioni, ma questa non lo è).
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— Marco Pregnolato (@marco_heffler) February 27, 2022
Aggiungono diverse dosi del vaccino Pfizer nel terreno di coltura e misurano quanto RNA vaccinale le cellule hanno assorbito. Considerato che l’RNA non si moltiplica da solo, è molto strano vedere che, con qualsiasi dose (V1-3), la quantità di RNA nelle cellule è lo stesso.
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— Marco Pregnolato (@marco_heffler) February 27, 2022
Infine, la loro tesi si basa sull’aumento di espressione di LINE1, che permetterebbe poi l’integrazione dell’RNA nel DNA. Qui ci sono due problemi enormi. Il primo riguarda l’aumento. Lo controllano a 6, 24 e 48h dopo l’aggiunta del vaccino.
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— Marco Pregnolato (@marco_heffler) February 27, 2022
Dai dati vediamo che LINE1 aumenta solo a 6h e con la massima dose di vaccino e di pochissimo. Ma soprattutto, LINE1 aumenta a prescindere dal vaccino, vedete che nel controllo senza RNA (Ctrl) la barra aumenta col tempo. Questo significa che non è specifico.
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— Marco Pregnolato (@marco_heffler) February 27, 2022
Inoltre, LINE1 non è un gene normale, è normalmente represso nelle nostre cellule perché è una sequenza virale. La sua presenza in queste cellule quindi non può essere usata come standard universale, perché come detto prima sono molto diverse da quelle nel nostro corpo.
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— Marco Pregnolato (@marco_heffler) February 27, 2022
Abbiamo quindi una linea cellulare, in condizioni diverse da quelle delle cellule in vivo, esaminando un gene normalmente represso nelle funzioni biologiche normali e che aumenta in modo indipendente dal tempo di esposizione al vaccino.
Il che ci porta al secondo argomento, primo nell’analisi di Pregnolato
Uno studio non è sempre scritto nel bronzo
Uno studio può essere sempre esaminato ulteriormente, migliorato, superato o accettato o rifiutato.
Non scomoderemo la storia di come qualcuno sia riuscito a pubblicare un testo che legava la pandemia di COVID19 ai Pokemon, prova che prima di annunciare che uno studio ha “distrutto la narrazione del Mainstream” sovente bisogna attendere.
Ricorderemo come lo studio in esame in questo caso risulti essere stato sottoposto a peer review in cinque giorni
Partiamo dalla peer review. 5 giorni dalla ricezione all’accettazione. Normalmente ci vogliono settimane o mesi, anche perché vengono suggeriti vari esperimenti per dare più solidità allo studio e ci va il tempo per farli.
Quindi già un pessimo segnale. Ma vediamo i dati.2/8 pic.twitter.com/IqDPkQEw7K
— Marco Pregnolato (@marco_heffler) February 27, 2022
Cinque giorni: in un mondo in cui la narrazione novax insiste che i vaccini siano “falsi vaccini perché sono stati creati troppo rapidamente”, suscita un certo stupore il fatto che in cinque giorni uno studio sia stato ricevuto, esaminato, verificato e sperimentato.
Cinque giorni: due in meno di quanti nella narrazione biblica un Dio onnipotente ha usato per creare li mondo e le forme di vita che esso contiene.
In conclusione
Uno studio va sempre rimesso in prospettiva. Come qualcosa da esaminare, non accettare acriticamente.
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